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Legge Omolesbobitransfobia: il ruolo e la posizione delle Regioni
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Articolo di Sara Astorino
21 maggio 2020 0:13
 
 In data 17 Maggio 2020 si è festeggiato il trentennale, 1990-2020, della lotta contro l’omolesbobitransfobia.
Nonostante il percorso giurisprudenziale abbia portato al riconoscimento di alcuni diritti, che rimangano comunque troppo pochi a parere di chi scrive, purtroppo ad oggi, nonostante le varie proposte depositate al Senato ed in attesa di discussione, in Italia non è stata ancora emanata una Legge Nazionale che si occupi di contrastare i fenomeni discriminatori connessi all’orientamento sessuale.
Manca, in altri termini, una Legge univoca sull’omolesbobitransfobia.
Sarebbe, tuttavia, errato pensare che esista un completo vuoto normativo poiché in molte Regioni italiane una legge è stata emanata.
In quest’articolo cercheremo di formulare, per quanto possibile, un prospetto riepilogativo.

In Valle d’Aosta in data 13 Novembre 2019 è stata depositata una proposta di legge finalizzata a contrastare le discriminazioni e le violenze legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere. La proposta si compone di 14 articoli ove sono individuati e predisposti gli strumenti da utilizzare per operare fattivamente il contrasto. Nota positiva connessa alla presentazione di questa proposta è che il Consiglio Permanente degli Enti Locali ha espresso all'unanimità parere favorevole alla stessa.

In Piemonte nel 2016 è stata approvata la Legge Regionale n. 5/2016, cui ha fatto seguito il regolamento attuativo. Questa legge che si compone di 19 articoli ha un primato.
Il Piemonte è stata la prima Regione Italiana ad applicare esplicitamente il principio di parità di trattamento e non discriminazione. Principio contenuto tanto nella nostra Costituzione e nei Trattati europei. La Legge, inoltre, dà attuazione all'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Il Regolamento attuativo è stato, invece, approvato in data 27 Febbraio 2017 rendendo operativi i principi che hanno ispirato la Legge

In Lombardia, in data 06 Dicembre 2019, è stata depositata la proposta di legge denominata “Norme contro la discriminazione determinata dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.
Questa legge è anche conosciuta come Legge Nanni ed è stata redatta da Giuseppe Polizzi con lo scopo di rimuovere tutti gli ostacoli che generano discriminazioni dirette e indirette determinate per orientamento sessuale e identità di genere.

In Veneto non è stata ancora emanata alcuna Legge. Tuttavia sono numerosi i pride che vengono organizzati e svolti nei Comuni facenti parte della Regione. Circostanza che consente di evidenziare come in una Regione, come quella del Veneto, priva di Legge si svolgano i pride mentre nella Toscana “pioniera” molte volte si nega l’autorizzazione allo svolgimento degli stessi.

In Trentino Alto Adige nell'anno 2016 si pensava di essere arrivati alla possibilità di far approvare la legge provinciale contro l'omofobia. La discussione, invece, non si è mai tenuta e la legge è stata sostituita da un atto di indirizzo con il quale è stato chiesto alla giunta di deliberare delle linee guide concrete ed incisive al fine di disciplinare il fenomeno. Vale la pena sottolineare che una mozione per ottenere delle linee guida, per forza di cose ha natura ed effetto diverso dall'approvazione di una Legge che si componeva di ben 17 articoli.

In Friuli Venezia Giulia non esiste alcuna Legge e dobbiamo, con dispiacere, comunicare che nell'anno 2018, dopo dieci anni, è stato abrogato il progetto “ scuola per conoscerci”. Si trattava di un progetto avviato da psicologi, insegnanti e volontari con lo scopo di affrontare e contrastare sia il fenomeno del bullismo che il fenomeno omofobico.

In Emilia Romagna in data 27 Luglio 2019, dopo una discussione durata 39 ore, è stata approvata la legge di contrasto alle discriminazioni omofobe. Legge di cui, peraltro, si era iniziato a “parlare” già nel 2014. L'iter è stato molto lungo anche perchè sono stati presentati ben 1.787 emendamenti che hanno comportato la necessità di essere analizzati, discussi, approvati e/o rigettati singolarmente.
In 33 hanno espresso voto favorevole ed in 10, invece, hanno espresso voto contrario all'approvazione della Legge.

La Liguria relativamente all'approvazione di una Legge sull'omofobia ha una storia molto particolare che merita di essere narrata.
La Legge è stata approvata nel 2009, pertanto la Liguria è stata la seconda Regione a dotarsi di una Legge che si preoccupasse delle discriminazioni legate all'orientamento sessuale.
Come è accaduto in Toscana, nel 2011 il Governo nazionale si oppose alla Legge Regionale n. 52/2009 approvata il 29 Ottobre 2009 e, pertanto, è stato sollevata la problematica della incostituzionalità.
La Corte Costituzionale ha, tuttavia, rigettato le osservazioni mosse dal Governo ed ha confermato la legittimità, anche sotto il profilo costituzionale, della Legge.
La Liguria ha un ulteriore primato poiché, nel 2014, è stata la prima Regione ad istituire la figura del “ fiduciario sanitario”, che è la persona a cui i medici e tutti gli operatori sanitari si dovranno riferire per comunicazioni riguardanti la salute di una persona, dandogli anche la possibilità di accesso alle strutture sanitarie per prestare assistenza e cura.
L'approvazione di questa figura dà, di fatto, effettiva applicazione ad alcune delle norme previste dalla Legge sull'omofobia.

La Toscana ha un primato invidiabile ovvero di aver istituito nell’anno 2004 la prima Legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
Dobbiamo precisare che la Legge è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri del Governo Berlusconi dinnanzi la Corte Costituzionale che ha parzialmente accolto la richiesta di illegittimità costituzionale poiché tramite la sentenza n. 253 del 04 Luglio 2006 si è arrivati all’abrogazione dell’articolo 16 contenuto nella predetta Legge.
Trovate qui il link per consultare la sentenza

Nelle Marche, in data 04 Agosto 2011, il disegno di legge sull’omofobia, che pure era stato approvato nel mese di Luglio, ha subito uno stop a seguito dell'accoglimento da parte della Camera, delle pregiudiziali di costituzionalità.
In data 11 Febbraio 2010, tuttavia, è stata approvata la legge Regionale n. 8/2010 che si compone di soli 6 articoli.

In Umbria la Legge Regionale è stata approvata in data 11 Aprile 2017 ma è entrata in vigore, L.R. 3/2017, in data 20 Aprile 2017.
La stessa si compone di 13 articoli.
Nonostante la recente approvazione già nell’Ottobre 2019 si è cominciato a discutere circa la possibilità di abolizione della stessa poiché tale promessa era stata fatta in campagna elettorale.

Nel Lazio nel marzo 2019 è stata depositata la prima proposta di Legge.
Si spera che quanto prima il processo di approvazione e promulgazione si concluda.

In Abruzzo dal 2017 si sta cercando di far approvare una Legge al riguardo. Al momento, per quanto a nostra conoscenza, sono stati svolti dei tavoli tecnici che, tuttavia, non hanno portato all'approvazione della Legge né alla definizione dei contenuti della stessa.

In Molise, come già indicato in un nostro articolo, è stata depositata in data 14 Gennaio 2020 una proposta di legge.
Ad oggi è stata presentata una proposta di Legge.

In Campania in attesa della promulgazione di una Legge Nazionale, in data 05 Aprile 2017 la Regione ha depositato la propria proposta di legge.
Inoltre nello stesso anno è stata approvata la legge regionale contro bullismo e cyberbullismo, approvazione all'unanimità che ha al suo interno anche previsioni specifiche in tema di discriminazioni sessuali.

In Basilicata nessuna proposta di legge è stata depositata nonostante la Legge sia richiesta a gran voce.

Della Puglia e della necessità di approvare quanto prima una Legge che si occupasse di perseguire i comportamenti discriminatori abbiamo già parlato in questo articolo.
Ad oggi il disegno di legge rimane fermo, bloccato anche se in data 04 Aprile 2019, a seguito delle proteste sviluppatesi nel Consiglio Regionale, era stata lanciata una petizione.

In Calabria alla data del 29 Gennaio 2019 è stata approvata dalla Commissione Cultura in Consiglio regionale la proposta di Legge contro l’omolesbobitransfobia.
Sembrava che la Legge Regionale potesse essere facilmente approvata ma d’improvviso ha subito un brusco arresto che ad oggi non è ancora stato superato.
La proposta di legge si compone di 12 articoli.

In Sicilia dal 20 Marzo 2015 esiste la Legge Regionale n. 6/2015, composta da 9 articoli, a mezzo della quale si cerca di arginare il fenomeno della discriminazione.

In Sardegna nell’Ottobre del 2019 si è cominciato a discutere della necessità di promulgare una Legge Regionale.
La situazione, tuttavia, pare essere all’impasse poiché da una parte abbiamo diversi partiti del centro sinistra che spingono affinché i 14 articoli che sono destinati a comporre la Legge vengano finalmente analizzati, dall’altra parte, invece, il Popolo della Famiglia si oppone preannunciando una dura battaglia.

Appare di tutta evidenza come, sebbene vi siano numerose Leggi Regionali, occorre assolutamente promulgare quanto prima una Legge Nazionale.
La necessità dipende soprattutto dal fatto che in questo quadro normativo si rischia di avere dei cittadini tutelati ed altri no, si rischia di fare un viaggio in macchina ed essere tutelati in una Regione mentre in un’altra no.
Soprattutto, per quanto tutte le Leggi promulgate abbiano un unico intento, le previsioni sono diverse con la conseguenza di generare ancora più incertezza giuridica.
Speriamo che il Parlamento accolga quanto prima le parole del Presidente Mattarella che si é espresso in materia perorando una iniziativa legislativa.
 
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