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Elettricita' nell'erba. Studio svedese
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Articolo di Redazione
24 novembre 2015 9:09
 
 C'e' dell'elettricita' nell'erba. E' l'eventualita' prospettata da alcuni ricercatori dell'Universita' di Linkoping in Svezia, che sono riusciti ad integrare dei circuiti elettronici all'interno di un fiore, e a farvi circolare dell'elettricita', senza uccidere la pianta. Una primizia riportata dalla rivista “Science Advance”.
“i nostri lavori aprono il campo a nuove tecnologia e strumenti basati sulla fusione di componenti elettronici organici di qualsiasi pianta”, dicono gli autori dello studio. Quanto ci permette gia' di immaginare dei sistemi che consentano di misurare i bisogni fisiologici dei vegetali e di nutrirli in modo ottimale, al momento giusto e senza eccessi. Cosi' come dei dispositivi in grado di produrre e recuperare elettricita' a partire dalla fotosintesi.
Presentati come un'alternativa agli organismi geneticamente modificati (OGM), i loro lavori hanno in realta' il medesimo obiettivo: “ottimizzare le piante”. C'e' da notare che il sistema nutritivo, nella fattispecie, ha numerose similitudini con l'organizzazione dei circuiti elettronici. Da un alto ci sono le radici, i vasi, i rami e le foglie. Dall'altro, si ritrovano delle connessioni, dei fili, delle interconnessioni e dei dispositivi elettronici.
Per trasformare la loro rosa in un cyber-vegetale, gli autori della ricerca hanno cominciato col tagliarle la parte inferiore del gambo prima di mettere in ammollo il fiore in una soluzione liquida di acqua e ethylenedioxythiophene (una miscela biocompatibile nota per le sue proprieta' di conduzione elettrica).  
Una conduttivita' da 0,1 Siemes per centimetro
Tirando fuori dall'ammollo la pianta ventiquattro ore dopo, i ricercatori hanno anche osservato che la miscela era cresciuta di una decina di centimetri lungo alcuni vasi della pianta e si era solidificata, formando un notevole circuito elettronico all'interno. La rosa gli ha anche dato una mano: “Questa varieta' e' conosciuta perche' aumenta la concentrazione di ioni bivalenti nei suoi vasi quando rintraccia dei potenziali agenti patogeni o sostanze tossiche. Questa reazione di difesa ha facilitato l'organizzazione e la formazione dei fili elettronici lungo le pareti interne”, ha spiegato Magnus Berggren, che ha partecipato allo studio, sul sito specializzato IEEE Spectrum.
Lui e i suoi colleghi hanno quindi fatto circolare una corrente elettrica, misurando una conduttivita' di 0,1 Siemens per un centimetro. Inoltre sono riusciti a convertire i segnali chimici in elettricita', a partire dalle proprieta' del famoso “hydrogel” -cosa che secondo loro permette di trasformare la fotosintesi delle piante in risorsa energetica per l'umano.
Positivamente per la pianta, i ricercatori hanno constatato che questo nuovo cablaggio non impedisce alla pianta stessa di alimentarsi con acqua e i nutrimenti necessari al proprio sviluppo, dalla base fino alle foglie. Queste ultime fanno ancora resistenza poiche' il gel non e' arrivato fino ad esse. Per rendere le foglie conduttrici, i ricercatori non hanno trovato alta soluzione che iniettare in esse la soluzione miracolosa direttamente. Per ora i ricercatori sono ottimisti: “Occorre migliorare il tutto”.

(articolo di Gabriel Siméon, pubblicato sul quotidiano Libération del 23/11/2015) 
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