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Davos, la montagna di dollari
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Articolo di Redazione
21 gennaio 2020 18:45
 
 Come gli dei dell'Olimpo, i grandi capitalisti del Pianeta si incontrano di nuovo sulla "montagna magica" di Davos, cara a Thomas Mann. Come spesso accade, ma un po' di più, date le proteste che montano contro l'ordine liberale caro ai loro cuori, il vertice ha dato ampi segni di apertura. Così, Greta Thunberg è venuta ad evangelizzare le folle con la sua retorica giovanile e febbrile, preceduta, al contrario, ideologicamente, da un Donald Trump sempre offensivo, che viene in questo antro per far dimenticare al mondo di essere il terzo presidente americano della storia sottoposto ad una procedura di impeachment.

Una lunga pletora di esperti, scienziati, funzionari di organizzazioni non governative e accademici viene a confrontarsi con i capi di Stato che hanno sempre fretta in questo vasto branco di grandi capitali, caratterizzato da una rara concentrazione di materia grigia e ricchezza notevole su cui inciampare, degno della grotta di Ali Baba. Non sappiamo se questa stazione in altitudine sia un vertice del pensiero, poiché include anche, per la forza delle cose, il suo comune gruppo di idioti delle Alpi. È comunque, per una settimana, molto più di un'eminenza innevata, una montagna di dollari.

Klaus Schwab, fondatore e organizzatore della cerimonia, apre le porte del suo forum a voci dissenzienti il ??più possibile, il che gli consente di aprire altrettanto le tasche, dove ogni anno cade una manna che gli ha permesso di accumulare una solida fortuna. Riceve i miliardari, il che ha permesso di diventare lui stesso miliardario al loro semplice contatto. Una versione molto personale di questo "deflusso" che funge da mantra per l'economia liberale, di cui è un fervente seguace.

Questo è il paradosso permanente di questo jamboree di denaro, che ha sapientemente affrontato le disuguaglianze globali o il riscaldamento globale: ne è il brillante simbolo. Le disuguaglianze formano la base del sugo per queste feste. Il vertice è finanziato da contributi molto costosi fatti a Schwab da parte di grandi aziende. Lungi dall'essere un'assemblea congiunta di buoni spiriti del Pianeta o attori del cambiamento economico e sociale, serve soprattutto come seminario di formazione permanente per maestri del mondo che desiderano respirare la voce respirando l'aria pura della Svizzera, che consente loro di valutare i fattori generali che controlleranno l'evoluzione del loro prezzo delle azioni.

Per quanto riguarda il riscaldamento globale, con una tale densità di jet privati, elicotteri-taxi e grandi spostamenti, per non parlare del costoso riscaldamento dei venerabili hotel dove queste eccellenze si proteggono dal freddo gelido, non si osa calcolare l'impronta di carbone dell'operazione. Abbiamo sentito chiamate angosciate al vertice di Davos contro l’aumento delle emissioni di CO2. Diffidiamo: la misura più immediata ed efficace per ridurre queste emissioni sarebbe semplicemente rimuoverle

(editoriale di Laurent Joffrin, pubblicato sul quotidiano Libération del 21/01/2020)
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