testata ADUC
La vergogna di volare. Calo del traffico aereo in Svezia
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Redazione
25 agosto 2019 10:54
 
 È l'effetto di Greta Thunberg, l'icona svedese della lotta contro il riscaldamento globale che attualmente attraversa l'Atlantico in barca o altri fattori, alcuni ciclici? Secondo gli specialisti del trasporto aereo svedese, è ancora troppo presto per dirlo. Una cosa è certa: in Svezia l'aereo ha cominciato ad essere meno usato negli ultimi mesi dovendo far fronte al "flygskam" - la vergogna di volare - il settore deve adattarsi.

I primi segni di questo rallentamento sono stati osservati alla fine del 2018. Segni che si sono accentuati da gennaio, con un calo del 3,8% del numero di passeggeri nei primi sette mesi, secondo l'agenzia svedese dei trasporti (Transportstyrelsen). Principalmente interessato è il traffico nazionale, con l'8,7% di passeggeri in meno. Ma i voli verso l'estero non sono risparmiati, con una diminuzione del 2,6% del numero di viaggiatori da gennaio.
Tendenza a lungo termine o respiro corto temporaneo? "Ci vorranno uno o due anni per trarre conclusioni", ha affermato Jean-Marie Skoglund, esperta di traffico aereo presso l'Agenzia svedese dei trasporti, che già intravede una prima spiegazione: "Il settore dell'aviazione è estremamente sensibile agli sviluppi economici, la Svezia si sta dirigendo verso un periodo di rallentamento economico, che potrebbe in parte spiegare il declino".

Altri fattori, più specifici: "Il fallimento della compagnia aerea regionale Nextjet nella primavera del 2018, così come lo sciopero dei piloti della Scandinavia Airlines che è durato una settimana lo scorso aprile ed ha portato alla cancellazione di decine di voli, che hanno influenzato le statistiche", dice Skoglund.
Secondo Swedavia AB, che gestisce i dieci principali aeroporti del regno, si sostiene che: "Negli ultimi dieci anni abbiamo registrato una crescita media del 6%. Quindi non c'è da meravigliarsi che ci sia un rallentamento", afferma Charlotte Ljunggren, direttore marketing dell'azienda. Ce riconosce, tuttavia, che il dibattito sui cambiamenti climatici, particolarmente virulento in Svezia dall'autunno 2018, "ha avuto un impatto".

"Colpevolizzare"
Stessa cosa alla Braathens Regional Airways (BRA). Alla fine di aprile, la compagnia aerea regionale, che controlla il 30% del mercato nazionale dei voli in Svezia, ha annunciato un importante piano di ristrutturazione, compresa la sostituzione dei suoi dieci aerei a reazione con velivoli a turbopropulsore più piccoli e meno inquinanti. Un terzo dei mille impiegati del gruppo sono stati licenziati.
Al di là dell'aspetto economico, Ulrika Matsgard, direttore delle vendite, indica la "vergogna di volare": "La colpa di chi vola dall'autunno del 2018 ha avuto rapidamente la sua influenza. È particolarmente evidente sulle linee più brevi, come Göteborg-Stoccolma, dove il traffico ferroviario è aumentato mentre noi perdiamo clienti".
Anche l'introduzione di una tassa ambientale sul trasporto aereo nella primavera del 2018 ha avuto un ruolo, secondo Matsgard: "Sono solo 60 corone [circa sei euro] sui voli nazionali, ma i nostri margini di guadagno si sono così ridotti che abbiamo dovuto trasferire questo costo sul prezzo del biglietto”. Che critica la posizione del governo a favore della riduzione del traffico aereo: "La soluzione non è prendersela con l'aereo, dal cui funzionamento dipendono le nostre economie e le nostre società dipendono, ma ridurre l’impatto sul clima", ha detto Matsgard.

Data la riluttanza dei suoi clienti, BRA propone un suo profilo ecologico: "Compensiamo automaticamente le emissioni di CO2 su tutti i nostri voli, investendo in parchi eolici in India e Turchia. Dal 2018 offriamo anche ai nostri clienti biglietti per la classe ambientale, che consentono loro di sostituire il cherosene con biocarburante, per 300 corone in più per volo".

Nel frattempo, la compagnia ferroviaria Statens Järnvägar si sta sfregando le mani. Ha registrato un aumento dell'8% del suo traffico nel primo trimestre dell'anno, dopo che lo stesso era già aumentato del 5% nel 2018, mentre le vendite del pass Interrail europeo, che consente di viaggiare in diversi Paesi europei ad un prezzo ridotto, quest'anno dovrebbero crescere dell'85%.

(Articolo di Anne-Françoise Hivert -Malmö (Svezia), correspondante régionale – pubblicato sul quotidiano Le Monde del 23/08/2019)
Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS