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SELAVA'
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Articolo di Annapaola Laldi
15 febbraio 2004 0:00
 
Un tizio va in trattoria, fa un lauto pranzo annaffiato di ottimo vino e, alla fine, si fa portare il conto. La vita in rosa, che gli si presenta in questi momenti (e' uno che ha la sbornia allegra), non gli impedisce di controllare il conto con cura, e quindi scorre il foglietto di carta gialla su cui l'oste, con un ultimo tocco di stile (e' o non e' un "locale caratteristico" il suo?), gli ha elencato le consumazioni e i relativi costi.
C'e' il pane e il coperto, il vino e il primo, e giu' giu' fino al caffe', il tutto scritto al limite della decifrabilita' (sempre per ribadire lo stile caratteristico del locale!), finche' l'uomo trova un termine che non riesce a mettere insieme a nessuna delle portate che ha mangiato: "Selava': ¤ 5,00". Incuriosito, chiama allegramente l'oste: "Ehi, brav'uomo, venga qua!". L'oste si avvicina tutto premuroso e l'uomo punta l'indice sulla voce misteriosa: "Ma che e' questo "Selava'"?, chiede. L'oste fa una faccia serafica che piu' non si puo', scuote la testa, si stringe lievemente nelle spalle, e dice: "Oh, non si preoccupi. Non e' andata!".

Beh, qualcosa di simile a questa rimanenza del mio pressoche' vuoto magazzino di storielle, mi e' capitato davvero pochi giorni fa in una piccola e bella citta' che vive di turisti e di studenti.
Una mia giovane cugina mi aveva invitato alla discussione della sua tesi di laurea e cosi' mi sono trovata a cercare per telefono una camera in un luogo che non conosco. Ho trovato su Internet un elenco di alberghi indicati con le stelle, ma senza i prezzi, e ho cominciato a telefonare, partendo dai meno stellati e piu' centrali, finche' sono planata su uno con due stelle, ma un po' fuori dalle mura.
Specifico bene la mia necessita'; un signore che, dalla voce, sembra piuttosto anziano mi dice che la camera singola con bagno ce l'hanno e che costa 42 euro a notte. Non ho termini di confronto, dico: "Va bene". Il giorno prima della partenza, come mi aveva chiesto l'albergatore, ritelefono per dare la conferma del mio arrivo e questa volta parlo con un giovane; tutto confermato, anche il prezzo. Cosi' l'indomani, attraversata l'Italia da ovest a est con mezzi pubblici commoventi, quel giorno, per la loro puntualita', approdo all'albergo: chiaramente a conduzione familiare, modesto, pero' messo con un certo gusto. Mi accoglie il giovane che, aprendo la porta della camera assegnatami, mi fa notare che, pur essendo doppia, me la fara' pagare per singola. "42 euro?", gli chiedo per scrupolo. "Si'", mi risponde, "42 euro".
Dopo essermi un po' riposata, prima di uscire, non so perche', mi viene fatto di guardare la scheda affissa alla porta, e scopro che 42 euro e' esattamente il prezzo della camera doppia. Sono piuttosto sanguigna di carattere, ovvero mi va di botto il sangue alla testa, specialmente quando subodoro l'ingiustizia o il tentativo di prendermi in giro, ed e' subito "Rigoletto": "Si', vendetta, tremenda vendetta.".
Cerco immediatamente il giovane, ma, non trovando nessuno a cui chiedere lumi, mi viene in mente che in citta' deve pur esserci un ufficio del turismo dove posso eseguire un ulteriore controllo del prezzo, e cosi' faccio. Il depliant degli alberghi che mi danno, aggiornato al 2003, riporta lo stesso prezzo della doppia con bagno (42 euro) e 32 euro per la singola con bagno. Il sangue continua a ribollirmi nelle vene, pero' mi dico: "Annapaola, e' vero, sei protagonista di un lieve tentativo di fregagione ai tuoi danni. Pero' adesso hai un bell'asso nella manica, percio' non ti avvelenare il sangue. La giornata e' bella, la citta' interessante. Insomma, goditi la vita!". E cosi' e' stato. Ho scorrazzato su e giu' per le strette viuzze, mi sono fermata in ammirazione di scorci di cielo serenissimo fra tetti e camini, ho gustato l'immersione in una folla di ragazze e ragazzi che, cosi' numerosi e tutti insieme, erano anni che non vedevo. Ho sentito per loro una grande simpatia e ho fatto anche qualche considerazione trepidante su quale puo' essere il futuro che li attende, dati gli attuali lumi di luna, sorridendo subito di me, come faccio tutte le volte che mi accorgo che sto formulando lo stesso pensiero che mi faceva tanto arrabbiare da ragazzina, quando era mia nonna a dare voce alla sua trepidazione: "Poverina", mi diceva, con un tono angosciato che voleva essere di solidarietà, "chissa' cosa ti aspetta. Io non ci saro', ma tu lo vedrai.".

Bene. Sono riuscita a non farmi guastare la serata e a dormire tranquillamente la notte. E la mattina, mentre prendevo un caffe' d'orzo (meglio evitare ulteriori eccitazioni) al bar vicino, ho visto quanto poteva essere semplice la cosa pur di non partire lancia in resta e lasciando un po' di spazio all'ipotesi che mi si era fatta strada nella mente, e cioe' che, all'inizio del 2004, poteva essere intervenuto un aumento delle tariffe; in fin dei conti il depliant dell'ente per il turismo era del 2003 e la scheda affissa dietro la porta addirittura del 2002. Si', e' vero, 10 euro tutti d'un botto erano parecchi, pero' . lasciare aperta questa ipotesi mi dava il respiro necessario a fare una domanda legittima (e quindi improntata alla gentilezza), anziche' avanzare subito aggressivamente un'accusa, come mi era venuto di fare, di primo acchito, la sera avanti -col mio EGO ruggente per la frustrazione e l'offesa -della serie: "Lei non sa chi sono IO".

Non so come, non so perche', la parte mi e' venuta bene. Questa volta ho trovato il signore anziano che al telefono mi aveva esplicitamente chiesto 42 euro per la singola con bagno. Il depliant in una mano, gli occhiali che rifiutavano di aprirsi nell'altra, gli ho chiesto con cortesia -devo dire sincera- se vi erano state variazioni sui prezzi che avevo visto registrati in camera e sull'elenco degli alberghi, e lui mi ha detto che no, non c'era stato niente di tutto questo.. E che, si', il prezzo della singola con bagno era di 32 euro e non di 42 -deprecabile disguido, forse un fraintendimento? Il figlio si era trovato in imbarazzo, perche' si era accorto che non avevano piu' singole (in realta', oltre a me, quella notte c'erano due gruppetti di tre persone alloggiati in camere triple) e gli aveva chiesto: "Babbo, va bene se alla signora diamo la doppia al prezzo della singola?". "Ma si', certo", era stata la sua risposta, e quello che io dovevo dare (e lui avere) erano 32 euro. Mi permetto di insistere: "Se c'e' stato un aumento", gli ripeto, "lo capisco. Pero' mi fa piacere saperlo con chiarezza". No, no, no e poi no. Assolutamente no. Una volta pagati i 32 euro, il tempo di salire in camera, mettere nello zainetto le quattro cose necessarie che mi ero portata dietro e tornare giu' a portargli la chiave come mi aveva chiesto (non troppo oltre i 10 minuti), ed ecco che si era materializzata una ricevuta fiscale: "Guardi, signora, che precisione. Non me n'ero accorto, ma mio figlio mi aveva lasciato le ricevute fiscali gia' pronte". Me la porge: e' senza nome, col solo numero della camera e col prezzo di 32 euro: "Vede? E' tutto a posto. Ci piace essere precisi". Bene, sono contentissima, anche se ricordo molto bene che proprio lui, per primo, di euro, me ne aveva chiesti 42 e che quella cifra mi era stata ribadita non so quante volte.... Alla fine, ci siamo salutati quasi con affetto. Niente vincitori ne' vinti, almeno nel modo truculento o umiliante a cui questa dizione di solito si accompagna. In fondo, un piccolo incontro di lotta, come chiamarla, "psico-furbesca", un gioco delle parti, a cui -solo ora me ne accorgo- e' la prima volta in assoluto che mi presto con una elasticita' e anche una capacità di divertirmi che proprio non sapevo di avere.
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