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Nonni che insegnano ai figli dei migranti
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Articolo di Redazione
22 giugno 2011 20:24
 
I vecchi signori aiutano i ragazzi in difficoltà a imparare il tedesco. Un progetto che ha già dato dei risultati e che, a latere, stimola la comprensione interculturale.

"Una bella giardina", dice Feride. "Un bel giardino", la corregge amorevolmente la signora che le siede accanto. Feride è nata in Austria, ma è figlia di genitori turchi e ha problemi con il tedesco. Per questo le due siedono accanto e lavorano insieme allo scopo di migliorare il bagaglio culturale di Feride. Prima esercitano la pronuncia, poi l'ortografia.
I nonni austriaci aiutano i figli dei migranti: è il fulcro di Oma/Opa-Projekt  ("progetto nonna/nonno") avviato dall'associazione socioculturale NL40. Per due pomeriggi alla settimana, nei suoi locali vengono a lezione ragazzini i cui genitori provengono da India, Pakistan, Filippine, Cecenia, Serbia e Turchia. "Con il sostegno mirato all'apprendimento e la promozione linguistica vogliamo colmare le lacune e offrire ai ragazzi migliori opportunità di sviluppo e di vita", spiega la promotrice del progetto, Michaela Dirnbacher.

Un alleggerimento per i maestri

La scuola elementare di Pfeilgasse, che collabora con NL40, segnala gli alunni in difficoltà nel seguire le lezioni per scarsa padronanza della lingua o per altri deficit. "Sono ragazzini che quando cominciano ad andare a scuola non capiscono la lingua o troppo poco, e che non possono avere un aiuto nel loro ambiente", dice la signora Dirnbacher. Ciò che serve è un'attenzione in più e un sostegno individuale -convengono le maestre, che considerano il progetto un grande supporto e un alleggerimento del loro lavoro. Durante le lezioni manca semplicemente il tempo per stimolare in modo adeguato i ragazzi che hanno delle esigenze particolari.
L'edificio di NL40, con il suo cortile interno immerso nel verde e dall'aspetto protettivo, assomiglia molto ai modelli abitativi della cultura orientale, dicono i responsabili. Forse è proprio questo che suscita nei bambini un senso di protezione e di familiarità, secondo l'architetto Johanna Rainer, che ha contribuito molto alla realizzazione del progetto. Qui, nel punto cruciale della formazione multiculturale viennese, l'insegnamento deve avvenire in un ambiente rilassante e divertente.
I ragazzi partecipi del progetto mostrano un cambiamento nell'evoluzione linguistica -lo ha documentato anche Dirnbacher nel suo lavoro di diploma. E che non sia solo un fatto di voti migliori in pagella, ma del loro futuro, lo dimostrano alcuni esempi positivi. Patrick, entrato in quarta elementare appena arrivato dalla Polonia e senza conoscere una parola di tedesco, ha imparato la lingua così in fretta da essere ammesso al ginnasio. Osman, che per motivi linguistici ha dovuto ripetere la seconda classe e che in terza era ancora lontano dal sapersi esprimere in tedesco, è riuscito, con l'aiuto della "nonna", a passare in quarta, evitando così le classi speciali. 

Infondere fiducia
"Ciò che ci distingue da altri progetti, è il sostegno individuale e lo stretto legame che s'instaura tra l'anziano che presta gratuitamente la sua opera e il suo protetto", spiega Manuela Schaffran, responsabile pedagogica del programma. Molti ragazzini trovano il coraggio di parlare nella nuova lingua solo dopo aver stabilito un rapporto di fiducia con la persona di riferimento per il tedesco.
Ma il progetto ambisce a qualcosa di più del mero apprendimento del tedesco. Nel mirino c'è la costruzione di un legame autentico, fatto di fiducia e di coesione sociale. "L'esperienza positiva plasma la vita dei ragazzi e il loro atteggiamento verso questa società", dice Dirnbacher. Durante l'apprendimento, i figli dei migranti e i loro "nonni" austriaci manifestano le somiglianze e le differenze culturali. "E imparano reciprocamente a comprendersi e ad accettarsi così come sono". I senior possono dare uno sguardo nella cultura dei loro protetti, e spesso vengono coinvolti nella loro vita famigliare, come atto di riconoscenza.
Gli anziani lavorano a titolo onorifico, sebbene possano fruire di biglietti per conferenze, lezioni di yoga o massaggi, organizzati dall'associazione. Ma è un aspetto abbastanza marginale. "E' un investimento nel futuro", sostiene Willi Markom, uno dei senior. "E io stesso imparo ancora qualcosa, per esempio la nuova ortografia".
L'équipe di NL40 -una psicologa, una pedagoga ed esperti interculturali- dà una mano ai vecchi signori che insegnano ai ragazzi, mentre gli scambi continui con la direzione scolastica e le maestre servono a qualificare il lavoro.
Attualmente sono dieci i ragazzini assistiti dai nonni austriaci. Ma il bisogno è molto superiore -c'è una lunga lista d'attesa e si moltiplicano le domande degli ispettori scolastici territoriali. La stessa associazione è alla costante ricerca di persone anziane. Dalle quali ci si aspetta pazienza, dedizione, impegno.

(articolo di Ana Znidar per Die Presse del 21-06-2011. Traduzione di Rosa a Marca)

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