Razionalmente possiamo dire che "una decina"
comincia fin dalla prima frazione del numero "uno"
come un'automobile comincia fin dalla prima applicazione
del primissimo bullone.
Certamente la frazione
di un numero (il 10, in questo caso) non può corrispondere
alla decina finale, come il bullone è pretestuoso
considerarlo una frazione di automobile. Infatti tale
considerazione si evince proprio a livello semantico e tale
livello ha un’origine prettamente umana, a causa della
funzionalità stessa dei nostri organismi preposti alla
percezione ed alla sintesi successiva a questa.
Possiamo dire che la “decina” o “l’automobile” si
tratta di “progetti” umani, su cui possiamo conservare
lo stato del particolare di cui sono composti secondo
un’analisi, volendo anche euristica, stabilendone la loro
essenza strutturale.
Essi, questi progetti, come
la stessa natura della nostra percezione vuole, non possono
turbare il nostro intuito morale, perché, proprio come
accade in coscienza nel considerare strutturalmente una
istanza, siccome ogni singolo elemento è a se conosciuto e
fine a sé stesso, anche tutto il progetto finito è fine a
sé stesso e non merita, a nostro parere, attenzione
reverenziale dal punto di vista ontologico in quanto istanza
(oggetto) che svolge tutta la sua significanza nella
funzione meccanica per cui è stata progettata.
Al di fuori di questo, esso è infatti un oggetto nullo, che
non ha nulla da cambiare nella storia né da esser cambiato.
Tutto ciò è perché possiamo conoscere a fondo tutto ciò
che lo riguarda al punto da poterne sostenere con sicurezza
la sua essenza strutturale sotto qualsiasi punto di vista lo
si consideri.
Questo non si può dire dell’uomo
né del resto degli organi viventi, qualsiasi sia la loro
specie, proprio perché non siamo noi a farli ed oltretutto
ci sfuggono le loro proposizioni originali. Sia a
livello semantico, e dal punto di vista di qualsiasi tipo di
analisi, gli organismi viventi si catalogano tali fin dalla
loro prima frazione, appartenente ad un “progetto” non
nostro e che sfugge alla nostra interpretazione completa
oltre ed ancor prima della nostra incapacità nel governarla
secondo i canoni naturali dell’originalità di tale
“progetto”. Questo porta razionalmente a dover
considerare queste “istanze” secondo un criterio ben
diverso da quello usato nella considerazione di un progetto
strutturalmente noto, considerando anche che qualsiasi
elemento di una struttura organica non è esattamente fine a
sé stesso (il bullone) ma implica la completezza della sua
evoluzione. Naturalmente (antropologicamente) questo ha
indotto l’uomo inconsapevole ad un atteggiamento
reverenziale nei confronti di tali realtà naturali, al
punto da convertire la propria riverenza in espressione
sacrale. Tale espressione non credo debba considerarsi
un “bigottismo” anacronistico ma l’esatta posizione
originale valida per tutti i tempi che definisce la persona
nell’essenzilità e nella concretezza del suo essere .
Le questioni che riguardano i progetti della natura
credo che debbano essere affrontati da piattaforme ben
diverse da quelle politiche o sociologiche, trattandosi di
istanze reali, inserite in un contesto di cui noi facciamo
parte esattamente come tali e di cui non siamo minimamente
in grado di sostenerne il dominio eccetto che l’esser
prodromi del disequilibrio di tale ordinamento.
10 giugno 2006 0:00 - domenico de giacomi
Leggo su Cellule Staminali -notiziario utile dell'ADUC
che per la Chiesa Valdese ( nella Babele di Chiese
esistenti e a mio avviso inutili per affermare
l'esistenza di un'unico Dio- se -come mi auguiro
esiste) l'embrione non è ancora Persona .Penso che
sia semplicemente da considerare l'unica evidenza
senza tanti cavilli che l'Embrione è un'essere
vivente dal momento del concepimento anche senza per le
prime due settimane di Sua vita di un cervello sviluppato
e pensante . Il fatto poi di considerarlo non una Persona
in una Società di consapevoli perchè- non capace di
intendere e volere - fà parte di un valore relativo seppur
necessario che lo dovrebbe pero' far distinguere
forse illecitamente da un 'animale(senza Diritti )
.Dico illecitamente visto che nessun Uomo è stato mai
un'animale tra le molteplici specie per venirci a
raccontare questa esperienza e cosa si prova ad esserlo
.Uccidere un'embrione anche se per il bene della
Società e delle appunto Persone ( interessate) che la
compongono (umana) a mio avviso è togliere la vita di
un non consenziente ma vivo a cui non vengono dati
diritti e quest'atto lo vedrei piu vicino a un
omicidio . E poi mi si venga a dire che permettere una
dolce morte(eutanasia diretta -indiretta purche volontaria)
a chi consapevolmente e quindi capace di intendere e
volere la chiede per giustificati e atroci e
irreversibili motivi in Italia, deve essere ancora un
reato per paura di un 'obsoleto slippery slope
stranamente che però non riguarda - lo staccare la spina
clandestinamente -come avviene in molte rianimazioni dei Ns
Ospedali o a chi dichiarato morto cerebrale da una
assurda Legge di Stato morto non è per interessi
personali e demagogici , che nulla hanno a che vedere con
il rispetto della volontà -consapevolmente- espressa da
una Persona rispetto agli interessi altrui .. Parenti
compresi ! Diciamo piuttosto che la politica e la
Religione ,la stessa benemerita Società ,Umana e
caritatevole ( Mors mia vita Tua o vicerversa Mors Tua vita
mea ) talvolta assieme a altre motivazioni materiali
ipocritamente e subdolamente abdicano .......laddove
dovrebbero proteggere la volontà espressa , quando
espressa dei piu deboli e incapaci .
domenico
de giacomi iscritto ordine dei medici di udine 4632