testata ADUC
Etichette vino. Ipocrisia, divieti e salute
Scarica e stampa il PDF
12 gennaio 2023 15:13
 
Si levano gli scudi contro la concessione della Ue ad usare sull'etichetta del vino venduto in Irlanda indicazioni sui pericoli del consumo di alcool. Qualcosa, immaginiamo, come avviene sulle confezioni di tabacco. Gli scudi sono, ovviamente, in favore di quella che alcuni chiamano “civiltà del bere” e, soprattutto, perché ne avrebbe un grave danno uno dei prodotti tipici del “made in Italy”.

Il vino fa parte della nostra cultura. Come altre per il whisky, la vodka, il saké, la cannabis, la ayahuasca, la foglia di coca. Inoltre, pari merito, la cultura del tabacco è diffusa ovunque anche se spesso non ci sono produzioni locali da proteggere ma solo mercati.

Per il tabacco in tutto il mondo ci sono politiche di prevenzione e contenimento. Per l’alcool, a parte i Paesi che non lo contemplano per motivi religiosi, le misure di contenimento sono molto inferiori e, infatti, tra le prime cause di morte nel mondo c’è l’abuso di alcool.

E’ evidente che quanto viene fatto per altre sostanze alteranti non accade per l’alcool, soprattutto nella forma di vino. C’è qualcosa di alogico in questo comportamento e, infatti, per quanto riguarda la cannabis, per esempio, questa mancanza di logica è in via di superamento: sono tanti gli Stati che l’hanno legalizzata e altrettanti che sono lì lì per farlo.

Sembra che siamo sulla via del superamento dell’ipocrisia che fa parte delle diverse sostanze alteranti lo stato fisico e psichico, ma la strada è ancora lunga.

In questa strada si inserisce, a ragion veduta, la concessione Ue per l’Irlanda… in linea con altre sostanze proibite o molto attenzionate. Etichette irlandesi che farebbero piazza pulita di diverse ipocrisie mettendo alla luce del sole alcune questioni di tutte queste sostanze: quanto sono dannose perché illegali e/o quanto sono dannose perché, con la storia della civiltà e della cultura, si è scelto di non informare i consumatori sui loro effetti per uso e abuso.

La vicenda Ue/Irlanda, piuttosto che pretesto per urlare al complotto contro i prodotti del “made in Italy”, crediamo sia ottima occasione per spogliarci di ipocrisie varie e affrontare la questione per quello che è: come e quanto informare i consumatori, a partire dall’uscita dalla clandestinità di tutte le sostanze inebrianti.

Difficile in Italia, viste, per esempio, le leggi in materia di droghe legali e illegali, e la tendenza a considerare quelle legal intoccabili, a parte il tabacco,
 
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile

DONA ORA
Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS