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Assemblea Generale dell’ONU. Realta’ ed aspettative
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Articolo di Vincenzo Donvito
18 settembre 2017 10:12
 
 Un centinaio di capi di Stato e di governo sono attesi questa settimana a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il mega-incontro diplomatico e’ dominato quest’anno dalle tensioni con la Corea del Nord, la Siria e la spada di Damocle sull’accordo nucleare iraniano. Nel contempo dovra’ essere affrontata anche la questione della riforma della “macchina dell’ONU”.
Fatto rilevante: e’ il primo incontro del genere a cui partecipano il presidente Usa Donald Trump, il suo omologo francese Emmanuel Macron, e il segretario generale dell’ONU stessa, Antonio Guterres, tutti e tre entrati in funzione quest’anno.
Oltre ai numerosi incontri bilaterali che caratterizzeranno queste Assemblee, saranno di un certo rilievo le questioni relative agli esperimenti nucleari della Corea del Nord; l’accordo sul programma nucleare iraniano concluso tra Teheran e le potenze del gruppo P5 + 1 (Stati Uniti, Germania, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) nel 2015; i sei anni del conflitto siriano che ha gia’ prodotto piu’ di 300mila morti e milioni di rifugiati; la riforma dell’ONU che deve rendersi piu’ efficace e performante (la sua burocrazia e’ uno dei punti deboli della praticita’ di questo organismo); nonche’ il patto mondiale per l’ambiente che sara’ presentato dal presidente francese e che, proprio da oggi, dovra’ prendere in considerazione le nuove aperture dell’amministrazione Trump rispetto alle precedenti chiusure sugli accordi di Parigi. Quest’ultimo, redatto da 80 esperti internazionali, potrebbe diventare il primo accordo internazionale di un certo peso giuridico, mettendo insieme ed armonizzando l’insieme dei diritti ambientali in un solo documento.
Per questo, e non solo, sara’ interessante verificare il comportamento dell’Unione Europea, se sara’ in grado di avere una sua originalita’ positiva e utile, o essere semplicemente motore di trasmissione delle volonta’ nazionali dei suoi membri (l’iniziativa francese sull’ambiente fa pensare che probabilmente sara’ proprio cosi’).
Ogni volta che c’e’ un’Assemblea del genere, viene spontanea una domanda: serve? La risposta e’ semplice e banale: Si’! Serve in se’ e come messaggio:
- In se’. Gli accordi che verranno raggiunti saranno un punto di riferimento per le politiche dei vari Stati, oltre che un grimaldello verso i riluttanti e i finti tonti. Saranno importanti per questo, rispettivamente, le volonta’ nazionali di fare il bene dei propri amministrati in armonia e senza conflitti a partire dal proprio vicino, nonche’ le iniziative di controllo e persuasive che l’ONU mettera’ in campo nei vari scenari dei conflitti.
- Come messaggio. Sara’ la politica in grado di porsi come strumento utile e valido per armonizzare un’economia che e’ gia’ transnazionale, e spesso senza regole se non quelle del profitto ad ogni costo, anche il piu’ brutale? E’ la scommessa base di una istituzione del genere, creata quando la transnazionalita’ dell’economia era uno degli aspetti, mentre oggi questa transnazionalita’ e’ dominante e spesso molto pesante. Si pensi, per esempio, alle comunicazioni e agli enormi ed incontrollati poteri che le aziende del settore (Internet e non solo) esercitano con scarse regole e, quando ci sono, spesso eluse (censura, diritto d’autore, evasione fiscale,…).
Non ci aspettiamo niente di avveniristico da questa Assemblea. E non potrebbe essere altrimenti. Ma una base di lavoro e di iniziativa e’ importante, anche solo per rapportarsi coi piu’ riottosi e violenti negatori dei diritti dei cittadini e degli esseri umani.
Purtroppo, l’Unione europea e’ un nano in questo contesto. Ma e’ stata e puo’ continuare ad essere una buona esecutrice, foss’anche per le consistenti disponibilita’ finanziare che ha. Gli Stati nazionali membri dell’Unione avranno il compito di stimolarla maggiormente, usandola anche come ponte per le proprie iniziative.

Cogliamo l’occasione per rinverdire nei piu’ il funzionamento delle Nazioni Unite
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