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'Aspiranti italiani': il riconoscimento della cittadinanza per discendenza da madre italiana per i nati prima del 1948
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Articolo di Emmanuela Bertucci
6 gennaio 2010 8:51
 
Nonostante l'abrogazione della legge sulla cittadinanza del 1912, secondo la quale era cittadino italiano solo il figlio di padre italiano, e non anche quello di madre italiana e padre straniero; nonostante l'intervento della Corte costituzionale del 1983 che ha abrogato tale norma irrispettosa del principio di uguaglianza consentendo anche al figlio di sola madre italiana di ottenere la cittadinanza; nonostante –infine– la legge sulla cittadinanza n. 91 del 1992, ci sono ancora moltissimi italiani –o meglio, figli di cittadina italiana– per i quali ottenere la cittadinanza italiana e' una lunga corsa ad ostacoli, a volte impossibile.

Pubblichiamo di seguito una lettera inoltrataci dalla senatrice Donatella Poretti, che eloquentemente racconta le traversie di queste persone, "aspiranti italiani" anche se nati in Italia da madre italiana:

"Gentilissimo Onorevole
Giacche' in questi giorni si tratta la riforma alla legge di cittadinanza, mi permetto di porvi questa mia situazione che ritengo molto particolare (anche se comprende parecchie altre persone) allo scopo sia valutata la possibilità di dare una, al mio parere, giusta soluzione per tutti quelli che, come me, la attendiamo da anni con tantissima ansia. Faro' un sintetico riassunto:
Sono nato a Cesena il 29 settembre 1947. La mia mamma era italiana, nata a Maglie (LE) e mio padre era un soldato polacco. Appena nato ci trasferimmo in Argentina, dove sono cresciuto con documenti argentini che mi indicavano come cittadino italiano. E sono cresciuto da italiano. Persino ho ricevuto nell'indirizzo dei nonni materni la convocazione alle armi. Presentatomi al consolato in Argentina, sono dispensato dall'effettivo servizio. Fino a che, nell'anno 1985, a causa del mio primo viaggio in Italia, con grande rammarico, vengo a conoscenza di non essere riconosciuto cittadino italiano. Per viaggiare ho dovuto chiedere alle autorità argentine un passaporto speciale per stranieri. Quindi, alla mia insaputa, sono stato un apolide per quasi quaranta anni. Adesso per farla breve vado al punto: La mia mamma riacquistò la cittadinanza nell'anno 1981. Sono a conoscenza delle leggi che consentivano ai mariti stranieri di queste donne di scegliere pure loro la cittadinanza italiana. E persino i figli.., a condizione di essere nati dopo l'1 gennaio 1948. Si arriva così all'assurdo che la mia famiglia tutta avrebbe potuto acquisire cittadinanza italiana tranne me. Il che mi sembra, oltre che assurdo, discriminatorio. Conosco le motivazioni, riguardo all'entrata in vigore della Costituzione Italiana, ma ritengo che si possa trovare il modo di dare a me, e a quanti si trovano in identica situazione, la cittadinanza che ci aspetta da diritto. La cosa che mi viene in mente è che, alle donne che hanno riacquistato cittadinanza, basterebbe ridarla senza interruzioni, senza lasciare quel vuoto tra il matrimonio e il riacquisto. Per altro, alla meno la mia mamma, non ha mai accettato altre cittadinanze ed è rimasta apolide per tutto quel periodo. Al momento sono cittadino argentino, residente in Italia da cinque anni e mezzo, ho fatto domanda di cittadinanza, e sono in attesa dell'esito che è comunque discrezionale è, in ogni caso, non me la darà dalla nascita. Ed è questa la mia lotta. Ci sarebbero tante cose ancora da raccontare, ma credo che queste linee rendano l'idea giusta per capire la situazione.
La ringrazio per l'attenzione"

Nell'attesa che il disegno di legge sulla cittadinanza sia esaminato dal Senato, ove poter presentare un emendamento che risolva definitivamente il problema automatizzando il riconoscimento della cittadinanza italiana per i figli di madre italiana nati prima del 1948, la senatrice Poretti ha interpellato il Ministero dell'interno, per conoscere i tempi in cui vengono evase queste specifiche domande.

Interrogazione al Ministro dell'Interno

Premesso che:
- secondo l'abrogata legge n. 555 del 13 giugno 1912 sulla cittadinanza italiana era cittadino italiano solo il figlio di padre cittadino, con la conseguenza che i figli di cittadina italiana e padre straniero non erano italiani;
- la Corte Costituzionale, con sentenza n. 30 del 1983, ha dichiarato illegittima -poiche' contrastante con il principio di uguaglianza di cui all'art. 3 della Costituzione- la disciplina nella parte in cui non prevedeva che fosse cittadino italiano il figlio di madre cittadina;
- a tale situazione pose parziale rimedio la legge n. 123 del 1983 che consenti' ai figli minorenni di cittadina italiana di "optare" per la cittadinanza italiana. Nulla fu previsto invece per le persone all'epoca maggiorenni ne' per i nati prima dell'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica italiana;
- di conseguenza, i figli di cittadina italiana nati prima del 1948 non hanno la cittadinanza italiana, e possono ottenerla solo dopo tre anni di residenza legale in Italia, requisito che li subordina ai meccanismi di ingresso come disciplinati dal decreto flussi, nonche' al soddisfacimento delle condizioni economiche e alloggiative previste dal d.lgs. 286 del 1998;
- i discendenti di madre italiana nati prima del 1948 dovranno dunque dimostrare al pari di qualunque altro straniero di avere una casa sufficientemente grande, ed un reddito non inferiore all'assegno sociale;
- dal momento della domanda di cittadinanza, inizieranno infine a decorrere il periodo di attesa dell'iter amministrativo, che notoriamente e' di svariati anni

Per sapere:
quali siano attualmente i termini entro i quali le pratiche amministrative di ottenimento della cittadinanza formulato da discendenti di madre italiana nati prima del 1948 vengono evase dagli uffici competenti.
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