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L'allevamento animale intensivo abbonda di antibiotici
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Articolo di Redazione
13 settembre 2011 12:11
 
Il trattamento poco rispettoso di polli, tacchini e maiali getta un'ombra sugli allevatori e l'industria della carne. Dure critiche si levano nuovamente da ambienti veterinari tedeschi, per esempio dall'ex vicepresidente dell'Ordine veterinario bavarese, Rupert Ebner, che due anni fa ha dato le dimissioni proprio perché in disaccordo con le pratiche correnti. "In nove ambulatori su dieci se l'allevatore chiede un flacone di penicillina l'ottiene subito, anche senza visita medica", dice. Gli allevamenti di massa sono possibili solo con l'elevata medicalizzazione. Basta che su 30.000 pulcini se ne scopra uno malato per somministrare gli antibiotici a tutti, a scopo preventivo. "Spesso il veterinario scrive di proposito una diagnosi falsa per poter giustificare un trattamento antibiotico".
Anche BUND -Federazione per l'Ambiente e la Protezione della Natura- stigmatizza l'abuso di farmaci. Nel 2005 sono state impiegate nell'allevamento animale 800 tonnellate di antibiotici, molto più che nella medicina umana. "Impressiona soprattutto il fatto che le cifre siano così vecchie; di più recenti non ce ne sono", dice Reinhild Benning, esperta agraria della Federazione. "Evidentemente il Governo è d'accordo con questo rischioso sistema d'allevamento intensivo, se non vuole neanche sapere quali e quanti antibiotici vengono utilizzati".
Ebner sostiene che si prescrivono aspirine e antibiotici in dosi massicce, e spesso senza una reale necessità, solo con il retropensiero di mantenere in vita questo modo di tenere gli animali. Anche molte vaccinazioni sono superflue. In un branco di suini, per esempio, si pratica la vaccinazione contro una malattia che un maiale normale supera agevolmente. Non però in un allevamento intensivo: questo è il punto.
"Il veterinario dovrebbe consigliare all'agricoltore di usare il meno possibile i medicinali", afferma Ebner. Solo che la professione vive di farmaci prescritti e non dei consigli che dà, che non valgono un centesimo. Ecco perché sarebbe utile separare la consultazione dalla consegna di medicinali -troppo grande la dipendenza dei medici dall'industria farmaceutica-, secondo lui.
In Germania s'allarga la contrarietà all'allevamento industriale degli animali, con iniziative di cittadini che tentano di bloccare i nuovi insediamenti, anche perché queste grandi aziende fanno aumentare l'inquinamento. E poiché nessun'altra branca è così poco trasparente, le associazioni ecologiste e di protezione degli animali chiedono al Governo d'intervenire.

(tratto da un articolo di Jennifer Lange e Silvia Liebrich per Sueddeutsche Zeitung del 09-09-2011. Traduzione di Rosa a Marca)
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