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La forza della solidarietà
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Articolo di Annapaola Laldi
23 maggio 2017 10:13
 
 E così Rochi, il cane smarritosi a Grosseto il 12 maggio scorso, e il suo amico umano si sono ritrovati. Fa piacere seguire praticamente in diretta una storia così.
Qualcuno potrebbe dire che è irrilevante, una sciocchezza di fronte a tutto quello che succede nel mondo o anche soltanto qui, nella nostra piccola Italia. Tanto più che Rochi e il suo anziano amico umano vengono addirittura da Lampedusa …
Ma, a ben guardare lo svolgimento dei fatti, questa storia non è affatto irrilevante. Essa infatti mostra che la solidarietà umana può dispiegarsi, qui e ora, prendendo sul serio uno dei bisogni primari dell’essere umano; quello dell’amicizia.
Vi prego, aiutatemi”, aveva detto il pastore lampedusano nel suo appello, “ho 72 anni, sono solo. Non ho altra compagnia. Aiutatemi a trovare il mio fedele amico”.
E tale richiesta d’aiuto è stata raccolta, appunto, in modo confortante. E dico “confortante”, perché se c’è stata, in questo caso, una mobilitazione non scontata, vuol dire che esiste dentro di noi, anche in quelli che affermano di volere pensare per sé e basta, vuol dire, dico, che invece esiste in tutti, o almeno in molti, la possibilità di lasciarsi toccare dal senso di solidarietà anche verso uno sconosciuto, una persona semplice, un anziano, un pastore povero e solo, che nei giochi del potere risulta sicuramente ai margini.
In questa storia a lieto fine, che comincia a Grosseto, nel cuore della notte, quando Rochi scende dal treno per Salerno, perché non vede più il padrone, che è andato alla toilette, mi ha colpito positivamente il fatto che l’ansia dell’uomo per avere perso il suo meticcio, sia stata presa subito  sul serio non solo dalla responsabile dell’ENPA (la protezione degli animali) di Grosseto, che si è fatta carico delle ricerche di Rochi nel capoluogo maremmano e nelle altre città dove si era fermato il treno, ma anche dal personale viaggiante dell’Intercity, dagli agenti della polizia ferroviaria di Napoli, dove il pastore lampedusano è sceso, probabilmente per prendere il traghetto che lo doveva riportare nella sua isola. Ma non solo. Anche la polizia municipale di Grosseto si è attivata, insieme con diversi volontari che, in effetti, hanno individuato Rochi nei pressi della stazione, un Rochi, però, spaventato e inavvicinabile, che scappava non appena qualcuno, sia pur con le migliori intenzioni, cercava di avvicinarglisi.
E, mentre il suo amico umano cominciava a disperarsi, perché non aveva i mezzi per tornare a Grosseto per far sentire la propria voce, il proprio odore, a Rochi e, quindi riprenderselo, ecco che da Firenze un uomo, che non è detto sia ricco, si è offerto di pagare al pastore il viaggio in aereo e la permanenza a Grosseto finché padrone e cane non si fossero riuniti.
Cosa che è avvenuta a una decina di giorni dall’inizio della separazione, anche grazie all’attività di monitoraggio dei volontari dell’ENPA, che avevano seguito le mosse del cane di giorno in giorno. “Mi sembra un sogno”, ha detto il pastore commosso, tenendo in braccio Rochi che, in effetti, appena ha sentito l’odore, il fischio e la voce del suo umano, gli è corso incontro scodinzolando e guaendo, certo,di felicità.
E così, ieri sera, padrone e cane sono ripartiti con un treno di notte, sotto la scorta amichevole del capotreno, per la Sicilia e la loro isola, così piccola come dimensioni, e così cruciale per il nostro spirito di umanità. Segno e testimonianza, loro, di una solidarietà singolare e collettiva che ha bisogno di dispiegarsi sempre più capillarmente anche verso gli umani smarriti che cercano rifugio e amicizia presso di noi. 
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