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Cannabis legalizzata in Uruguay. Le farmacie che la vendono minacciate di chiusura dalle banche Usa
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Articolo di Redazione
1 settembre 2017 18:30
 
 Meno di due mesi dopo l’inizio della vendita di marijuana nelle farmacie uruguayane, la piu’ totale incertezza si manifesta nel processo di legalizzazione piu’ ambizioso al mondo, grazie all’intervento delle banche internazionali, specialmente statunitensi.
La domanda delle due varieta’ di cannabis distribuite dallo Stato uruguayano e’ in aumento, cosi’ come si apprende dal numero di acquirenti che si sono registrati, che ha superato le 13.000 persone. Un successo. Che pero’ si scontra con la notizia che le farmacie di Montevideo stanno rinunciando a distribuire marijuana dopo che la propria banca, la Santander, le minaccia di chiudere loro il conto. Gia’ si sapeva che in altri contesti, come a Itau’ (Brasile) erano stati chiusi i conti delle aziende private che avevano l’autorizzazione per la produzione di marijuana che veniva poi venduta ad alcuni club di cannabis.
La banca statale Banco Republica (BROU) sembrava che avrebbe potuto farsi carico della situazione, fornendo i suoi servizi alle 15 farmacie coinvolte nella vicenda, ai produttori e ai club. Ma in poco tempo si e’ venuto a sapere che Bank of America e Citibank li avevano avvisati che non avrebbero piu’ operato col BROU se avessero agito in questo senso. Secondo la legge Usa, avere a che fare con soldi provenienti dalla marijuana e’ illegale ed e’ contrario alle misure per il controllo del lavaggio di denaro e delle azioni terroristiche.
La direzione della BROU ha fatto sapere che chiudera’ i conti delle farmacie che venderanno cannabis per non compromettere il loro business in dollari. Gli uruguayani hanno minacciato di bloccare le vendite e gli acquisti dei beni importati (elettrodomestici, auto, arredamenti per interni) in dollari, una moneta tanto utilizzata che si usa normalmente nelle strade. Cosi’ il BROU, una banca statale, ha deciso di imporre la legge Usa (in vigore dopo gli attentati dell’11 settembre) rispetto ad una legge adottata dal Parlamento uruguayano che autorizza vendita e produzione di marijuana.
Subito, una questione legale si e’ trasformata in una crisi politica. L’ex-presidente José Mujica, artefice della legalizzazione, si e’ arrabbiato e durante una sessione del Senato ha accusato le banche di attentate contro la democrazia. Mujica ha anche fatto presente al presidente Tabaré Vazquez e al suo governo, di voler bloccare i lavori del Parlamento se lui non trova una soluzione. Il partito dell’ex-guerrigliero, il MPP, e’ il piu’ numeroso in Parlamento nell’ambito della coalizione che governa l’Uruguay, il Frente Amplio.
Vazquez, che non ha mai visto di buon occhio la legalizzazione, cerca di calmare le acque dentro il suo partito ed ha fatto sapere che una missione ad alto livello andra’ in Usa per sbloccare la situazione. Ma l’iniziativa ha generato scetticismo, anche se all’interno degli Usa la questione della legalizzazione della marijuana e’ uno dei problemi da risolvere. Gli Stati degli Usa che hanno autorizzato la vendita di cannabis si sono scontrati con le leggi federali ed hanno dovuto ricorrere ai pagamenti solo in contanti, oppure con aiuti di piccole banche. La possibilita’ che una delegazione uruguayana possa incontrarsi con l’amministrazione Trump per cambiare le leggi che sono rimaste tali nonostante quanto accaduto in Colorado o Oregon, e’ molto remota.
Siamo quindi di fronte alla fine della vendita in farmacia della marijuana? Come sempre, la realta’ segue la propria strada. In questa tempesta, cinque delle sei farmacie di Montevideo che vendono marijuana lo stanno comunque facendo, anche se in alcuni casi i proprietari hanno fatto sapere che potrebbero smettere. Come racconta Onetti, negli uffici del ministero dell’Interno la crisi sembra che non esista, e varie farmacie hanno assicurato al quotidiano El Pais che stanno lavorando normalmente.
In ogni modo, il governo studia soluzioni che avrebbero dovuto essere all’ordine del giorno gia’ da tre anni, quando la marijuana e’ stata legalizzata. Il problema non e’ facile poiche’ comprende il fatto che se si decidera’ che le vendite si fanno in contanti (o con moneta virtuale), le banche possono decidere di chiudere i conti delle farmacie, considerando illegali le loro transazioni.
Nessuno sa come andra’ a finire questa vicenda della legalizzazione che ha messo l’Uruguay di fronte alla realta’ delle legislazioni internazionali anti-droghe.

(articolo di Magdalena Martinez, pubblicato sul quotidiano El Pais del 01/09/2017)
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