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Usa. Quando un colombiano rischia l'ergastolo per narcotraffico
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Articolo di Donatella Poretti
31 maggio 2003 20:21
 
La pena verra' resa nota solo il prossimo 19 agosto, ma il tribunale di Miami l'ha dichiarato colpevole di due capi d'imputazione per traffico di droga verso gli Stati Uniti. Fabio Ochoa, e' uno dei piu' importanti capi del narcotraffico colombiano, secondo nel potente Cartello di Medellin, che ha affrontato un giudizio negli Stati Uniti a seguito della richiesta di estradizione, una procedura iniziata nel lontano 1997 e avvenuta nel settembre 2001. L'accusa ha sostenuto che il suo coinvolgimento nel traffico di droghe e' continuato anche dopo gli anni Ottanta, e i 12 giurati dopo 5 ore hanno emesso il verdetto unanime: colpevole. Un processo iniziato il 5 maggio e conclusosi il 27 dello stesso mese.
Secondo gli accordi bilaterali, infatti, Ochoa non poteva essere giudicato per le operazioni del Cartello di Medellin degli anni 1980, quando con Fabio Escobar gestiva l'80% del traffico di cocaina verso gli Usa. Grazie ad un decreto colombiano che aveva portato alla fine dei grandi cartelli, chi si era a suo tempo consegnato spontaneamente non poteva essere estradato negli Usa. Ochoa aveva scontato la sua pena, ma poi nel 1999 era stato nuovamente arrestato nel corso di "Operazione Millennio", frutto di una collaborazione tra Colombia e Usa.

Ma la condanna di Ochoa ha aperto un'altra polemica in Colombia, quella sulla pena. Il trattato di estradizione del 1997, tra Usa e Colombia, dice chiaramente che nessun colombiano inviato negli Stati Uniti puo' essere condannato ad una pena maggiore di quella che esiste nel suo Paese, per il reato di cui viene riconosciuto colpevole. E ogni volta che la Corte Suprema approva una estradizione, ricorda questa condizione. Questo vuol dire che nessun colombiano estradato puo' essere condannato alla pena di morte o all'ergastolo, visto che nessuna delle due pene e' prevista dai codici del Paese andino.
Il caso Ochoa giudicato in Colombia avrebbe portato ad una condanna da 8 a 20 anni di carcere per narcotraffico, ma avendo superato la quantita' di 5 chili di cocaina, il Codice colombiano ritiene il reato piu' grave e raddoppia la pena. Cioe' al massimo Ochoa avrebbe rischiato 40 anni di prigione.
Negli Stati Uniti, e nella Corte di Miami che l'ha riconosciuto colpevole, il procuratore ha chiesto l'ergastolo.
Il procuratore generale della Colombia, Luis Camilo Osorio, interpellato sull'argomento ha detto: "gli impegni e i trattati internazionali devono essere onorati da tutti gli Stati, grandi, piccoli, potenti o no". E ha aggiunto: "la cooperazione giudiziaria esistente chiede il rispetto dell'ordinamento interno, quando si tratta di un giudizio che si realizza all'estero deve essere rispettato in tutti i casi senza eccezione". Stesso atteggiamento da parte del ministro della Giustizia Jaime Giraldo Angel: "se si riconosce in vigore il trattato di estradizione tra la Colombia e gli Stati Uniti, non si puo' applicare il carcere a vita".
Il procuratore di Miami Richard del Toro e il suo assistente Richard Gregory, hanno spiegato che il trattato di estradizione non era di impedimento per applicare l'ergastolo. E infatti l'hanno chiesto.
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