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Dopo la cremazione si riciclano i metalli
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Articolo di Redazione
28 marzo 2012 18:12
 
Impianti del ginocchio al titanio, protesi dell'anca in cobalto-cromo, maniglie e chiodi della bara, elementi ornamentali di zinco: dopo la cremazione rimane un bel po' di metallo. Un'azienda olandese lo raccoglie, lo separa e lo vende per conto dei crematori. Ma è giusto riciclare la protesi della nonna?

Da vivi, un buon impianto sostitutivo dell'articolazione perduta può costare come un'utilitaria; da morti, perde funzione e valore. Però quel che resta può ancora dare guadagno, come dimostra Ruud Verberne con la sua società Orthometals a Zwolle in Olanda.
I cadaveri vengono cremati a 900 gradi mentre per fondere il titanio ne servono 1668. Così i metalli durano e vengono poi buttati via o sotterrati. Orthometals, invece, consegna ai crematori i bidoni per raccoglierli; una volta all'anno questi vengono ritirati, e nello stabilimento si separa il contenuto dei 200-250 contenitori provenienti dall'Europa più una ventina da Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanda. La quantità di metallo di ogni crematorio è documentata.
Dopo la cernita i metalli riacquistano un valore, e il ricavato della vendita -dedotti i costi per trasporto, personale, macchinari, affitto, investimenti- torna ai crematori per essere devoluto a scopo benefico. Il fatturato s'aggira sui 4 milioni di euro -si lavora quasi a prezzo di costo, dice Verberne; su 100 euro di utile, 60-75 euro vanno ai crematori, che li ricevono in media dopo tre mesi. Orthometals ha più di 450 lavoratori ed è una pioniera nel settore.

Dapprima l'idea pareva macabra anche a me
E' corretto riciclare l'anca artificiale della nonna? Si possono fondere le parti metalliche della sua bara per farne aerei o utensili di cucina?
Si può, e anzi si dovrebbe, sostiene Verberne (61 anni). "Inizialmente anch'io trovavo macabra l'idea". Era il 1987, lui lavorava nel recupero dell'alluminio, e il trattamento dei metalli ortopedici gli fu suggerito dal chirurgo Jan Gabriels che aveva in cura sua figlia. Gli ci vollero dieci anni per convincersi a creare l'azienda con Gabriels. "Ho maturato la convinzione di poter avviare questo tipo di riciclaggio, però nel rispetto di ciò che avviene nei crematori". Già nel 1998 l'azienda si espanse in Belgio e oggi Orthometals è presente in 19 Stati.
Attraverso i dati aziendali si può disegnare una sommaria mappa socioeconomica e di chirurgia ricostruttiva. "Si nota che in Europa c'è un alto livello sanitario e che si ricostruisce molto", dice Verberne. Ma con delle differenze notevoli. "Nelle aree più povere i crematori hanno meno metalli -a Lille molto meno che a Cannes o a Saint-Tropez". La diversità si vede anche dai metalli usati: se prevale il titanio o il cobalto.

Riciclare va bene, ma nella trasparenza
Chi lavora in un ambito delicato qual'è la morte e il dopo qui sulla Terra, non può prescindere dalla fiducia dei famigliari del defunto e da quella dei crematori. I metalli possono essere riciclati, ma solo con il consenso dei parenti; lo sostengono anche gli operatori tedeschi delle pompe funebri o le associazioni che promuovono la cultura della sepoltura. L'attività di imprese come Orthometals è anche una risposta al modo in cui la società affronta la morte, lo specchio di un mutamento sociale: se ciò che resta di una persona non finisce sepolto nel terreno del crematorio, ma può essere valorizzato, il tabù del morire esce dall'angolo in cui la società tende a relegarlo.

Quel materiale non appartiene a noi
Perché Verberne non si arricchisce con la sua azienda? Molti gli dicono che potrebbe guadagnare tanto di più. "La mia ricchezza è che andando a vendere il modello Orthometals ho potuto vedere il mondo intero. E' cosa preziosa per me. Non tutto è remunerabile col denaro".
Questo sistema ha anche il merito di evitare complicazioni giuridiche; ciò che resta dopo la cremazione non appartiene più a nessuno -se mai ai parenti, che però non sanno che farsene. Verberne: "Il materiale non ci appartiene, ci è stato dato per farne qualcosa che abbia un senso. L'unica soluzione sensata è ricavare soldi a scopo benefico".
Infine questo trattamento risolve anche un problema ecologico, dato che i metalli sotterrati restano uguali anche dopo mille anni.

(servizio di Benjamin Schulz da Zwolle per Der Spiegel del 26-03-2012, tradotto e adattato da Rosa a Marca)

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