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Venerdì santo. Suggestioni.
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Articolo di Annapaola Laldi
18 aprile 2014 12:47
 
Due suggestioni per questo giorno che ricorda un patire e una morte per amore. E non importa se fu realtà o leggenda, perché la storia degli effetti è di grande concretezza e questa è incontestabile:

La prima suggestione è musicale. Per il venerdì santo del 1786 il compositore austriaco Franz Joseph Haydn scrisse, su commissione di un canonico della cattedrale di Cadice, in Spagna, un oratorio dal titolo "Le ultime sette parole di Cristo sulla croce"  per accompagnare le meditazioni relative alle parole attribuite dai vangeli  a Gesù in croce («Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» «Oggi con me sarai nel paradiso» «Donna, ecco tuo figlio!» «Dio mio, dio mio, perché mi hai abbandonato?» «Ho sete» «Tutto è compiuto!» «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito»). L'anno successivo Haydn trascrisse l'oratorio in forma di concerto solo per archi, di cui propongo la versione di una orchestra polacca.
E’ una bella musica. Perché non provare ad ascoltarla?

La seconda suggestione è poetica, e consiste in una composizione del poeta e narratore versiliano Enrico Pea  che oggi è piuttosto dimenticato, forse anche per quella sua lingua datata, come si può capire leggendo il testo che segue. Eppure, questa poesia ha una sua grazia e una sua forza legata a una sorta di meditazione su natura/naturalezza/naturalità, che mi pare giusto condividere qui.

Il Pettirosso
Il pettirosso, ch'è di me più saggio,
non si lamenta se il raccolto è scarso.
se la neve ha coperto le campagne,
se l'acqua s'è gelata alla sua sede
e se il vento stentegna il suo ricetto.
Dopo l'annata magra ecco che viene
l'abbondanza nell'aria e dopo il verno
il ruscello ricanta, il vento è brezza,
al pettirosso dolce ninna nanna.
Il pettirosso ch'è innocente e bello
sa che la Provvidenza lo sostenta,
sa che chi pate è poi racconsolato,
conosce il sangue, il pianto e la speranza
come ogni creatura che si lagna,
ma non conosce la disperazione.
Il pettirosso che porta le insegne
di Cristo sul candore del suo seno,
che fu presente al pianto di Maria
quando la terra si coprì di nubi,
l'augellino prescelto a colorirsi
d'una stilla di sangue di Gesù,
vive, paziente, d'ogni Provvidenza,
sicuro aspetta, spera, crede e canta,
si specchia al cielo che gli pare suo!

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