testata ADUC
Stazioni ferroviarie invivibili, ma non a Trieste
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Annapaola Laldi
20 luglio 2014 15:26
 
 Le qualità che fanno di una città una città civile non si rinvengono esclusivamente nella bellezza dei suoi monumenti o dei suoi panorami, perché questi aspetti sono o l’eredità di un passato più o meno recente, oppure un dono ricevuto dalla natura.
Secondo me, ciò che qualifica una città come civile o incivile consiste nel modo in cui sono trattate le persone che vi vivono stabilmente o vi transitano per qualche ora o giorno della loro vita per motivi di lavoro o di “divertimento” . Quindi, cose terra terra, servizi che facciano sentire la persona bene accolta e davvero “benvenuta” in quel luogo, al di là della facile retorica dei cartelli stradali che di solito, però, illudono gli automobilisti all’ingresso nel territorio comunale, perché nelle stazioni ferroviarie mi pare che di tali cartelli non ve ne sia traccia, anche se è di lì che passa la maggioranza dei viaggiatori, pendolari e turisti. Al massimo, per questi, si dà, talvolta, una scritta floreale nei giardini antistanti l’uscita della stazione centrale, ma questo è un ricordo di parecchi anni fa …
Cose, servizi semplici ed essenziali, dunque, come, prima di tutto, la presenza di indicazioni precise sui percorsi da seguire e specialmente per chi si muove a piedi, fino, appunto, dalla stazione ferroviaria, in cui, purtroppo non è scontato vedere un cartello ben visibile che mostri l’uscita o le uscite con l’indicazione, in questo caso, della via in cui ci si troverà prendendo l’una o l’altra direzione (A Torino porta Nuova, ad esempio, ciò avviene, mentre Firenze Santa Maria Novella brilla per l’assenza di un servizio così minimo!).
Un’altra spia della civiltà di un luogo è la disponibilità di toilette pubbliche generosamente distribuite sul territorio – fino dalla stazione ferroviaria - ben tenute e possibilmente gratis (o a un prezzo non esoso, come accade, invece tanto per fare un esempio, a Venezia).
Infine, la presenza sia nelle stazioni ferroviarie sia nei centri urbani di fontanelle pubbliche, dove chiunque possa bere e far bere il proprio fedele quattrozampe , riempire una borraccia, lavarsi le mani ..
Anche questo semplice accorgimento per salvaguardare il benessere di chi transita in una stazione o nel centro urbano è assolutamente ignorato ormai dalla maggior parte delle Amministrazioni comunali, per non dire dei gestori delle stazioni ferroviarie, che sembrano avere un piacere sadico nel negare questo servizio assolutamente essenziale ai loro malcapitati frequentatori. La Società “Grandi stazioni”  è un esempio macroscopico di questo stupido sadismo, ma anche stazioni secondarie, che non sono amministrate da essa fanno ormai a gara a rendere sempre più sgradevole l’attesa dei viaggiatori. La situazione che denunciai in particolare per Firenze Santa Maria Novella  e per Firenze Rifredi  nel 2008 è rimasta uguale, semmai peggiorata.
Un’eccezione a questo squallido rivoltante panorama è dato dalla stazione centrale di Trieste , a cui qui rendo doveroso omaggio, anche per dimostrare che offrire ai viaggiatori dei servizi accoglienti è, appunto, una questione di sensibilità e di volontà civile.
Nella stazione centrale di Trieste, che si è evoluta, partendo dall’impianto asburgico ottocentesco, oltre a una toilette gratuita, troviamo anche un deposito bagagli con un rapporto “qualità/prezzo” rispettoso del viaggiatore non abbiente, ben lontano da quello di Firenze, che chiede 6 euro per le prime cinque ore e poi 90 centesimi per le successive sette …
E, ciliegina sulla torta … due – dico due! -fontanelle funzionanti per ogni marciapiede (come da fotografia, per scattare la quale ho aperto il rubinetto). E’ vero che questa stazione è piccola (ha solo cinque banchine) e non è presa d’assalto come altre sue consorelle. Però è pur sempre la stazione di una grande città – e lancia il segnale che essere accoglienti e rispettosi della dignità del passeggero è possibile. Basta essere civili noi stessi!
Grazie, Trieste!
Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS