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Narcos e Paraguay. Dove lo Stato e' assente
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Articolo di Redazione
20 aprile 2013 11:35
 
Il Paraguay, secondo produttore mondiale di cannabis, e che elegge domenica un nuovo presidente, e' sommerso dal traffico di droghe e da tonnellate di cocaina delle Ande che transitano attraverso questo Paese per arrivare in Brasile, e dopo in Europa, provocando rivalita' mafiose ed esecuzioni. Aerei che giungono dalla Bolivia o dalla Colombia si posano sulle numerose piste d'atterraggio delle grandi aziende di uno Stato molto povero di sorveglianza aerea oppure lanciano il loro carichi. La droga e' quindi trasportata in Brasile con dei camion, automobili e anche biciclette. Secondo il giornalista paraguayano ed esperto di traffico di droga Candido Figueredo, da 5 a 25 persone vengono assassinate ogni mese nell'ambito di regolamento di conti nella citta' frontaliera di Pedro Juan Caballero, principale luogo di smistamento di questo business.
Se si attraversa la via Doctor Francia di Pedro Juan Caballero, c'e' Ponta Pora, la citta' gemella brasiliana, che si estende al di la' di una frontiera invisibile, senza controlli per l'immigrazione. A Pedro Juan Caballero, citta' di 80.000 abitanti, a sei ore di strada a nord-est della capitale Asuncion, c'e' il padrino paraguay-brasiliano Fahd Yamil che rappresenta la nuova legge dopo essere stato in prigione in Brasile. Recentemente ha ammesso di aver venduto delle terre a Horacio Cartés, uno dei due favoriti per le presidenziali di domenica. Yamil si e' alleato con il Primo Comando Capitale (PCC), la mafia di Sao Paulo. Il Comando Vermelho (CV), la principale mafia di Rio de Janeiro diretta da Fernandinho Beira Mar, e' anche presente lungo i 400 Km di frontiera col Brasile. La zona e' privilegiata perche' la frontiera e' penetrabile e facilmente attraversabile, in un territorio in cui dei larghi fiumi fanno da frontiera per questo Paese grande quanto la Germania. I regolamenti di conti avvengono quotidianamente tra le mafie brasiliane e i gruppi paraguayani di narcotrafficanti. “E' una zona molto pericolosa e la situazione potrebbe diventare peggior se non verranno presi dei provvedimenti”, dice il senatore del Partito Liberale Robert Acevedo che paventa una “messicanizzazione” della violenza, citando le macabre scoperte di corpi decapitati, bruciati vivi, cosi' come fanno i narcos messicani. Francisco de Vargas, capo dell'agenzia antidroga del Paraguay, la Senad, minimizza sui livelli di violenza e evidenzia i sequestri di circa 4 tonnellate di droga da giungo del 2012. “Noi soffriamo del fattore Bolivia. C'e' un cultura ancestrale della coca in quel Paese, dove sono molto lassisti”, accusa. Tuttavia riconosce che vi e' una debole presenza dello Stato che facilita' le attivita' dei trafficanti stranieri e dei produttori paraguayani. Alcuni rapporti dei servizi di sorveglianza dicono che i soldi della droga finanziano le campagne elettorali. Per combattere questo flusso attraverso le frontiere, la Senad dispone di deboli mezzi di dissuasione, con solo 250 agenti sul terreno. Nel suo ufficio periferico di Pedro Juan Caballero, il comandante della zona N.1 dell'agenzia guarda il suo computer e identifica con Google map delle zone verde chiaro nel cuore delle foreste. Un'ora dopo scende dal suo fuoristrada e si dirige verso la jungla fino a giungere su dei terreni trattati per diventare coltivazioni di cannabis. Piante di 1/3 metri che sono li' vicino, sono pronte per essere raccolte. Gli agenti antidroga tagliano le piante e le bruciano. Il Paese conta tra 10 e 15 mila ettari di coltivazioni di cannabis con un costo di produzione basso, 30 dollari per chilo e un rendimento per ettaro di 3 tonnellate, con due raccolti l'anno tanto e' fertile la terra del Paraguay, e la cocaina di Bolivia e Colombia che transita per il Paese, storicamente considerato per traffici di tutti i tipi, armi, sigarette, automobili, etc. “Noi abbiamo la migliore cannabis del mondo”, ironizza Candide Figueredo, corrispondente a Pedro San Juan per il quotidiano ABC. Minacciato dai narcotrafficanti, e' protetto sempre da quattro agenti di polizia, armati di fucile-mitragliatore israeliano Famae. Il mese scorso, il direttore di una radio della citta', anche proprietario di un discoteca, e' stato ucciso con due colpi.

(grazie ad alcuni lanci dell'agenzia AFP)

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