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Ferragosto in mare?
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Articolo di Annapaola Laldi
13 agosto 2019 13:05
 
Se per tanti il “ferragosto al mare” è una festa, lo stesso, di certo, non si può dire di un ferragosto in mare per i 151 salvati da sicuri naufragi, che da 12 giorni, si trovano a bordo della nave “Open Arms” [traduzione: braccia aperte] e neppure per le 356 persone raccolte nei giorni scorsi dalla nave di SOS Mediterranée e Medici senza frontiere, “Ocean Viking”, che è, sì, più attrezzata, ma comunque inadatta, anch’essa, a ospitare per più giorni tante persone che già hanno sul corpo i segni di fatiche e violenze inenarrabili.
Nel silenzio letteralmente tombale delle autorità italiane ed europee sulla sorte di queste sorelle e fratelli umani, tra cui parecchi minori, anche molto piccoli, l’unica voce che si leva a perorare la loro causa sacrosanta è quella della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI).
Proprio ieri, 12 agosto, Luca Maria Negro, presidente FCEI, e Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola Valdese, si sono rivolti con una lettera al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, il quale, per altro, già pochi giorni fa aveva sollecitato Juncker a farsi carico della questione. Nella lettera dei due pastori si dichiara la disponibilità degli evangelici ad accogliere le persone raccolte in mare e si sollecita una una «soluzione umanitaria, tecnica e provvisoria», in attesa della definizione quell’accordo europeo sui migranti auspicato dallo stesso Sassoli nel suo discorso di insediamento.
(Da notare che ai primi di agosto la FCEI aveva già avanzato la disponibilità ad accogliere questi naufraghi al presidente del consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell’interno Matteo Salvini, senza evidentemente riceverne risposta).

Ma ecco il testo della notizia su NEV (Notizie Evangeliche) del 12 agosto 2019.
 
«Open Arms»: serve con urgenza “una soluzione umanitaria”
Le chiese protestanti scrivono al presidente del Parlamento europeo

Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia(Fcei), pastore Luca Maria Negro, e il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, hanno scritto il 12 agosto al presidente del Parlamento europeo on. David Sassoli per riaffermare la disponibilità ad accogliere i profughi soccorsi dalla nave Open Arms lo scorso 2 agosto. «Vogliamo ribadire a lei e al Parlamento europeo la disponibilità delle strutture della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e della Tavola valdese a farsi carico dell’accoglienza di queste persone in attesa che, doverosamente, si definisca quell’accordo europeo che lei stesso ha opportunamente auspicato – si legge nella missiva, che prosegue invitando a – mettere al primo posto la salute e il destino di persone che hanno già subito gravi traumi». Negro e Bernardini, che l’8 agosto avevano già scritto al premier Giuseppe Conte e al ministro Matteo Salvini offrendo la disponibilità ad accogliere, chiedono con urgenza una «soluzione umanitaria, tecnica e provvisoria che avrebbe il grande merito di dare sollievo a persone già oggi allo stremo». Sia la Fcei, attraverso il programma Mediterranean Hope, sia la Tavola valdese per mezzo della Diaconia valdese sono già operative in attività di accoglienza e nella gestione, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, dei “corridoi umanitari”, frutto di un protocollo con i ministeri degli Esteri e dell’Interno. La Open Arms è all’11° giorno in mare aperto con oltre 160 persone a bordo. Nella notte si è resa necessaria l’evacuazione medica per un sospetto caso di tubercolosi e, questa mattina, per una donna colpita da polmonite e un’altra affetta da tumore al cervello. Le due donne, con le loro famiglie, dovrebbero essere prese in carico a Malta.

P.S. La notizia sopra riportata mi risulta coperta, stamani, anche dal quotidiano "Avvenire".

 
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