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Gli studi scientifici non sono affidabili. Studio
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Articolo di Redazione
29 agosto 2015 12:45
 
Protocolli identici, campioni simili, ma risultati differenti. Un'équipe di 270 ricercatori americani ha cercato di riprodurre alcuni studi di psicologia. In solo il 40% dei casi sono arrivati ai medesimi risultati delle ricerche originali. Cosi' le conclusioni di uno studio chiamato “Reproducibility project” pubblicato il 27 agosto scorso sulla rivista Science.
Questi studi sono stati pubblicati inizialmente nel 2008 in tre riviste scientifiche di riferimento (Psychological Science, the Journal of Personality and Social Psychology, et the Journal of Experimental Psychology), e prendevano in buona considerazione alcuni comportamenti sociali, sulla percezione o sulla memoria.
Come spiegare una tale differenza tra gli studi originali e le loro riproduzioni? Il numero delle pubblicazioni e' in pieno boom, grazie alla pressione che viene esercitata sugli scienziati che cercano di ottenere risultati eclatanti, perche' e' piu' facile che siano ripresi dai grandi media, fa notare il quotidiano The New York Times.
I ricercatori rimettono in discussione da alcuni anni questa corsa sfrenata alla pubblicazione e all'impatto che ne consegue, misurando la popolarita' di un articolo attraverso il numero di citazioni che viene fatto dello stesso da parte di altri ricercatori, cosi' come spiegava la rivista Slate alcuni mesi fa
La validita' delle teorie iniziali non e' rimessa in causa
Attenzione, il “Reproducibility Project” non arriva a concludere che questi studi sono sbagliati, ma solo che alcuni risultati sono esagerati. Sono molto pochi gli studi smentiti. I risultati erano semplicemente piu' deboli, meno affidabili, per esempio perche' i campioni utilizzati erano troppo piccoli.
“E' importante notare che questi risultati molto deludenti non rimettono direttamente in causa la validita' delle teorie iniziali”, spiega Gilbert Chin, psicologo e redattore capo della rivista Sciences, citata dall'agenzia France Press-Afp. Noi apprendiamo solo che dobbiamo fare meno affidamento a molti di questi risultati di questi esperimenti.
Per Brian Nosek, co-autore dello studio e ricercatore dell'Universita' della Virginia, questo mostra anche che gli scienziati devono sempre rimettersi in discussione. Soprattutto quando i risultati potrebbero essere ancor meno concludenti in altre discipline, comprese le scienze cosiddette dure, come la biologia cellulare, le neuroscienze o la medicina clinica.
“Questo studio mostra che noi abbiamo un problema, ma che possiamo tentare di rimediarvi”, dice Dorotthy Bishop, professore di sviluppo neuropsicologico all'Universita' di Oxford. La Bishop invita i ricercatori a lavorare su campioni piu' rappresentativi, ed a registrare a monte obbligatoriamente i propri metodi d'indagine, nonche' a pubblicare i dati raccolti, in modo che gli esperimenti possano essere riprodotti piu' facilmente.
Questo tipo di approccio di verifica non ha un unanime sostegno da parte della comunita' scientifica. Alcuni detrattori segnalano che i contro-studi, spesso realizzati da giovani ricercatori meno esperti, non sono mai verificati.

(articolo pubblicato sul quotidiano Libération del 29/08/2015)
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