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Antropologia Umana. Silicio, superstizione ed Epigenetica. La memoria profonda
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Articolo di Giuseppe Parisi
10 ottobre 2011 10:49
 
La ricerca sull’epigenetica ha svelato il senso della vita, quel tramandare tra generazioni non solo i puri tratti geno-fenotipici di razza, come il colore degli occhi o dei capelli, bensì il tipo di carattere, il comportamento del soggetto.
Quando si dice “il bambino” e’ come il padre o la madre o come lo zio, riferendosi ai tratti comportamentali, stiamo parlando di questo.
Esiste, oltre alla memoria genetica del singolo individuo, anche la più importante memoria collettiva, strutturata dal sommarsi delle memorie di ogni singolo, di coloro che ci hanno preceduti nel corso della storia.
Possiamo immaginare cosa questo possa significare.
Difatti oggi la società moderna usa avanzati mezzi di comunicazione, raggiungendo i suoi simili per informarsi, altre e nuove modalità di relazionarsi e entrare in contatto con il mondo, che sembra quindi più piccolo e a portata di mano.
Il globo e’ davvero piccolo, sono state abbattute le frontiere, cominciando da quelle linguistiche. Oggi avere un amico, magari conosciuto sul web a Toronto o a New Delhi, e’ consuetudine tra le giovani generazioni.
Tuttavia rimangono altre frontiere molto più insidiose e nascoste da dover superare, quelle che ogni società inconsciamente e senza saperlo si porta dentro in una memoria che e’ indelebile .
Sono i tratti della memoria epigenetica, a noi arrivati dal nostro passato.
Quando Giovanni Paolo II asseriva che l’Europa non poteva non essere che Cristiana, non sbagliava.
A parte le differenze, derivate dalle circostanze e dalle divisioni e vicissitudini storiche del Cristianesimo nel corso dei secoli in Europa, si può senza dubbio sostenere che comunque e’ la Cristianità il tratto più antico che ciascuno di noi porta indelebile nella memoria profonda.
In altre parole, siamo come un computer che ha programmi nuovi e ancor più nuovi software, che funzionano anche su più potenti processori, ma il nostro sistema operativo e’ tracciato con una memoria molto profonda, che viene dal passato, che modula i comportamenti individuali e sociali: la Cristianità.
La grande differenza tra memoria del computer e quella umana, e’ che la prima la si può cancellare globalmente spezzando il disco di silicio, la seconda -l’umana memoria profonda- e’ incancellabile.
Pertanto, ogni nostro odierno dire e fare e’ anche derivante dalla memoria profonda. Essa governa nel nostro svolgersi della vita: atteggiamenti, comportamenti individuali e collettivi, pensiero, azione.
E’ pertanto semplice comprendere che al di là dell’abbattimento delle barriere linguistiche e delle grandi distanze, oggi rimane la grande barriera che qui chiamiamo “culturale”, che non e’ altro che religiosa, nel senso che appartiene ai tratti epigenetici di un popolo o dei popoli, impressi nella memoria profonda e quindi indelebili.
La religione e’ pertanto motivo di divisione, di incomprensione, di frustrazione, non facilita l’incontro tra i popoli, non esercita quel bene che si prefigge di ottenere, anzi esalta l’odio e ne amplifica i contrasti sovente distruttivi e feroci.
Diventa anche peggio quando l’esercizio della democrazia, di per sé alta espressione di civiltà, si avvantaggia del “sentimento”, del Credo o della Fede, nel nostro caso la Cristianità, potere che ha su noi in quanto memoria indelebile.
Così, malgrado “ciascuno ed ognuno figli di Dio e, ancor di più, simili, nelle nostre necessità biologiche, vitali, nella fame, nella sete, nel bisogno di amore, amicizia, nella forza della speranza, nel bisogno di autodeterminazione... e’ accaduto e accade in questo istante che il corso della storia e’ tracciato da odio, umiliazione dell’uomo, abnegazione del nostro simile.
La svolta potrà esserci grazie alla ricerca scientifica, che ci permetterà una più alta consapevolezza, ci offrirà nuove conoscenze, tanto che nel tempo avremo una visione diversa del nostro vivere e del medesimo senso dell'esistenza umana.
Crederemo in Dio, e quindi anche nel Demonio, solo se tutti avremo modo di poterlo vedere e parlargli, senza necessità di dover andare dall’esorcista, come accade oggi, a mezzo milioni di cittadini creduloni in Italia, come ai tanti altri cittadini che, con il mal di testa, preferiscono il mago e non il medico.
Personalmente rimango convinto del crescere ed avanzare della ricerca scientifica, pur con tutte le avversità, le sue difficoltà e lentezze, rimango molto, molto, molto, molto, molto meno convinto che Dio e Demonio si faranno vedere, semplicemente perché esistono solo nei nostri pensieri, nella nostra fantasia, scolpiti ancor più che nel silicio, nella nostra memoria più profonda.

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