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Svizzera. La distribuzione controllata di eroina evita i contagi dell'Aids
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Articolo di Rosa a Marca
9 maggio 2003 17:28
 
Si sta tenendo in questi giorni a Bilbao il settimo congresso nazionale sull'Aids, organizzato dalla Sociedad Espanola Interdisciplinaria de Sida (Seisida). Tra i relatori figura anche Miguel Marset, direttore del programma svizzero di distribuzione controllata di eroina, il quale ha illustrato i risultati del piano di riduzione del danno in relazione alla diffusione dell'Aids. Non uno dei 1.700 drogati che dal 1995 hanno seguito il programma di somministrazione assistita di eroina ha contratto il virus Hiv.
Ma le conseguenze positive sono anche altre, sociali e di ordine pubblico. Secondo uno studio realizzato quest'anno dall'Universita' di Losanna, dopo quattro anni di trattamento la delinquenza legata al consumo di droghe (spaccio e furti) e' diminuita dell'80% tra coloro che hanno aderito volontariamente al programma.
Miguel Marset, che e' stato anche consulente di un piano analogo per la Giunta dell'Andalusia, ha spiegato che il programma non consiste in una "distribuzione incontrollata" della droga. Si tratta invece di "un approccio globale e interdisciplinare" a beneficio dei consumatori che hanno fallito in precedenti tentativi di disintossicazione, incluso il metadone. "Se si somministra in modo controllato e igienico, l'eroina diventa un medicinale con indicazione terapeutica per i tossicodipendenti. Del resto, all'inizio del secolo scorso in Inghilterra era usata come calmante", ha aggiunto Marset.
Con l'ausilio della rete sanitaria che accompagna la distribuzione, i consumatori di eroina imparano a cambiare le loro abitudini. Abbandonano la forma iniettata (la piu' pericolosa perche' facilita la trasmissione delle malattie attraverso lo scambio di siringhe) o si convincono a usare materiale sicuro e a non condividerlo. Si e' constatato che questi comportamenti li mantengono anche coloro che abbandonano il programma: c'e stato un solo caso di nuova sieropositivita' tra i 23 pazienti che negli ultimi sette anni hanno abbandonato il progetto. Marset ha ricordato che all'avvio del piano era portatore di Hiv il 15,3% dei 1.700 partecipanti.
Passando agli altri benefici, Marset ha spiegato che naturalmente la somministrazione di eroina dev'essere accompagnata da assistenza psicopedagogica, educativa, lavorativa e sociale. Questo e' stato fatto, e ha prodotto un miglioramento nella qualita' della vita, delle condizioni di salute e di stabilita' psichica dei soggetti. Inoltre, ha permesso di studiare l'evoluzione della dipendenza, fino a determinare "una tolleranza limite", oltre la quale il drogato non aumenta piu' la dose. Da quando e' incominciato il programma non si e' verificato nessun caso di overdose e solo "raramente" ci sono stati effetti secondari da abuso di oppiacei. L'inconveniente piu' frequente e' l'intossicazione dovuta al mix di eroina ed altre droghe.
Il problema piu' arduo e' stata la difficolta' di presentare i risultati in forma scientifica -una "scusa" utilizzata dai detrattori dell'iniziativa, secondo Marset. Ha aggiunto che e' comunque difficile ottenere dati da un gruppo cosi' poco strutturato come sono gli eroinomani, ma ha puntualizzato che il problema e' stato risolto per l'esperimento andaluso (il quarto europeo).
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