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Ci siamo già mangiati le risorse naturali di tutto l'anno
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Articolo di Redazione
26 settembre 2011 16:33
 
Domani, 27 settembre, è il global overshoot day, ossia la data in cui il nostro consumo di risorse naturali avrà superato la produzione annua della Terra. Così, avendo esaurito le ricchezze disponibili per il 2011, fino al 31 dicembre vivremo a debito mangiandoci il futuro.
"Non sono soltanto le banche e gli Stati a essere in crisi debitoria, è l'umanità nel suo insieme che ha problemi di debito. Prendiamo troppo dalla Natura e non riusciamo a restituirle il dovuto", avvertono WWF, Global 2000, Greenpeace e soprattutto Global Footprint Network. Per il resto dell'anno dovremo perciò intaccare il patrimonio, e intanto l'atmosfera si "arricchirà" di un altro bel po' di CO2 che le foreste non fanno in tempo a riassorbire.
La valutazione deriva dal confronto tra la biocapacità terrestre -le "entrate" di risorse naturali rinnovabili ogni anno- e l'impronta ecologica, vale a dire le "uscite". L'impronta ecologica, o footprint, corrisponde al fabbisogno dei mezzi ricavati dalla natura per produrre cibo e altri beni necessari a mantenere il nostro stile di vita, con le conseguenti emissioni di CO2. 
A questo ritmo, il fossato tra domanda e offerta ecologica aumenta. Negli anni sessanta si consumava la metà delle risorse disponibili e l'impronta ecologica era minore rispetto alla biocapacità della Terra. Nel 2007 inizia a manifestarsi il debito ecologico; nel 2008 la data fatidica la raggiungiamo 99 giorni prima della fine dell'anno e, nel 2010, siamo a 132 giorni prima.
I calcoli odierni indicano che i CO2 derivanti dal consumo di fonti d'energia fossili equivalgono a oltre il 50% dell'impronta globale. Dal 1970, la parte d'impronta dell'anidride carbonica si è più che triplicata ed è il segmento che cresce più in fretta. Non è un caso, quindi, se il mondo scientifico e l'Unione Europea insistono perché si riducano i CO2 dell'80-90% entro il 2050; lo considerano un fattore essenziale per ridimensionare l'impronta ecologica.
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