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Non confondiamo mai più le esigenze dei partiti con quelle delle istituzioni
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Articolo di Nicola Cariglia
24 agosto 2020 14:03
 
Finalmente i giornali più importanti hanno cominciato a dare importanza e spazio al prossimo referendum sul taglio del numero dei parlamentari. E’ importante non perché possa influenzare in un senso o nell’altro il risultato, anche se la maggior parte dei commentatori più presenti sulla stampa sembrano manifestare una opinione contraria alla riduzione dei deputati e dei senatori.

L’importanza risiede in primo luogo nel fatto stesso che se ne parli, dopo mesi di clandestinità del referendum. In secondo luogo, e ancora di più, è un bene che la discussione sui temi costituzionali e istituzionali viaggi su binari separati rispetto a quelli della comune polemica politica di tutti i giorni.

Pensiamo un attimo a quella Assemblea Costituente che dettò gli articoli della nostra Costituzione
C’erano uomini e donne di un livello al cui paragone una buona parte dei nostri attuali parlamentari sembrano ridicole macchiette.
Eppure, avevano la modestia di sapere assecondare coloro che, pure in un contesto di eccellenti rappresentanti del popolo, eccellevano ancora di più per ingegno, prestigio e cultura. Non è un caso che la nostra Carta sia rimasta pressochè immune da modifiche per i primi cinquanta anni. E non è, purtroppo, un caso che tante modifiche siano state realizzate o tentate nell’ultimo quarto di secolo, pensando alla contingenza politica e non con lo sguardo rivolto al futuro.

Non sappiamo chi vincerà il 20 e 21 settembre al referendum. Ma ci basterebbe che i giornali, quelli stessi che tanto hanno contribuito a gettare discredito sulle istituzioni, creando la ridicola equazione rappresentanti del popolo = casta, svolgessero meglio, in futuro, il loro compito. Per esempio, informassero sui provvedimenti che vengono adottati per pura demagogia, senza fare gli struzzi o voltarsi dall’altra parte. Non si possono stravolgere le norme della Costituzione e le regole elettorali a scopo di parte, con il risultato, quasi scontato, che poi si ritorcono contro gli autori come un boomerang.
Peggio per loro, certo. Purtroppo, peggio anche per il Paese.

Nella foto:  Prima seduta dell’Assemblea Costituente (Wikipedia)

(da Pensalibero)
 
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