testata ADUC
Animali e circhi. Contro la violenza. Lettera al reggente del Principato di Monaco
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Roger Moore *
23 gennaio 2017 11:22
 
  Diversi Paesi nel mondo sono impegnati per vietare i circhi che mettono in scena degli animali. L’Austria, il Belgio, il Messico e i Paesi Bassi fanno parte di quelli che hanno scelto di mettere fine a questi spettacoli crudeli. Ma, l’elegante e civilizzato Principato di Monaco, dove io risiedo, accetta ancora questi spettacoli arcaici. E da’ loro anche un posto d’onore nel suo Festival del circo che, invece, potrebbe essere occasione per valorizzare i favolosi numeri di acrobati ed artisti.
L’opinione pubblica segue i tempi, e si esprime a favore di divertimenti che non implichino maltrattamento e crudelta’ verso gli animali.
Signor ministro di Stato (ndr capo del governo monegasco), lei potrebbe predisporre la legislazione necessaria per proteggere questi esseri sensibili e intelligenti che non meritano di essere reclusi e utilizzati per il divertimento delle folle.
Per gli animali selvaggi, vivere in un circo e’ come essere imprigionato dal dr No. Quando non sono costretti a fare degli spettacoli con la minaccia di colpi di frustra, vivono legati con delle catene. A loro si rifiuta tutto cio’ che per loro e’ naturale, non e’ quindi strano che essi sviluppino dei comportamenti anormali e nevrotici, come mordere le sbarre della loro gabbia, girare in cerchio o restare completamente silenziosi. Quando sono malati o si feriscono durante degli spettacoli, possono aspettare delle ore, talvolta anche giorni, prima di essere visitati da un veterinario specializzato -quelle volte che ricevono un trattamento del genere.
Imperdonabile
Alcune inchieste dell’associazione di difesa degli animali PETA e di altre organizzazioni, hanno fatto conoscere le punizioni fisiche e morali inflitte agli animali del circo attraverso il mondo. Essi sono picchiati, sbattuti, colpiti da scariche elettriche, malati, privati di cibo per forzarli ad obbedire. Il famoso Askold Zapashny, direttore del circo del Bolshoi di Mosca, che e’ l’animatore della 41ma edizione del Festival del circo quest’anno, non ha esitato a giustificare questa violenza: “Essi devono essere gestiti con dei colpi, altrimenti non capiscono”. E faceva riferimento ad un video che mostra dei dipendenti del circo che danno dei pugni e dei colpi di martello a delle giovani scimmie, e frustano un canguro e dei cani e danno un calcio ad uno struzzo.
Alcuni dipendenti legati alla troupe di Zapashny avrebbero anche forzato un cucciolo di quattro mesi a saltare attraverso un cerchio di fuoco, prima di rivenderlo, picchiato e gravemente ustionato. Questo non e’ che un esempio tra altri del trattamento riservato agli animali quando sono considerati come dei semplici oggetti di divertimento, col diritto di sfruttarli, umiliarli e gettarli via. E’ questo l’esempio che vogliamo dare ai nostri bambini?
Nei circhi, questi animali maestosi che, nel loro status naturale, si evolvono attraverso piante e foreste, si vedono privati della loro liberta’, del loro spazio vitale limitato a delle gabbie di qualche metro quadrato. Mangiano cio’ che viene loro gettato e non possono scegliere i propri partner. I loro piccoli gli vengono strappati in tenera eta’ per essere, anche loro, indirizzati per fare degli spettacoli pericolosi. E’ imperdonabile tollerare che queste pratiche crudeli continuino.
Questo trattamento non e’ riservato agli animali “esotici”. L’anno scorso, alcuni militanti dell’Animal Defenders International hanno filmato dei cavalli, degli asini e dei pony del circo itinerante Peter Jolly ristretti in un hangar super-affollato. Come accettare la risposta del portavoce del circo di fronte a questo video: “Se si tratta di difendere degli animali, questo non ci interessa”?
Finche’ un divieto non sara’ istituito e che Monaco non si mpegnera’ a far si' che il suo Festival del circo sia un evento senza animali, il Principato continuera’ a sostenere queste pratiche barbare.
Signor ministro di Stato, e’ ormai giunto il momento di prendere questa decisione e di vietare questa forma crudele e desueta di divertimento. Io mi impegno ad aprire una bottiglia di Dom Pérignon del 1952 o un Bollinger del 1969 con lei il giorno in cui dei provvedimenti concreti saranno adottati in questo senso.

* attore britannico

(traduzione dal francese a cura della redazione)
Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS