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Le politiche della Apple a vantaggio di consumatori e l’economia in generale
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Articolo di Vincenzo Donvito
24 gennaio 2020 13:19
 
  E’ notorio che il presidente Usa Donald Trump sta usando tutti i mezzi possibili e immaginabili per impedire che alcune primarie aziende Usa che operano in Unione Europea debbano pagare le tasse al pari degli altri. E un po’ ci sta riuscendo (1).
Si tratta essenzialmente di quelle aziende note con l’acronimo GAFA (Google, Apple, Facebook e Amazon) che, nei Paesi europei in cui operano, sembra che arrivino a pagare imposte anche minori di aziende “locali” che hanno dimensione microscopiche rispetto a loro.
Questa è una fotografia della realtà.

Nello specifico affrontiamo un caso particolare: i caricatori dei telefonini. L’Ue intende approvare una normativa per la standardizzazione di questi dispositivi.
La Apple oggi ha fatto sapere: ''Riteniamo che una regolamentazione sulla standardizzazione dei connettori installati in tutti i tipi di smartphone soffocherebbe l'innovazione invece di incoraggiarla, e danneggerebbe i consumatori in Europa e l'economia in generale''. (2)

E’ evidente che quando l’azienda di Cupertino parla di danni ai consumatori europei, intende che questi ultimi, poverini, dovrebbero essere costretti a risparmiare un sacco di soldi non dovendo più spendere il doppio o il triplo per acquistare i caricatori della Apple, e quindi (secondo loro) essere privati della loro tecnologia che ne risentirebbe in qualità dovendo standardizzarsi. Nel contempo, è altrettanto evidente che quando la Apple parla di danni all’economia in generale, per “economia” intende quella che ha origine dalle sue aziende e ritorno sulle stesse aziende… il resto (sempre secondo loro) gira intorno al loro business.

Si tratta di una concezione dell’economia che fa finta di ignorare il significato della parola stessa. Economia: che presume un impegno non debordante, non oneroso oltre le normali possibilità, per realizzare qualcosa. Una cosa è economica quando costa poco e non ritiene grandi sforzi per essere realizzata. Etc.

Quella di Apple è una sorta di “economia dell’odio” (3), dove il consumatore, invece di trarre profitto dall’economia, è quasi costretto alla sottomissione al denaro del presunto genio, sottomissione indotta anche dalle istituzioni che (il caso Trump è esplicito) indicano come dovere di un americano avere all’estero agevolazioni fiscali che in patria non se lo sognerebbe neanche.

Auspichiamo che queste valutazioni siano prese in considerazione da chi, in Unione Europea, sta operando per la standardizzazione dei caricatori al fine di ridurre costi e rifiuti.

1 – vedi la recente “calata di brache” del presidente francese Emmanuel Macron
2 - qui la notizia
3 – prendiamo in prestito l’espressione del filosofo e sociologo canadese, Alain Deneault: Laddove veniamo spinti ad amare il denaro, ad amarlo a qualunque costo, non c’è odio per l’economia, ma c’è un’economia dell’odio. Il punto è: rimuovere l’odio. Odiare senza che l’odio trapeli. È così che si aderisce alla sottomissione al denaro.
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