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Germania. Limiti alla selezione degli embrioni
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Articolo di Katja Riedel
15 febbraio 2007 15:59
 
Con un raggio laser si apre l'embrione e con una pipetta si prelevano da due a otto cellule -cosi' inizia la diagnosi genetica preimpianto (DGP), l'analisi degli embrioni durante un processo di fecondazione medicalmente assistita. Questa tecnica consente alle coppie che rischiano di essere portatori di un difetto genetico di selezionare gli embrioni esenti da quel difetto. Per alcuni, la DGP e' la logica conseguenza della fecondazione assistita; per altri e' un travalicamento dei limiti, un paletto etico. Il quesito, se sia giusto che anche in Germania le coppie possano fruire della scelta degli embrioni e' scaturito dal dibattito sulla possibilita' o meno di reperire cellule staminali embrionali. La fondazione Friedrich-Ebert-Stiftung ha organizzato a Berlino un incontro intitolato "Prospettive applicative della DGP in Europa", con l'intento di portare nuova linfa al dibattito. Il tenore della conferenza era questo: la Germania necessita di una DGP regolamentata, e il timore di una deriva della selezione embrionale non e' giustificato.
L'attuale legge tedesca prescrive che si possano produrre embrioni solo per usarli in un processo di fecondazione, e cio', per la maggioranza dei giuristi, equivale a un divieto della DGP, giacche' per l'analisi preimpianto serve un numero superiore di embrioni rispetto a quelli da utilizzare. La sociologa in medicina Irmgard Nippert ha sostenuto che in Paesi come Gran Bretagna, Belgio e Francia, la DGP e' regolamentata da norme diversamente severe, ma che in un decennio di pratica non hanno portato a nessun fenomeno di massa, ne' e' stato registrato un uso della selezione embrionale diverso da quello finalizzato ad impedire malattie ereditarie. Tutt'ora si tende ad analizzare con prudenza una singola anomalia, in base a un preciso sospetto. Ne' viene effettuato il "social sexing", ossia la scelta di un embrione in considerazione solo del sesso desiderato. La signora Nippert ha pero' segnalato che queste leggi lasciano intravedere la possibilita' di favorire un altro fenomeno, da molti avversatoi: la creazione mirata di un designer baby. Si tratta di un embrione che, avendo compatibilita' tessutale, viene selezionato per far nascere un bambino "salvatore" di un fratello malato, grazie alle cellule staminali del suo cordone ombelicale. In Francia e in Gran Bretagna esiste un'istanza superiore che esamina caso per caso, in Belgio e' l'ordine dei medici a decidere. Ogni settimana, una o due coppie tedesche vanno in Belgio per sottoporsi alla fecondazione medicalmente assistita, DGP inclusa. Lo fanno a spese loro, mentre nei Paesi in cui e' autorizzata, e' il sistema sanitario ad assumersene i costi. Cio' ha dato la stura a diversi dei presenti per denunciare l'ingiustizia e per chiedere che anche in Germania venga autorizzata la selezione embrionale. Che esista un autentico "turismo del test genetico" lo mostra anche un nuovo studio della Commissione Ue, diretto da Dolores Ibarreta, in cui si denuncia la carenza di standard qualititavi e una scarsa vigilanza medica dopo la DGP. L'indagine dovra' servire alla Commissione per predisporre una direttiva Ue, come ha sottolineato a Berlino la stessa signora Ibarreta.
Lo spartiacque tra oppositori e favorevoli alla DGP passa per la domanda se un ovocita fecondato sia gia' vita e se quella sia vita umana, quindi intoccabile, oppure no. No -affermano gli specialisti di medicina riproduttiva come Klaus Diedrich di Lubecca, presidente della Societa' tedesca di ginecologia. Egli considera la diagnosi preimpianto un'alternativa alla diagnosi prenatale del feto nel corpo della madre. Nel secondo caso i genitori sono messi di fronte alla scelta di un aborto. Solo il 20% degli embrioni creati artificialmente sono vitali, e molti di loro non potrebbero mai svilupparsi in una persona a causa di un difetto, ha spiegato anche Peter Braude, professore al King's College di Londra e favorevole a una nuova normativa tedesca. Ha accennato ad una "inconsistenza" della legge tedesca, la quale tutela piu' gli embrioni esterni di quelli interni all'organismo umano. Il teologo evangelico e bioetico Hartmut Kress e' d'accordo con una DGP prudente e controllata da un ente supervisore. Ha sostenuto che un embrione e' senz'altro "vita umana", ma non ancora "un essere umano"; perche' lo sia ci vuole qualcosa di piu' di una predisposizione genetica. In totale disaccordo -e unico relatore- il suo collega cattolico Dietmar Mieth, che ha argomentato il suo dissenso non dal punto di vista cattolico, ma con la visione filosofica di Kant. Alla fine i favorevoli sono riusciti a riportare il tema dalla loro parte, puntando su due argomenti: la crudelta' dell'aborto ritardato e l'ingiustizia del "turismo DGP".

(Da Frankfurter Allgemeine Zeitung del 2 febbraio 2007)
Traduzione di Rosa a Marca
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