Avevano sorriso e sottovalutato la gravità della situazione. In Italia e all'estero.
Prima erano convinti che il problema della infezione da Coronavirus era solo cinese, poi sono andati alla ricerca dell'untore zero, da quale sarebbe partita la diffusione virale, attribuendo a questo o quel Paese europeo il primato dell'infettato.
Non hanno capito che l'infezione era a ventaglio, che prima o poi sarebbe toccata a tutti.
Ci riferiamo ai 28 paesi dell'Unione europea (ci mettiamo, momentaneamente, anche il Regno Unito), o meglio ai loro governanti, ma facciamo riferimento anche agli USA.
Possibile che l'espressione più alta della rappresentanza politica ed elettorale europea, e non solo, non abbia capito la gravità della situazione?
Si, è stato possibile.
Sorge spontanea la domanda: ma chi eleggiamo per governare?
Se ci rappresentano, vuol dire che siamo così anche noi, o perlomeno, in buona parte.
In Italia i partiti, o movimenti, che hanno sottovalutato il problema rappresentano il 74% degli elettori.
Molti di loro, addirittura, vorrebbero tornare indietro, all'Italia dell'800. Abbiamo sentito dire, in campagna elettorale, lo slogan
"vogliamo coltivare ciò che mangiamo e mangiare ciò che coltiviamo". Il che significa fare la fame; ma è arrivata una valanga di voti.
Ancor oggi si pensa che i problemi del nostro Paese si risolvano isolandosi: il sovranismo, ovvero il nazionalismo, è la proposta.
Se non basta questa esperienza virale, quale nuovo passaggio servirà per convincere che uniti si vince e che affrontare i problemi insieme è la carta vincente?
Se non ora, quando ci convinceremo che servono gli Stati Uniti d'Europa?