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La Sanita' che non vogliamo. Diritti negati all'Asl di Pisa per una disabile priva degli arti inferiori
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Articolo di Gianfranco Mannini *
24 febbraio 2013 10:06
 
 La vita è stata dura con lei, ma la burocrazia sanitaria ancora di piu’. La signora Raffaella nella sua vita si è dovuta confrontare con un grave incidente che le ha portato via l’uso delle gambe. Dopo che aveva perso gli arti inferiori si è ritrovata a vivere su una sedia a rotelle speciale, che per muoversi le impegna l’uso delle spalle e delle braccia, con le dovute difficoltà e limitazioni. Ma lei non si è arresa e ha affrontato cosi la sua esistenza, cercando di reagire sempre positivamente apprezzando appieno il dono della vita. Purtroppo la sua condizione ha messo a duro uso gli arti superiori e cosi la signora Raffaella ha dovuto pure subire un intervento chirurgico per continuare a usare le braccia e le spalle per muovere la carrozzina dove trascorre la maggior parte della giornata. Così dopo qualche tempo la nostra Raffaella si vede la necessità di eseguire una terapia riabilitativa presso le terme di Casciana, così come le prescrive il fisiatra al fine di mantenere in uso la residua autonomia.
Ma qui viene il bello.
Come si reca una persona disabile priva degli arti a Casciana con al seguito una carrozzella speciale? Ci vuole necessariamente un mezzo speciale e chiaramente una autorizzazione dell’Asl che disponga di conseguenza il prelievo della paziente dal domicilio al luogo di cura.
Sembrerà naturale ma l’Asl pisana nega il trasporto e cosi il Coordinamento etico nazionale dei Caregivers consiglia di procedere per dei chiarimenti con un esposto. L’Asl5, a firma del direttore generale Maria T. De Laurentis, risponde che i medici fisiatri si sono attenuti a quanto dispongono le normative regionali e aziendali (Nota aziendale 494 del 13.2.2007) e cioè il trasporto viene concesso solo ai pazienti che entro sei mesi hanno subito un evento acuto. Cosi la signora Raffaella ha dovuto attendere il peggioramento delle sue condizioni per poter usufruire della riabilitazione degli arti. Come avrebbe potuto recarsi la signora Raffaella a Casciana, priva degli arti inferiori, con a seguito una carrozzella speciale? La legge 833/1978, nazionale, alla quale la Regione Toscana deve adeguarsi, è chiara. All’Asl è demandato il complesso delle funzioni, strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza nessuna distinzione individuale o sociale e secondo le modalità che assicurano l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio. Questo atteggiamento di diniego alla prestazione per il recupero della salute è inammissibile quindi sul piano legislativo, sul piano umano e deontologico. La legge 104/92 ne rinforza poi i contenuti in riferimento alle condizioni di handicap. Purtroppo la discriminazione e la violazione della legge sono e restano un cavallo di battaglia che le aziende sanitarie portano avanti per risparmiare sulla pelle dei piu’ deboli.
Alla fine. oltre il danno, la signora Raffaella subisce la beffa. Deve aspettare che l’acuto la porti a rioperarsi per avere diritto a riabilitarsi per sopravvivere in un mondo che nemmeno il legislatore ha previsto cosi amaro, crudo e disumano. Raffaella merita un riconoscimento civile perché della sua disabilità ne ha fatto un dono, spendendosi come volontaria nei confronti di ragazzi che soffrono di disabilità psichica.

* presidente del Coordinamento Etico Nazionale dei Caregivers, delegato Aduc Pisa-Livorno
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