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 U.E. - U.E. - Francia. Bioetica: i risultati del primo sondaggio sull'opinione dei francesi
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Articolo di Jean-Yves Nau
15 febbraio 2007 15:41
 
Nel quadro degli incontri parlamentari che organizza presso l'Assemblea nazionale in vista della prossima revisione della legge di bioetica, l'Agenzia di biomedicina ha reso noti i risultati della prima indagine nazionale svolta tra il grande pubblico sui temi contemporanei di bioetica. "Si trattava di fare il punto delle opinioni sui principali quesiti sollevati dall'assistenza medica alla procreazione (AMP), la ricerca sugli embrioni e la genetica umana", precisa Carine Camby, direttrice generale dell'Agenzia. Il lavoro e' stato condotto dall'istituto InfraForces dal 19 dicembre 2006 al 29 gennaio 2007, per mezzo di interviste telefonifche a un campione nazionale di 1.086 persone rappresentative della popolazione francese oltre i 18 anni. Emerge che piu' di 3 francesi su 4 (78%) ritengono che le varie tecniche di AMP siano preferibili, in caso di difficolta' a procreare, all'adozione o alla rinuncia ad avere figli. Tra le persone interrogate, il 69% sostiene che "si dovrebbero utilizzare tutte le possibilita' che la scienza offre per avere un figlio". In quanto alla questione molto controversa sull'uso che potrebbe essere fatto dell'AMP al di fuori della coppia "composta di un uomo e di una donna in eta' feconda" (come prevede la legge della bioetica del 1994), l'indagine consente di avere una primo riscontro di come la pensano i francesi: il 55% delle persone interpellate sostiene che le tecniche dell'AMP dovrebbero essere consentite esclusivamente alle coppie eterosessuali; solo il 29% e' d'accordo che a beneficiarne siano anche coppie di lesbiche. In compenso, il 46% del campione si dice favorevole alla "possibilita' per una vedova di essere fecondata con lo sperma congelato del marito"; una possibilita' oggi vietata dalla legge. Infine, il 38% sostiene che anche una donna sola, se lo desidera, debba poter beneficiare di una tecnica di AMP. Per la stragrande maggioranza delle persone, l'eta' e' molto importante: il 91% disapprova nettamente il ricorso alla AMP da parte di donne oltre i cinquant'anni, il 72% quando si tratti di uomini sopra i cinquant'anni, il 46% e' contrario all'AMP per le donne che abbiano superato i quarant'anni. Piu' di un francese su due pensa che sia accettabile "il fatto che una donna in buona salute presti il proprio corpo a una coppia per ospitare il loro figlio e dargli la vita"; il 53% vorrebbe che la legge autorizzasse questa pratica. Da notare che, contrariamente alle disposizioni legislative attuali, il 44% degli intervistati pensa che il ricorso alle "madri portatrici" sia gia' consentito in Francia.
Un'ampia maggioranza (79%) sostiene di essere molto attaccato all'idea dell'anonimato per quanto attiene la donazione di sperma e di ovociti, giacche' l'anonimato protegge il donatore e la sua famiglia. Nello stesso tempo, pero', una persona su due si professa sostenitore del diritto di conoscere le proprie origini genetiche. Solo una maggioranza risicata (54%) e' contraria a che i genitori possano scegliere alcune caratteristiche biologiche dei donatori di cellule sessuali (colore della pelle, taglia, livello di studio...) mentre il 29% e' aperto a queste possibilita' gia' in vigore in alcuni Paesi, come negli Stati Uniti. Riguardo a un'altra questione etica attuale, il 79% dichiara di propendere per la gratuita' e si oppone decisamente a qualsiasi eventualita' di commercio di cellule sessuali o di embrioni umani. Tuttavia, il 55% si dichiara favorevole a un rimborso per la donazione di ovociti e il 32% accetterebbe che le donne volontarie fossero indennizzate.
L'indagine consente anche di evidenziare, per la prima volta, la relativa confusione che prevale nell'opinione pubblica in quanto a percezione di che cosa sia -o non sia- un embrione umano. Cosi', una persona su due pensa che l'embrione sia sinonimo di feto e il 47% dichiara che l'embrione e' "un mucchio di cellule". D'altra parte, l'80% ritiene che la ricerca su embrione e genetica umana sia "una speranza per il futuro e un progresso per i malati e le loro famiglie". Solo il 19% pensa che "sarebbe andare troppo lontano". Infine, il 65% appoggia la donazione di embrioni a scopo di ricerca.
Riguardo alla diagnosi prenatale, il 95% considera che questa possibilita' tecnica sia buona cosa, e l'89% pensa che in caso di una malattia genetica, spetti alla coppia decidere cosa convenga fare, anche se il parere medico e' importante. Ma il 75% rifiuta l'idea che siano la legge o un comitato etico ad intervenire su una simile decisione. Venendo alla diagnosi preimpianto, il 48% la vede come "una cosa molto buona" e il 36% "un avanzamento importante per la medicina". Solo il 16% dichiara che "e' andare troppo oltre". Infine, una leggera maggioranza e' contraria a che i genitori possano concepire un figlio per curarne un altro.
Non e' insignificante rilevare come l'80% delle persone interpellate sostenga che le istituzioni religiose non dovrebbero intervenire su queste questioni, un'opinione condivisa anche dal 68% dei credenti. "L'indagine consente di constatare che la categoria socioprofessionale, il sesso, l'eta' e il grado d'istruzione non sono discriminanti", conclude l'Agenzia. "Gli elementi raccolti fanno intravedere un'opinione pubblica con convinzioni non stabilizzate, sia per mancanza di riflessione, sia per mancanza d'informazione, sia per la difficolta' dell'argomento, sia perche' si tratta di temi intimi e personali, e una posizione sociétale non e' ancora radicata. L'opinione su questi argomenti e' in costruzione".

(Da Le Monde del 7 febbraio 2007)
Traduzione di Rosa a Marca
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