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Bio sacchetti a pagamento. Irriverentemente: che palle!
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Articolo di Vincenzo Donvito
4 gennaio 2018 8:29
 
 Leggo e rileggo titoli e occhielli dei vari media, leggo online anche mail di persone che abitualmente sono delle specie di sentinelle dei diritti dei consumatori. Ma quando poi vado ad approfondire… trovo il nulla. Sto parlando del fuoco di paglia dei sacchetti bio per avvolgere alimenti, sacchetti che hanno dovuto fare una legge perche’ ora si pagano. A parte che io mi sono stupito fino ad oggi che fossero gratis, ma io -si sa- sono quello che alcuni chiamano “liberista selvaggio”. Trovo il nulla perche’ le famose contestazioni che dovrebbero motivare i titoli sono quelle di quattro disperati che, anche se gli scrivi che il Governo ha confermato che si paga la benzina, hanno da ridire e cercano magari qualche commistione di personaggi del governo con questa o quell’altra azienda, di sacchetti o di petrolio o di distributori di carburante. I disperati e’ bene che abbiano spazi e possano interloquire, ma tocca poi ai media (che dicono di essere professionisti perche’ hanno i loro scrittori e parlatori iscritti ad una corporazione che si chiama ordine dei giornalisti, e che per questo dicono che dovrebbero meglio tutelarci…)… tocca ai media decidere, stabilire, sviscerare, approfondire su un argomento piuttosto che un altro. E a parte quelli che per l’appunto qualunque cosa faccia il governo sono li’ ad urlare, e quelli che di natura fanno i lanciatori di merda (oggi le chiamano fakenews, e credono per questo di essere dotti per la loro transnazionalita’ linguistica), “sono perche’ lancio merda, altrimenti, chi mi si caga” (per restare nello stesso linguaggio), c’e’ il nulla. E quel bischero del segretario del Pd che si e’ messo anche a fare dichiarazioni, cosi’ come anche quell’altrettanto bischero del suo oppositore Salvini. Per fortuna il presidente Gentiloni ha scelto il silenzio, oculata scelta non fatta dal suo omologo governativo ministro dell’Ambiente Galletti. Quelle rare interviste alle persone comuni, quelle che troviamo in fila alla cassa del super, sono tutte favorevoli al pagamento: un paio di centesimi per l’ambiente… grande fatica? E poi, se non vuoi il sacchetto, non lo prendi, non lo paghi e fai da te… checche’ -come ho anche letto- c’e’ chi sostiene che sia vietato (e’ vietato, invece, il riuso degli stessi sacchetti a fini alimentari). Ma tutto deve fare brodo, deve essere urlato, anche se si sta parlando mediamente di 1-2 centesimi volontari, quelli che quando ci cascano in terra non ci pieghiamo per riprenderli perche’ ci fa fatica e/o “il gioco non vale la candela”.
Fra qualche giorno nessuno se ne ricordera’ piu’, anche quelli che hanno rilevato la mia irriverenza in materia tipica di chi non va a fare la spesa (che -invece- e’ una delle attivita’ ludiche della mia vita). Ho letto anche, sorridendo ovviamente, di associazioni di consumatori che si sono messe a fare i conti per i “terribili aggravi” che la famiglia media avrebbe da questo balzello… a parte che spesso queste associazioni fanno conti inventati e parametrati solo sulle loro abitudini individuali (noi di Aduc ci fidiamo -con le pinzette- solo delle aziende professionali e dell’Istat), ma cosa dicono, di che parlano? Certo, anche noi stiamo qui a scrivere in materia, ma facciamo solo il gioco delle parti: quella dell’intelligenza del consumatore, per quanto ci riguarda.
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