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Come la lobby del tabacco ha pagato gli scienziati francesi
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Articolo di Redazione
2 giugno 2012 20:15
 
“Changeux!” Il nome, scritto a mano, in caratteri grandi e seguito da un punto esclamativo, suona come un grido di vittoria. Il Post-it sul quale e' scritto e' attaccato ad una lettera, datata 10 agosto 1994, del grande neurobiologista francese Jean-Pierre Changeux, alla guida dell'Institut Pasteur. Questa lettera e' indirizzata al Council for Tobacco Research (CTR), un ufficio dell'industria del tabacco con base a New York, che finanzia la ricerca scientifica. Jean-Pierre Changeux chiede 255.000 dollari (273,500 euro correnti) per un progetto di mesi per studiare l'impatto della nicotina sul cervello di topi mutanti. La missiva con questa nota e' accessibile nell'oceano di documenti segreti dell'industria del tabacco -i “tobacco documents”- che il quotidiano Le Monde ha cominciato a sfogliare.
La CTR e' visibilmente onorata di attirare nelle proprie file un ricercatore di questa rinomanza. “Changeux e' molto famoso. Noi dobbiamo sostenere la sua attivita'”, scrive uno dei dirigenti del CTR, incaricato di valutare la candidatura del francese. “Il sostegno (finanziario) che ci chiede e' (...) fenomenale. Egli deve quantomeno ricevere una delle nostre sovvenzioni”, si entusiasma un altro responsabile dell'ufficio del tabacco americano. Nella sua domanda di compenso, Jean-Pierre Changeux dichiara di disporre di un budget di 401.636 dollari (430.000 euro correnti) per il 1994.
Tra il 1 luglio 1995 e il 31 dicembre 1998, attraverso il CTR, Changeux ricevera' 220.000 dollari (177.000 euro correnti) dall'industria del tabacco per il proprio laboratorio. Alla fine degli anni 90, il suo servizio sollecitera' e ricevera' anche dei fondi dalla RJ Reynolds, proprietaria del marchio Camel.
Che si sa, nel 1994, del famoso CTR? In una inchiesta pubblicata diciotto mesi prima che Changeux formulasse la propria richiesta di finanziamento, il quotidiano Wall Street Journal aveva descritto questo ufficio come responsabile della “piu' lunga campagna di disinformazione della storia economica degli Stati Uniti”. Creato nel 1953, il CTR era pilotato in parte dall'agenzia di relazioni pubbliche Hill & Knowlton e dagli avvocati incaricati e pagati dalle aziende del tabacco. La sua principale missione era di orientare favorevolmente la ricerca scientifica verso l'industria tabacchiera, finanziando alcuni progetti e scartandone altri.

CAMBIARE L'IMMAGINE DELLA NICOTINA
In poco piu' di quaranta anni, il CTR ha dispensato 281 milioni di dollari per sostenere piu' di 1.000 ricercatori che hanno pubblicato qualcosa come 6.000 articoli scientifici. Molti di questi lavori hanno consentito di fabbricare e di fermare il dubbio sugli effetti del tabacco sulla salute, o, ancora, di cambiare l'immagine della nicotina ponendo l'accento sui suoi aspetti positivi. Un centinaio di studi -gli “special projects”- erano addirittura di scienza taroccata, pilotati da specifici avvocati per diventare “munizioni” scientifiche da utilizzare quando i processi giudiziari cominciarono ad accumularsi a partire dalla meta' degli anni 60.
Questo non e' il caso dei lavori di Changeux, riconosciuto dai suoi pari come una figura maggiore della neurobiologia. E quindi? “Le strategie di finanziamento dell'industria del tabacco sono complesse", spiega lo storico delle scienze Robert Proctor (Universita' Stanford in Usa), il ricercatore che ha maggiormente testimoniato nei processi oltre-Atlantico contro le industrie del tabacco. Finanziare laboratori prestigiosi risulta molto utile agli avvocati dell'industria: quando fanno valere il fatto che sovvenzionano la scienza blasonata, essi hanno diversi nomi da mettere avanti per poi negare, e tra questi diversi Premi Nobel.
Da qui si capisce la contentezza dei dirigenti del CTR nel momento in cui ricevono domanda di finanziamento da Changeux. In particolare nell'ottobre 1994, nel momento in cui il neurobiologista abbordava il CTR, l'American Medical Assocaition (AMA) scriveva ai presidi di tutte la facolta' di medicina delle universita' americane per indurli a non piu' accettare i dollari del CTR ne' quelli di organizzazioni similari, come il Tobacco Institute e il Centre for Indoor Air Research. La piu' importante associazione medica degli Stati Uniti prevedeva gia' allora che i fondi destinati alla ricerca “aiutano l'industria a convincere chi decide e l'opinione pubblica, che ci sono dei legittimi progetti di ricerca in corso (...) e che la giustizia e' sempre sul punto di decidere sulla 'controversia'”. E questo accade quando per la scienza e' chiaro che il tabacco crea danni. Questi fondi sono utilizzati “per zittire le universita' e i ricercatori”, aggiunge l'AMA, ma anche “per assimilare istituzioni prestigiose all'industria del tabacco, e quindi acquisire rispettabilita'”.
Un punto di vista che sara' confermato, nel 1998, dal giudice californiano George Finkle: “I documenti (interni dell'industria), considerati nel loro insieme, forniscono prove che danno valore alle affermazioni dello Stato (della California) secondo cui le (industrie del tabacco) hanno utilizzato il CTR per ingannare l'opinione pubblica”. Il CTR sara' dismesso lo stesso anno. Esso e' sotto inchiesta in 74 indagini giudiziarie negli Stati Uniti.

IL CTR NON E' UN'AGENZIA SCIENTIFICA LEGITTIMA
“Dal 1994, ogni ricercatore competente avrebbe dovuto sapere che il CTR non era una agenzia scientifica legittima”, dice Stanton Glantz, specialista dell'industria del tabacco e professore di medicina all'Universita' della California di San Francisco. Il finanziamento concesso al laboratorio di Jean-Pierre Changeux consentira' diverse pubblicazioni, tra cui due sulla prestigiosa rivista Nature. La mediatizzazione di una di esse, nell'aprile del 1999, fornita' un'immagine piuttosto simpatica della nicotina: “la nicotina detiene la chiave antidolorifica piu' efficace”, sara' il titolo di un lancio dell'agenzia Reuters ripreso dal mondo intero.
Dalla meta' degli anni 80 all'inizio degli anni 2000, altri scienziati e medici francesi di primo piano hanno, come Jean-Pierre Changeux, beneficiato dei soldi dell'industria del tabacco. Tutti hanno realizzato programmi di ricerca che avevano a che fare con queste aziende. “Chiaramente, io non voglio che noi si investa sulla ricerca che non possa tornarci utile”, scrive il direttore degli affari scientifici di Philip Morris in una E-mail che giustifica il suo rifiuto di devolvere un finanziamento di 450.000 dollari al laboratorio di fisica delle interfacce della Scuola politecnica.
“Essere utile”: come? Questi finanziamenti gettano il dubbio sulla sincerita' dei discorsi pubblici sul tabacco che fanno -o che non fanno- i ricercatori finanziati dalle aziende del tabacco, sia che cio' avvenga sui media che nell'ambito di pubblici organismi.

UN ALTRO NEUROBIOLOGISTA RINOMATO MESSO IN CAUSA
A proposito, il caso di un altro neurobiologista rinomato, Jean-Pol Tassin, direttore della ricerca all'Inserm e professore al Collège de France. I documenti interni dell'industria del tabacco indicano che la sua équipe e il laboratorio del suo capo servizio Jacques Glowinski, uno dei pionieri della farmacologia in Francia, hanno ricevuto 2,8 milioni di franchi francesi (546.000 euro correnti) da Philip Morris Europe tra il 1989 e aprile del 2000, anno in cui Glowinski ha preso la presidenza del conseil scientifique de la Mission interministérielle de lutte contre la drogue et la toxicomanie (MILDT).
Tutto comincia nel 1986, Jena-Pol Tassin e Jan Marcovitch, direttore scientifico di Phili Morris Europe, con base a Neuchatel (Svizzera), si conoscono nell'ambito della commissione Hirsch, istituita dal Governo per valutare il tabagismo in Francia. Il neurobiologista e' animatore di un gruppo sulla dipendenza dove Marchovitch rappresenta l'industria. Il 5 novembre 1987, i due si reincontrano nel Collège de France per “esplorare la possibilita' di un programma di ricerca concepito intorno agli studi del professor Warburton” secondo una nota di Marchovitch, in cui vi si legge che Tassin ha “un'attitudine oggettiva” verso le sigarette, e che e' “aperto all'idea di fare ricerca sulla nicotina e sui recettori nicotinici”, e che “e' stato inviato dalla letteratura scientifica”.
Questo misterioso “professor Warburton” e' consulente di lunga data dell'industria del tabacco. Pioniere della ricerca sugli effetti positivi della nicotina (attenzione, trattamenti delle informazioni, memoria...), questo professore di psicofarmacologia all'Universita' di Reading (Regno Unito) ha pubblicato numerosi articoli senza mai rivelare i finanziamento che riceveva dall'industria del tabacco. A partire dal 1998, egli gioca un ruolo centrale per aiutare le aziende del tabacco contro un rapporto-chiave del Surgeon General, la piu' alta autorita' in materia della sanita' pubblica degli Stati Uniti. “Nicotine Addiction”, pubblicato nel maggio del 1998, afferma per la prima volta che la nicotina puo' creare una dipendenza forte come quella dell'eroina e della cocaina. La missione di Warburton sara' di cassare nell'ambito dei mass-media questo legame nicotina-droghe pesanti.

STUDI SUGLI EFFETTI STIMOLANTI DELLA NICOTINA
Se l'industria si appassiona per gli studi di Warburton sugli effetti stimolanti della nicotina, essa stessa vorrebbe identificare i meccanismi biologici soggiacenti. Questa la missione affidata a Jean-Pol Tassin. Questi alla fine del 1989, tornando da Neuchatel (la sede in Svizzera di Philip Morris Europe), “incantato e molto stimolato per gli scambi fruttuosi della sua riunione col comitato scientifico” di Philip Morris, come si legge in una E-mail tra Jacques Glowinski e Ian Marcovitch.
“Questa azione della nicotina sulla sensibilizzazione dei sistemi dopaminenergici corticali senza modifica dei sistemi dopaminergici sotto-corticali, potrebbe spiegare l'effetto positivo della nicotina sulle funzioni cognitive descritte da David M.Warburton”, scrive Tassin in una E-mail indirizzata a Ian Marcovitch nel giugno del 1990. Nel febbraio 1992, i ricercatori scrivono, a proposito dei neuroni particolari che hanno studiato, che la loro sensibilizzazione “alla somministrazione ripetuta della nicotina, potrebbe consentire di meglio comprendere il miglioramento delle performance cognitive osservate nell'uomo dopo che ha ingerito fumo di tabacco" (Warburton e altri, Psychopharmacology, 1986).
Ricercatore brillante, Jena-Pol Tassin, puo' anche potenzialmente condizionare le politiche pubbliche: “(Il Collège de France) rappresenta la prima entita' di ricerca neuronale in Francia ed ha un ruolo di esperto in tutte le decisioni legate alla farmacologia delle droghe”, dice un “memo” di Philip Morris.

CONVENZIONE CON LA PROPRIETA' DI MARLBORO E CHESTERFIELD
La collaborazione continuera' durante tutto il decennio. Nel 1998, Tassin sottomettera' a Philip Morris un nuovo progetto intitolato “L'effetto neuroprotettore della nicotina”, che sara' approvato nel 1999. Dieci anni dopo, Jean-Pol Tassin pubblichera' uno studio che fara' versare molto inchiostro. Egli suggerisce che la nicotina da sola non e' sufficiente ad innescare una dipendenza da parte dei fumatori: altri componenti del tabacco si sono rivelati indispensabili per rilevare il potere additivo. Questo studio si attira immediatamente le furie della Société française de tabacologie e della Alliance contre le tabac, che ritengono che la rimessa in causa del ruolo della nicotina nella dipendenza “coincide con gli interessi dell'industria del tabacco che ha da molto tempo negato, nelle sue informative verso l'esterno, che la dipendenza alla nicotina sia la causa principale del fatto che i consumi di tabacco continuano ad essere costanti nel mercato”. Tassin fa riferimento ai suoi risultati per farsi domande sull'efficacia dei sostituti nicotinici.
I soldi delle aziende del tabacco condizionano le dichiarazioni pubbliche dei ricercatori che ne beneficiano? Sempre, tant'e' che nel 2010, in un lungo incontro alla Lettre du Collège de France, Tassin dichiara che “le industrie del tabacco, cercando di fidelizzare e aumentare la loro clientela, hanno prodotto una notevole dipendenza patologica, ma in qualche modo senza volerlo”. “Esse hanno sempre cercato di produrre le sigarette piu' gradevoli possibile, con l'idea che fosse questo a fidelizzare i fumatori, perche' essi cercavano il legame tra piacere e dipendenza”. Pertanto esse sono pronte a contestare le false intenzioni. "Per esempio, si dice che essi mettano dell'ammoniaca nelle sigarette per rendere i fumatori piu' dipendenti. In realta', all'inizio, non e' per niente per questo motivo. Esse volevano solo ottenere un gusto gradevole”.
“Sono le tipiche parole senza senso dell'industria, dice Stanton Glantz. L'uso di parole come “gradevole” e “gusto” e' esattamente lo stesso di quello delle imprese del tabacco, quando cercano di eludere il fatto che esse hanno manipolato la nicotina e gli additivi delle sigarette per massimizzare la loro potenzialita' di dipendenza”. Un fatto che -aggiunge Glantz- e' conosciuto e riconosciuto dall'industria da lungo tempo dopo che, per esempio, i documenti interni di queste aziende hanno mostrato che esse si consideravano almeno dal 1963 di essere nel “business di vendere la nicotina, una droga che da' dipendenza, e efficace nei meccanismi per il rilassamento dello stress”.

SUI FINANZIAMENTI RICEVUTI DURANTE ALMENO DODICI ANNI
I “tobacco documents” rivelano anche l'ampiezza dei finanziamenti dell'industria per le attivita' di ricerca di Robert Molimard, professore di medicina, fondatore della Société de tabacologie (che ha presieduto fino al 2004) e del diploma universitario di tabaccologia. Sotto il nome in codice “Broca”, il laboratorio di Molimard ha ricevuto qualcosa come 3,5 milioni di franchi francesi (700.000 euro correnti) da Philip Morris tra il 1986 e il 1998. Non si sa se il suo finanziamento e' andato oltre il 1998, gli archivi dell'industria non sono stati ancora del tutto informatizzati. Ma il nome di Robert Molimard riappare nel 2000 su una lista di scienziati che chiedono un finanziamento a Philip Morris Europe per l'anno 2001.
Questi finanziamenti, ricevuti durante almeno dodici anni, non sono stati devoluti da Molimard nelle sue pubblicazioni scientifiche. Essi contraddicono la sua dichiarazione d'interessi alla Formindep (associazione di medici impegnata per una formazione e informazione medica indipendente della aziende farmaceutiche), di cui lui e' membro del consiglio d'amministrazione. Egli infatti dichiara sul proprio onore di non essere stato sponsorizzato dalle industrie del tabacco che non “tra il 1998 e il 1990”, al fine di “pagare un proprio tecnico”. La sua convenzione firmata con Philip Morris fa riferimento pero' ad un rapporto con un “ricercatore a tempo pieno”.

UN RUOLO STRATEGICO PRESSO I POTERI PUBBLICI
Era evidente che l'industria del tabacco sostenesse Robert Molimard. “Il professor Molimard e' considerato in Francia come uno degli esperti piu' importanti sul tabagismo”, precisa un “memo” della Philip Morris, che nello stesso tempo sottolinea il ruolo strategico che lo stesso Molimard puo' giocare presso i poteri pubblici: “Egli e' stato membro della commissione ufficiale istituita dal Governo per discutere di tabagismo (la commissione Hirsch). Molimard vedeva regolarmente Ian Marcovitch, una sorta di “agente per le trattative”. Nell'ambito dei suoi incontri, il tabaccologo informava le aziende del tabacco sul progredire dei suoi lavori, ma anche sugli ultimi sviluppi politico-scientifici sul tabacco in Francia.
Da dicembre del 1992, viene nominato nel gruppo “dipendenti dai prodotti del tabacco”, guidato dal Conseil supérieur d'hygiène publique (ministero Sanita'). Un gruppo incaricato di stabilire una lista cruciale per l'industria del tabacco: quella degli additivi autorizzati per le sigarette in Francia. Nel febbraio del 1993, Ian Marcovitch fa di nuovo visita a Molimard “per avere delle novita' sull'evoluzione dei lavori nel seno del gruppo di esperti sugli additivi del tabacco”.
La presa di posizione di Molimard nel dibattito pubblico, molto “da trincea”, collima spesso con le tesi dell'industria del tabacco. Egli stima, per esempio, che “non ci sia dipendenza dalla nicotina”, e che il rapporto del Surgeon General del 1998 e' una “beffa fantastica montata dall'industria farmaceutica per vendere i propri sostituti nicotinici, gomme da masticare e cerotti soprattutto!”. Per lui, aumentare le tasse sulle sigarette, come viene raccomandato dalla convenzione-quadro dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' per la lotta contro il tabacco, e' un errore. Le tasse non scoraggiano i fumatori, sostiene, ma rafforzano il contrabbando. Altro esempio: il divieto di fumare nei luoghi pubblici e' significativo di una “intrusione fascista”.
Nel gennaio del 2009, Molimard sara' invitato a parlare accanto a diversi consulenti o persone vicine all'industria del tabacco, in una conferenza contro il divieto del tabacco, organizzata a Bruxelles dalla rete The International Coalition Against Prohibition (TICAP). Messo in allerta da tre organizzazioni anti-tabacco, il Parlamento Europeo che avrebbe dovuto ospitare questa conferenza nei propri edifici, la vietera' all'ultimo minuto. Ma la conferenza si e' tenuta in un albergo vicino al Parlamento Europeo.

(articolo di David Leloup et Stéphane Foucart, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 02/06/2012)

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