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Medicine pagate con titoli spazzatura
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Articolo di Redazione
27 giugno 2011 20:06
 
Gli ospedali pubblici greci sono nuovamente indebitati. Così, alcune società farmaceutiche come la Roche li riforniscono solo in cambio di denaro contante.

Doveva essere un'operazione una tantum. Quando è scoppiata la crisi, nel maggio 2010, il governo greco decise di saldare il debito accumulato dagli ospedali statali tra il 2005 e il 2009 e che ammontava a 6,8 miliardi di euro. Ma solo una parte fu pagata con soldi veri; i rimanenti 5,3 miliardi consistevano in particolari obbligazioni, i cosiddetti zero bond, a varie scadenze.
Anche la società farmaceutica svizzera Roche ha avuto in pagamento quel tipo di obbligazioni, e l'ultimo scaglione è arrivato nel primo semestre del 2011. La sua portavoce ufficiale ha detto che gran parte delle obbligazioni è stata venduta, ma non ha precisato l'ammontare del debito estinto in tal modo. Quello che si può dedurre dal resoconto di gestione, è che Roche ha potuto realizzare solo la metà del suo credito con la Grecia e ci ha rimesso più di 100 milioni di franchi (84 milioni di euro).
Malgrado l'operazione disperata del ministero della Sanità del maggio 2010, la situazione non si è normalizzata. Lo Stato è a secco, e i suoi ospedali non riescono a far fronte alle spese. L'associazione dei produttori farmaceutici (SFEE) snocciola queste cifre: Dall'inizio del 2010 a maggio 2011 il debito degli ospedali pubblici è arrivato a 1,17 miliardi di euro; solo l'1% degli acquisti di quest'anno è stato saldato; i pagamenti avvengono mediamente con un ritardo di undici mesi.
Nel frattempo Roche ha tirato le sue conclusioni: prosegue la fornitura alle farmacie e agli ospedali privati solvibili, ma, dallo scorso settembre, le consegne negli ospedali pubblici avvengono solo contro contanti. Questa sua politica concerne anche due famosi farmaci oncologici, Avastin e Herceptin. Bontà sua, la società di Basilea ha però previsto un programma di "soccorso d'emergenza", con cui fornisce anche gratis una serie di medicinali la cui assenza metterebbe a serio rischio la vita dei pazienti.
Roche non è l'unica ad avere adottato questo comportamento. La scorsa settimana, la testata finanziaria The Wall Street Journal riferiva la posizione del responsabile di un'altra casa farmaceutica elvetica, la Nycomed. In una conferenza in Russia, Hakan Bjoerklund spiegava che, di per sé, l'esposizione debitoria di uno Stato piccolo come la Grecia non sarebbe un problema, ma che l'azienda non può permettersi di rifornire un mercato inadempiente..
In Grecia cresce il timore che la persistente difficoltà dello Stato a onorare i propri impegni possa causare il taglio di terapie indispensabili. A maggio, in una lettera al Financial Times, l'associazione farmaceutica greca avvertiva il ministero della Sanità che la situazione è drammatica e che la mancanza di farmaci è solo una questione di tempo.
L'avvertimento lanciato dall'associazione non è una frase vuota, visto che la sua maggioranza è composta di membri stranieri che importano nel Paese ellenico, sebbene con sempre meno voglia di farlo. Del resto, è da tempo che la Grecia pratica prezzi molto bassi, e l'anno scorso c'è stata un'ulteriore riduzione del 25%. Poiché il livello è molto al di sotto di quello europeo, ne è nato un fiorente import-export. E' così che il mercato ellenico ha un volume doppio di quello di Paesi simili per dimensione. La Grecia, che non possiede nessuna azienda farmaceutica importante, nel 2010 ha esportato prodotti medicinali in Germania per 338 milioni di euro. Gran parte di questi provenivano dalla Svizzera che, stando ai dati dell'anno scorso, ha esportato nell'Ellade vitamine, farmaci e strumenti diagnostici per 930 milioni di franchi (780 milioni di euro). "Molti di questi non hanno mai lasciato i magazzini doganali", spiega un operatore interno alle importazioni parallele legali. Gli arbitraggisti (operatori che sfruttano le opportunità di arbitraggio in determinate situazioni e a certe condizioni, ndr) riforniscono l'intera Ue e, con un sistema di deviazione dopo l'acquisto in Grecia, conseguono dei bei margini di guadagno. E' anche per questo che gli 11 milioni di greci rischiano vuoti di fornitura, pur essendo, il loro, un Paese statisticamente sovrabbondante di medicinali. Purtroppo, non basta avere a disposizione 12.000 farmacie, contro le 1.500 della Svizzera.

(articolo di Birgit Voigt per Neue Zuercher Zeitung del 26-06-2011. Traduzione di Rosa a Marca)
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