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Mercurio. Entra in vigore il trattato per l'eliminazione, ma....
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Articolo di Redazione
16 agosto 2017 14:10
 
 Trattato internazionale misconosciuto dalla maggiorparte delle persone, la Convenzione di Minamata sul mercurio dovrebbe entrare in vigore, oggi 16 agosto, otto anni dopo l’inizio dei negoziati internazionali lanciati dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (PNUE). Firmato da 128 Stati, il testo ha raggiutno l’obiettivo di 50 ratifiche a maggio, aprendo cosi’ la strada alla sua messa in opera. In seguito, 24 Paesi in piu’ si sono aggiunti ratificando questa convenzione il 15 giugno.
L’obiettivo della Convenzione e’ di “proteggere la salute umana e l’ambiente dalle emissioni e le conseguenze antropici del mercurio e dei composti di mercurio", come spiega il suo preambolo. Potrebbe sembrare secondario, visto che il mercurio, da quanto sembra, e’ gia’ scomparso dall’uso negli oggetti quotidiani che lo contenevano. A cominciare dal termometro, rimpiazzato dai nuovi strumenti digitali. Il problema e’ in realta’ piu’ vasto, e sempre di attualita’.
Il mercurio, precisa il trattato, “ha impatti importanti a livello mondiale”, che giustificano “un intervento internazionale per ridurre i rischi che esso rappresenta per la salute umana e l’ambiente”. L’obiettivo di riferimento e’ la scomparsa programmata delle mine di mercurio entro i quindici anni successivi alla ratifica del trattato. Gli Stati che vi partecipano si impegnano anche a trovare diversi metodi per ridurre le conseguenze di questo metallo pesante nell’ambiente, a regolamentare il suo commercio e le produzioni industriali, implicando con le loro procedure a favorire lo stockaggio in modo “ecologicamente razionale”, e a disinquinare i siti contaminati.
Poche’ il mercurio e’ altamente tossico, essenzialmente per il sistema nervoso centrale. Inoltre, messo in circolazione nell’ambiente, non scompare: al contrario, si stocka e si accumula nel canale alimentare dove e’ onnipresente -in alcuni prodotti del mare in modo particolare (tonno, pesce spada, etc).
Le ONG ritengono il testo carente in diversi punti
Proprio per queste proprieta’, le popolazioni piu’ sottoposte ai suoi effetti nel mondo, sono le comunita’ autoctone delle regioni artiche, essenzialmente in virtu’ del loro regime alimentare tradizionale. Numerosi studi mostrano che una esposizione, anche piccola, di una donna incinta al mercurio, induce ad una diminuzione delle facolta’ mentali e cognitive del bambino che dovra’ nascere, non solo, ma anche una maggiore susscettibilita’ ad una varieta’ di patologie che toccano il sistema digestivo, quello immunitario, etc.
Le due principali attivita’ umane responsabili dell’emissione di mercurio nell’ambiente sono quelle estrattive delle miniere d’oro e la combustione del carbone, che lo diffonde in grande quanita’. “La Convenzione di Minamata e’ una prima tappa importante per un’azione globale contro il mercurio -dice Pamela Miller, copresidente della Rete internazionale per l’eliminazione degli inquinanti organici persistenti (IPEN), che federa circa 700 organizzazioni non governative in un centinaio di Paesi-. “Questo segnale e’ un impegno mondiale per trattare la crisi sanitaria rappresentata dalla contaminazione degli oceani grazie al mercurio, del cibo e delle popolazioni”. Nel contempo, le ONG giudicano il testo insufficiente su diversi punti. Come tutti i trattati ambientali, questa convenzione non rappresenta che poco, cioe’ e' insufficiente.
Finanziamento problematico
Inoltre, “autorizza il commercio internazionale del mercurio verso le piccole miniere d’oro, che contaminano l’ambiente soprattutto nelle comunita’ piu’ povere, e gli impegni per ridurre il fatto che le centrali a carbone continuino in queste emissioni, sono molto deboli”, precisa Miller. In effetti, gli Stati coinvolti nella convenzione si impegnano a imporre tali riduzioni ma solo se sono “fattibili”. Inoltre, il finanziamento degli impegni e’ problematico, i Paesi del nord sono riluttanti ad aiutare quelli in via di sviluppo.
In questo dossier, la comunita’ internazionale ha dato prova di inerzia. Poiche’ e’ dal 2001 che il consiglio di amministrazione del PNUE ha investito il diettore generale dell’ONU del problema posto dal mercurio. Ma si sono dovuti attendere sedici anni perche’ entrasse in vigore un trattato che fa il punto su una sostanza di cui l’estrema tossicita’ per il sistema nervoso centrale e’ conosciuta da settanta anni.
La questione vede il via nel 1950, quando comincia ad espandersi tra gli abitanti della baia di Minamata, in Giappone, una misteriosa epidemia di turbe neurologiche gravi, di malformazioni congenite e di malattie del neuro-svilupo spesso fatali. Nel 1959, il ruolo del mercurio contenuto nei pesci della baia, viene riconosciuto: una fabbrica di cloro di vinile ributtata proprio li’, da diversi anni, i suoi catalizzatori a base di mercurio, contaminando l’ecosistema e, nello stesso tempo, le comunita’ di pescatori della regione. Il numro di vittime della “malattia di Minamata”, non e’ mai stato chiaramente stabilito -alcune fonti parlano di decine di migliaia di vittime.
(Articolo di Stéphane Foucart, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 16/08/2017)
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