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Putin - alea iacta est?
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Articolo di Annapaola Laldi
24 febbraio 2022 12:53
 
  Doverosa precisazione: chiedo scusa agli scarsi passanti che leggeranno queste noterelle per la mia assoluta ignoranza in temi di politica – internazionale, in primo luogo. E ignoranza anche in campo psicologico, ben s’intende. Sono una persona più che comune.
Ma a spingermi a osare di fare un’incursione in quello che sta succedendo da stanotte nell’Europa orientale è questa reminiscenza storica che mi si è parata davanti inaspettata. Come inaspettato, anche se minacciato da parecchi giorni, è l’attacco della Russia alla Ucraina, lo Stato che si sente avamposto dell’Unione Europea, di cui desidera condividere l’impianto democratico dello Stato, e anche l’appartenenza alla Alleanza atlantica.

 
Dunque, Vladimir Putin come Giulio Cesare?
 
Il condottiero romano pronunciò la celebre frase, “Alea iacta est” (il dado è tratto, cioè, tirato, lanciatio),  quando decise di attraversare il fiume Rubicone (in Romagna), il 10 gennaio 49 a.e.v.,
Così facendo, dimostrava la sua volontà di essere l’unico governante di Roma, il dittatore. All’inizio occupò questa carica (peraltro prevista dall’ordinamento della Repubblica) per due anni, ma nel 46 a.e.v. la trasformò in decennale e, nel 44, si proclamò dittatore a vita. La guerra che ne seguì non fu verso l’esterno, ma all’interno della Res Publica romana, perché l’intento di Cesare era quello di riformare lo Stato romano in modo radicale. E proprio nel 44, alle fatidiche Idi di Marzo (15 marzo), un gruppo di suoi avversari, che volevano conservare la struttura antica della Repubblica, lo assassinò con 23 pugnalate. Fra di loro c’era anche, Marco Giunio Bruto, di cui Cesare si fidava totalmente, e che lui, morendo, chiama figlio (anche tu, Bruto, figlio mio?), anche se in realtà non lo era.

Sull’onda della suggestione della decisione fatale, da cui non si torna indietro, mi è venuto in mente che anche Putin, fattosi ormai esplicitamente dittatore della Russia postsovietica, potrebbe avere, nella sua più stretta cerchia di persone fidate, un “figlio” che sta attentando alla sua vita. In fondo, i nemici veri dei potenti sono quelli che sembrano grandi amici – fino all’occasione propizia per rovesciarli, seguendo un tornaconto personale o anche un ideale. Il tirannicidio, infatti, è stato considerato spesso l’unica via per ripristinare il diritto e il rispetto delle giuste leggi, come insegna nel Settecento anche il nostro Vittorio Alfieri .  

Questo per dire che alla base di quella che appare la follia attuale di Putin ci potrebbe essere proprio una grande paura, addirittura il terrore di essere esautorato, dopo essersi assicurato, con un dubbio referendum costituzionale, la carica di presidente a vita della Russia. Presidente a vita – uguale dittatore. Esautorato dai suoi avversari interni – non da Navalny o altri come lui, prontamente eliminati, in un modo più o meno drastico, dalla scena politica -, ma proprio da gente del suo entourage.
Ecco, a me sembra che l’accelerazione data da Putin al conflitto con l’Occidente, dopo diversi anni di bonaccia (non disse nulla, mi pare, sull’adesione alla UE e alla Nato della Romania, per esempio, che pure è a un tiro di missile dalla Russia), possa spiegarsi come la volontà di scongiurare assalti interni al suo potere, richiamando l’attenzione della gente sulla difesa dei “sacri confini” nazionali e stornandone l’attenzione a qualche venticello di “libertà” e “democrazia”.
 
Che differenza fa che la guerra scatenata stanotte da Putin sia motivata da un interesse personale o davvero dalla “difesa  dei sacri confini della Russia”? Dal punto di vista della risposta internazionale, che essa merita, direi nessuna, ma secondo me bisogna tenere conto di questo fatto - abbiamo a che fare con una immensa paura. Quella paura, quel terrore, che lui vuole incutere agli altri e che non si accorge di quanto sia impresso nel suo volto, nella sua postura, nella sua voce nelle ultimissime apparizioni in televisione.
A me ha fatto l’impressione che non sia più un essere umano, ma ormai solo un ectoplasma – un puro e semplice fantasma – il fantasma di un’anima in catene. Con tutto ciò che può comportare. Forse anche una ribellione popolare in grande stile …
 
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