Il 65% degli italiani vuole rimanere nell'euro, mentre solo il 44% vuole rimanere nell'Unione europea.
Dati sorprendenti che dimostrano la scarsa conoscenza di ciò che è Europa, infatti, non si può rimanere nell'euro e uscire dall'Unione europea, perché l'appartenenza a quest'ultima è propedeutica alla moneta unica, cioè l'euro.
Una valutazione non proprio benevola del popolo italiano ci collocherebbe nella categoria dei furbi: visto che uscire dall'euro comporterebbe svalutazioni consistenti del proprio patrimonio mobiliare e immobiliare, allora è bene rimanere ancorati all'euro, mentre le regole europee sono viste come impedimenti o limitazioni all'autodeterminazione. Insomma, vivere in condominio va bene perché distribuisce i costi su più soggetti, mentre non è gradito perché impedisce di fare ciò che vogliamo.
Insomma, che ce ne viene a stare in Europa?
Vediamo alcuni esempi nel campo alimentare e sanitario.
L'Unione europea ha norme comuni nel campo della sicurezza alimentare, vale a dire che un alimento, prodotto in ciascun Stato europeo, ha norme comuni relative alla produzione e all'uso di prodotti chimici di sintesi e ha controlli standard uguali per tutti. Un alimento francese o tedesco, o di qualsiasi Paese Ue, ha le stesse garanzie di quello italiano.
Stessa normativa abbiamo per la qualità delle acque e dell'aria e ogni cittadino europeo ha diritto ad accedere alle cure sanitarie dei Paesi comunitari, inoltre, i farmaci sono soggetti a valutazione dell'apposita Agenzia europea.
Insomma, nonostante i denigratori dell'Europa, che la considerano oppressiva, i vantaggi di rimanere nell'Unione europea sono di gran lunga superiori a quelli di uscirne.