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UN SOLO NUMERO TELEFONICO PER I VIGILI URBANI/2. LETTERA APERTA ALL'ONOREVOLE DONATELLA PORETTI
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Articolo di Annapaola Laldi
15 febbraio 2007 0:00
 
Cara Donatella,
quasi un anno fa, per l'esattezza il 15 marzo 2006, fu pubblicato su questo sito dell'ADUC un mio scritto dal titolo "Un solo numero telefonico per i vigili urbani. Ovvero: come favorire il senso civico dei passanti".
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In esso avanzavo la proposta di dotare la Polizia locale (o Polizia municipale che dir si voglia) di tutta Italia di un unico numero telefonico ben memorizzabile, allo scopo di facilitare le segnalazioni di guasti, danneggiamenti, perdite (di acqua, di gas, ecc.) da parte delle persone civili, anche forestiere in quel dato territorio, che attualmente sono scoraggiate o addirittura impossibilitate ad agire perche' ogni Polizia locale ha un numero diverso.
Quelle considerazioni ebbero una discreta risonanza fra i lettori e le lettrici, e tutti quanti, sia pure con sfumature diverse, si dichiararono d'accordo con la mia proposta; qualcuno addirittura si disse pronto a sottoscrivere un'eventuale petizione pubblica.
Diversi insisterono perche' mi muovessi velocemente nelle sedi opportune per cercare di concretizzare questa idea. Mi piace riportare per intero quanto ebbe a scrivere il 16 marzo 2006 il signor Orazio A.:
"Sono d'accordo. Questa si' che e' politica! Cosi' ci si interessa del paese e dei cittadini. Con idee di questo tipo. Se la signora fosse in qualche lista la voterei per la serieta' del suo pensiero e invece purtroppo assistiamo ad indecorosi faccia a faccia tra i due piu' autorevoli candidati a premier dove si parla (senza contenuti per 90 minuti).
Posso aiutarla, aiutarvi in questa battaglia? Come? Ciao, Orazio
".

Bene. Io sono (sempre stata) aliena dal gettarmi nelle mischie elettorali e quindi posso svolgere la mia azione solo dal basso. In questo caso, data la rilevanza pubblica dell'argomento, c'e' stata, come gia' ho detto, un'eco positiva alla mia proposta, ma chi l'ha letta e lodata ha rilanciato subito la palla a me. Dunque, che fare? Bene, mentre stavo cercando di capire come muovermi, venni a sapere che tu eri stata eletta deputata, e quindi pensai che proprio tu potevi essere la persona giusta a cui affidare questa "eccezionale e stupenda idea", come la defini' il 20 marzo 2006 il signor Corrado P.. Se ho aspettato fino ad ora, e' stato per rispetto delle fatica, che penso abbia rappresento per te quel concorso di novita' assolute che si sono sommate in brevissimo tempo, come la gravidanza e la nascita della tua prima bambina, l'elezione a deputata, i primi passi a Montecitorio, l'inizio del pendolarismo tra Firenze e Roma, e cosi' via.
Adesso, pero', mi sembra arrivato il momento giusto per rispondere alle aspettative espresse da lettori e lettrici (e anche -perche' no?- per dare un po' di soddisfazione pure a me stessa), e cosi' con questa lettera aperta ti invito ufficialmente a usare il tuo ruolo di deputata al Parlamento per rilanciare questa semplice idea in quella sede, nel modo e nella forma che ti sembreranno piu' opportuni (un'interpellanza parlamentare? Una proposta di legge? O qualche altro strumento ancora?).
Detto fra di noi, Donatella, io considero la necessita' di un numero unico su tutto il territorio nazionale per la Polizia locale come la scoperta dell'acqua calda, pero' so che potranno esserci delle obiezioni di vario tipo. Su quelle, diciamo cosi', tecniche non mi soffermo neppure, perche' queste cose sono tutte superabili, purche' ci sia la famosa "volonta' politica", la quale, peraltro, non dovrebbe mancare su una proposta come questa che offre alle Amministrazioni comunali una sorta di monitoraggio gratuito immediato e globale: dalla situazione del traffico a quella dell'igiene pubblica, al contenimento di perdite e sprechi (per esempio di acqua potabile e corrente elettrica), e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Tuttavia non stento a immaginarmi che possano esserci, anche in sede istituzionale, magari appena camuffate, delle obiezioni che sostanzialmente s'ispirano a quel senso di sfiducia "cosmica" da noi purtroppo molto diffuso, che sostiene: "Tutto e' inutile. Tanto a nessuno importa niente di niente", e sul quale io non sono affatto d'accordo per esperienze dirette dell'esatto contrario, che menzionero' un po' piu' avanti.
Che pero' delle persone abbiano fatto, e magari stiano facendo in questo momento, esperienze negative che nutrono la sfiducia, e' certamente vero e a loro intendo rendere omaggio, riportando subito l'ultimo intervento del signor Antonio L. (il primo lo aggiungo nel post scriptum). Il 18 ottobre 2006 egli sintetizzo' cosi' il suo radicale scetticismo: "Mi permetto di intervenire per far presente che anche se questo numero venisse effettivamente istituito, non cambierebbe nulla.
Piu' volte mi sono trovato ad indicare, non telefonicamente, ma personalmente e con il dito, auto abbandonate sui marciapiedi, aiole usate come discariche, segnali incongruenti, motociclisti che viaggiano sui marciapiedi...le risposte, piu' o meno articolate, si possono sintetizzare in 'si', lo so e lo vedo, ma non e' compito mio segnalare'. Di solito, al telefono rispondono che non hanno macchine da mandare...
".
Rendere onore alle persone che hanno fatto, e forse stanno facendo adesso, queste esperienze negative con le Amministrazioni, la cui ragion d'essere (anche pagate!) e' precipuamente quella di favorire concretamente la buona convivenza civile e umana degli Amministrati, e' per me doveroso, ma anche utile proprio per dire con fermezza che non e' ne' giusto ne' lecito fare delle generalizzazioni su alcunche'. Semmai, le esperienze negative, che e' giusto far conoscere e denunciare con precisione, devono servire non per diffondere quella che prima ho chiamato "sfiducia cosmica", ma piuttosto per correggere gli errori e gli eventuali abusi, per riorganizzare al meglio le strutture interessate e per fare quella necessaria opera di istruzione ed educazione di coloro che devono intervenire in prima persona nelle situazioni piu' diverse e, in verita' non sempre facili.
Ecco, Donatella: la proposta di un numero unico su tutto il territorio nazionale per la Polizia locale rientra, per me, in questa ottica di correzione e riorganizzazione di un sistema di "vigilanza urbana", preziosa e irrinunciabile, che purtroppo, specie in certi contesti, fa decisamente acqua. Ma, per fortuna anche, non dovunque e non sempre, come dice la mia esperienza diretta, su cui, voglio brevemente ragguagliarti prima di concludere. Ai vigili del mio Comune (di dimensione medio-piccola), il cui numero tengo ormai nella rubrica del cellulare, mi sono rivolta negli ultimi cinque-sei mesi almeno tre volte: una per un segnale stradale divelto vicino a casa mia, un'altra per un semaforo spento nell'ora di punta in un incrocio importante e la terza, proprio qualche giorno fa, per l'allarme scattato in una abitazione al momento abbandonata, che ci stava rincitrullendo da un'ora e aveva tutta l'aria di voler continuare per un pezzo. In tutti e tre i casi i vigili non erano stati avvisati da nessun altro, ma si sono attivati in breve tempo. Ho poi una certa esperienza anche con il servizio di "igiene urbana", a cui spesso mi tocca segnalare la presenza di oggetti ingombranti abbandonati accanto ai cassonetti che si trovano vicino a casa mia, e anche in questo caso finora la risposta e' stata positiva. Infine, a proposito delle perdite di acqua, voglio ricordare l'episodio che mi e' capitato verso le 13:00 del 25 dicembre 2006. Mentre facevo una passeggiata sui viali dei Colli diretta al Piazzale Michelangelo, tra le pietre del marciapiede scorgo un discreto zampillo di acqua che aveva gia' formato un discreto, ruscello che correva allegramente giu' per la strada. Di fronte alla perdita/spreco di acqua, per me e' letteralmente impossibile far vista di niente. Ma, che faccio? Ebbi l'idea di chiamare i Vigili del Fuoco, i quali gentilmente mi dettero il numero verde (per fortuna facilmente memorizzabile) della gestione dell'acquedotto e cosi' potei segnalare la perdita a chi di dovere e continuare la mia passeggiata consapevole di avere fatto tutto quello che potevo fare. Anche in questo caso venni a sapere che ero la prima persona che segnalava quella perdita, e allora, considerato che non ho affatto occhi e orecchi migliori della media, mi sembra urgente e necessario anche far sapere con chiarezza alla gente, a tutta la gente -abitanti del luogo e forestieri di passaggio, comunitari ed extracomunitari- che ogni luogo e ogni servizio e' affidato anche alla nostra diretta cura e responsabilita'.
"Ho a cuore il luogo in cui mi trovo", potrebbe essere il titolo di una pubblicita'-progresso rivolta agli utenti, come pendant delle istruzioni da dare ai Vigili Urbani, il cui motivo conduttore potrebbe esser "Ho a cuore il luogo affidato alla mia vigilanza".
Per tutti i motivi sopra addotti, cara Donatella, rinnovo ufficialmente e pubblicamente la richiesta che tu faccia quanto e' in tuo potere di deputata perche' l'idea di un numero unico dei Vigili urbani (o Polizia locale o municipale che dir si voglia) cominci a frullare nel cervello del maggior numero di parlamentari possibile e riesca a concretizzarsi con la massima rapidita'.

Ti ringrazio tanto per l'attenzione e per l'impegno che potrai dispiegare, ma sono anche conscia di averti fornito uno spunto interessante e fecondo per la tua attivita' parlamentare; infatti, una proposta come questa, che puo' essere condivisa da tutti gli schieramenti, puo' avere anche un effetto secondario positivo, e cioe' far lavorare insieme deputati e deputate, che hanno altrove idee diametralmente opposte, superando almeno per un po' gli steccati ideologici e partitici; e dati i tempi che corrono e le notizie di reciproca avversione e di scontro su quasi tutto, che si leggono, trovare un argomento in cui si riesce a parlarsi da persona a persona e non da esponenti di partiti avversi non mi sembra cosa di poco conto. Come cittadina comune, che "ha a cuore il luogo in cui si trova" peroro dunque questa causa anche per questo preciso motivo.
Mentre resto a tua disposizione per qualunque cosa ti sia utile, accogli i miei auguri di buono e miglior proseguimento di tutta la tua vita
Annapaola

POST SCRIPTUM

Come annunciato sopra, trascrivo qui la prima lettera del signor Antonio L. del 18 marzo 2006:
"Gentile signora Annapaola, mi auguro che la sua "campagna" abbia un seguito effettivo, perche' lo meriterebbe. Tuttavia la mia esperienza di "tormentatore" di vigili urbani non mi fa ben sperare. Per anni, quando avevo il negozio, e il mio percorso sempre uguale, 4 volte al giorno, me ne dava la possibilita' pratica, ho : -interrogato i vigili di servizio, direttamente sulla strada , a proposito delle incongruenze della segnaletica,
-segnalato la sporcizia presente sui marciapiedi ( indicando con il dito, non telefonicamente),
-mostrato le sconnessioni pericolose tra i lastroni di granito di Corso di Porta Romana, -indicato le spazzature dei bar ammassate ed abbandonate per settimane,
-richiesto la sostituzione dei porta-rifiuti bruciati,
-evidenziato l'ostruzione delle bocchette di scolo tra strada e marciapiedi.....eccetera.
La risposta e' sempre stata: non e' compito nostro.
All'eccezione " ma sicuramente saprete, come vigili ( sostantivo che ha un significato ben preciso) e come urbani( aggettivo qualificativo dal significato ben noto)a chi inviare il vostro rapporto...", la risposta "non e' compito nostro" e' stata sempre ribadita, e spesso con malagrazia.
Dal '98 ho smesso di percorrere 4 volte al giorno quei 200 metri di strada, e anche l'inutile lamento. Le auguro volentieri che la sua iniziativa sia piu' produttiva.
I migliori auguri. Antonio L.
".
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