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Riscaldamento terrestre dal 1880. Il video della Nasa
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Articolo di Redazione
21 gennaio 2018 16:31
 
La Nasa ha pubblicato su Youtube un video che mostra l’evoluzione delle temperature del Pianeta a partire dal 1880 -l’inizio delle rilevazioni termometriche- e fino a dicembre 2017. Secondo l’équipe del Goddard Institute for space studie e dell’Universita’ della Colombia (New York) che hanno analizzato questi dati sulle temperature, il 2017 si situa a 1,1 gradi centigradi al di sopra della media climatica degli anni dal 1951 al 1980. Al secondo posto tra gli anni piu’ caldi. La NOAA lo classifica al terzo posto dopo il 2015 ma lo scarto in realta’ poco significativo tra 2005 e 2017 viene solo dai metodi d’analisi che sono leggermente diversi tra le due équipe, Questo video mostra che le temperature hanno una forte variabilita’ nel corso degli anni ed una ripartizione spaziale che puo’ provocare momenti piu’ caldi o piu’ freddi rispetto alle medie degli anni 1970.
Il video indica le variazioni delle temperature regionali relativamente alla loro media climatologica con un codice/colore semplice (il blu e’ il freddo, il bianco indica la media climatica, il giallo, l’arancione e il rosso indicano il caldo che avanza), le temperature sono indicate in una media sparsa per cinque anni.


Il record dell’anno piu’ caldo resta quello del 2016, segnato da un forte El Nino nel Pacifico. L’anno 2017 da questo punto di vista e’ piuttosto neutro, con una leggera presenza di El Nino secondo le osservazioni dei satelliti altimetrici oceanici, fatto che ha contribuito a far elevare le temperature molto alte.



Soprattutto, nota l’Organizzazione meteorologica mondiale, sui 17 anni, i piu’ caldi dal 1880, 16 sono nel XXI secolo (bisogna aggiungere il 1998, segnato anche d un “super Nino”, per fare bene il conto). Gli stessi dati visti da una curva della media planetaria, ma con la climatologia del 1880.1920 come riferimento, mostrano che il massimo mensile osservato e’ stato sui 1,3 gradi di riscaldamento dal 2016



Non esiste un fenomeno geofisico e climatico, o di origine solare, in grado di spiegare un simile fenomeno di gruppo… con l’eccezione dell’intensificazione dell’effetto serra grazie alle nostre emissioni di gas ad effetto serra, essenzialmente CO2. Emissioni che sono cresciute dopo il 1950. Dopo una recente proiezione, gli 1,5 gradi prima della Rivoluzione industriale -riferimento della Convenzione clima dell’ONU- saranno raggiunti mediamente nel 2040… e probabilmente in un anno in cui ci saranno uno o due super Nino. Conseguenza di queste emissioni, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera continua a montare, e si attesta ormai sulle 480 parti per milione (contro le 280 ppm prima della Rivoluzione industriale), mostrano le analisi della NOAA (il servizio meteo e oceanografico degli USA). Le calotte di ghiaccio dell’Antartico ci mostrano che questa concentrazione cresce sui 180 ppm per le ere fredde e 300 ppm per le ere calde da almeno 800.000 anni. Essa aumenta in questi ultimi anni ci circa 3 ppm all’anno. L’origine di questa CO2 che scombussola gli equilibri naturali dell’atmosfera ed intensifica il suo effetto serra, e’ causato essenzialmente dalla combustione del carbone, del petrolio e del gas naturale (metano) cosi’ come nella fabbricazione del cemento. Queste energie rappresentano oggi l’80% del totale delle energie utilizzate dall’Umanita’ per far fronte ai propri bisogni economici. Queste emissioni si sono stabilizzate nel 2014, 2015 e 2016, ma la loro crescita e’ ripresa, cosi’ come lo fanno vedere i dati del Global carbon project: 


Questo ritmo di emissioni di gas ad effetto serra, se rimarra’ tale durante diversi decenni, mette il Pianeta su una traiettoria che porta verso il riscaldamento al di sopra dei 3 gradi verso la fine del secolo. Solo una molto forte diminuzione, e di lunga durata, di queste emissioni, gia’ da oggi e per un 5% all’anno a livello mondiale, con delle emissioni “negative” (inferiori alla capacita’ di assorbimento degli ecosistemi terrestri, marini e degli oceani), dopo il 2070 permetterebbe di limitare il riscaldamento intorno ai due gradi.

(da un articolo del quotidiano Le Monde del 21/01/2018)
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