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Cannabis terapeutica: in California risultati positivi, in Italia aspettiamo e aspettiamo e aspettiamo ancora....
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Articolo di Donatella Poretti
13 febbraio 2007 17:37
 
Secondo uno studio condotto a San Francisco e pubblicato dalla rivista scientifica Neurology, il consumo di marijuana riduce un tipo di dolore cronico che colpisce gli arti inferiori degli ammalati di Aids. Dalla ricerca risulta che la meta' degli affetti dal virus Hiv che hanno consumato marijuana, fumando foglie di canapa indiana tre volte al giorno durante tutto il periodo di trattamento, hanno avuto una riduzione del dolore del 30%.
In Italia, come ha ricordato il ministro della Salute Livia Turco in commissione Affari Sociali, l'attuale legge Fini-Giovanardi ha aggravato la situazione, levando la cannabis dalla tabella delle sostanze che possono essere importate come farmaci. E' evidente che la criminalizzazione di una sostanza per i suoi possibili usi ludici ha di fatto creato l'impossibilita' per il suo uso terapeutico. Situazione ancora piu' paradossale per l'Italia, che e' il Paese tra gli ultimi per le terapie del dolore. Il Governo per questo ha presentato un disegno di legge per l'introduzione dell'uso terapeutico dei derivati sintetici della cannabis. Ma, mentre nel mondo la scienza fa progressi in materia, in Italia i tempi di approvazione della proposta del Governo sembrano jurassici, anche perche' occorre modificare la legge Fini-Giovanardi.
La proposta di legge che ho presentato con altri colleghi, e redatta in collaborazione con l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) (1) offre una soluzione per arginare l'attuale situazione: legalizzare l'autocoltivazione, la vendita di cannabis naturale per uso medico e l'utilizzo dei farmaci derivati da estratti di cannabis, sempre e comunque sotto controllo medico e previa autorizzazione dell'azienda sanitaria locale.
Vi e' infatti una notevole differenza tra l'utilizzo della cannabis in forma naturale e nei farmaci derivati dai suoi estratti. Secondo sperimentazioni cliniche e le testimonianze di pazienti, in questi farmaci c'e il problema del metodo di somministrazione, non in grado di dare all'organismo la quantita' sufficiente di cannabinoidi per alleviare efficacemente il dolore. Contrariamente al consumo di cannabis in forma naturale, ad esempio, la cannabis in pillole (Marinol) impiega da 1 a 4 ore per fare effetto. La forma sintetica e' costosissima per l'utente e per il sistema sanitario, ad esclusivo beneficio delle case farmaceutiche che la producono.
In attesa che il Governo faccia sua la mia proposta di legge, auspico comunque che il Senato approvi rapidamente il Ddl del Governo per l'introduzione dell'uso terapeutico dei derivati sintetici della cannabis.

(1) Qui il testo della proposta di legge:
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* deputata della Rosa nel Pugno
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