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11 giugno 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
Razionalmente possiamo dire che "una decina" comincia fin dalla prima frazione del numero "uno" come un'automobile comincia fin dalla prima applicazione del primissimo bullone.

Certamente la frazione di un numero (il 10, in questo caso) non può corrispondere alla decina finale, come il bullone è pretestuoso considerarlo una frazione di automobile.
Infatti tale considerazione si evince proprio a livello semantico e tale livello ha un’origine prettamente umana, a causa della funzionalità stessa dei nostri organismi preposti alla percezione ed alla sintesi successiva a questa.

Possiamo dire che la “decina” o “l’automobile” si tratta di “progetti” umani, su cui possiamo conservare lo stato del particolare di cui sono composti secondo un’analisi, volendo anche euristica, stabilendone la loro essenza strutturale.

Essi, questi progetti, come la stessa natura della nostra percezione vuole, non possono turbare il nostro intuito morale, perché, proprio come accade in coscienza nel considerare strutturalmente una istanza, siccome ogni singolo elemento è a se conosciuto e fine a sé stesso, anche tutto il progetto finito è fine a sé stesso e non merita, a nostro parere, attenzione reverenziale dal punto di vista ontologico in quanto istanza (oggetto) che svolge tutta la sua significanza nella funzione meccanica per cui è stata progettata.

Al di fuori di questo, esso è infatti un oggetto nullo, che non ha nulla da cambiare nella storia né da esser cambiato. Tutto ciò è perché possiamo conoscere a fondo tutto ciò che lo riguarda al punto da poterne sostenere con sicurezza la sua essenza strutturale sotto qualsiasi punto di vista lo si consideri.

Questo non si può dire dell’uomo né del resto degli organi viventi, qualsiasi sia la loro specie, proprio perché non siamo noi a farli ed oltretutto ci sfuggono le loro proposizioni originali.
Sia a livello semantico, e dal punto di vista di qualsiasi tipo di analisi, gli organismi viventi si catalogano tali fin dalla loro prima frazione, appartenente ad un “progetto” non nostro e che sfugge alla nostra interpretazione completa oltre ed ancor prima della nostra incapacità nel governarla secondo i canoni naturali dell’originalità di tale “progetto”.
Questo porta razionalmente a dover considerare queste “istanze” secondo un criterio ben diverso da quello usato nella considerazione di un progetto strutturalmente noto, considerando anche che qualsiasi elemento di una struttura organica non è esattamente fine a sé stesso (il bullone) ma implica la completezza della sua evoluzione.
Naturalmente (antropologicamente) questo ha indotto l’uomo inconsapevole ad un atteggiamento reverenziale nei confronti di tali realtà naturali, al punto da convertire la propria riverenza in espressione sacrale.
Tale espressione non credo debba considerarsi un “bigottismo” anacronistico ma l’esatta posizione originale valida per tutti i tempi che definisce la persona nell’essenzilità e nella concretezza del suo essere .

Le questioni che riguardano i progetti della natura credo che debbano essere affrontati da piattaforme ben diverse da quelle politiche o sociologiche, trattandosi di istanze reali, inserite in un contesto di cui noi facciamo parte esattamente come tali e di cui non siamo minimamente in grado di sostenerne il dominio eccetto che l’esser prodromi del disequilibrio di tale ordinamento.
10 giugno 2006 0:00 - domenico de giacomi
Leggo su Cellule Staminali -notiziario utile dell'ADUC che per la Chiesa Valdese ( nella Babele di Chiese esistenti e a mio avviso inutili per affermare l'esistenza di un'unico Dio- se -come mi auguiro esiste) l'embrione non è ancora Persona .Penso che sia semplicemente da considerare l'unica evidenza senza tanti cavilli che l'Embrione è un'essere vivente dal momento del concepimento anche senza per le prime due settimane di Sua vita di un cervello sviluppato e pensante . Il fatto poi di considerarlo non una Persona in una Società di consapevoli perchè- non capace di intendere e volere - fà parte di un valore relativo seppur necessario che lo dovrebbe pero' far distinguere forse illecitamente da un 'animale(senza Diritti ) .Dico illecitamente visto che nessun Uomo è stato mai un'animale tra le molteplici specie per venirci a raccontare questa esperienza e cosa si prova ad esserlo .Uccidere un'embrione anche se per il bene della Società e delle appunto Persone ( interessate) che la compongono (umana) a mio avviso è togliere la vita di un non consenziente ma vivo a cui non vengono dati diritti e quest'atto lo vedrei piu vicino a un omicidio . E poi mi si venga a dire che permettere una dolce morte(eutanasia diretta -indiretta purche volontaria) a chi consapevolmente e quindi capace di intendere e volere la chiede per giustificati e atroci e irreversibili motivi in Italia, deve essere ancora un reato per paura di un 'obsoleto slippery slope stranamente che però non riguarda - lo staccare la spina clandestinamente -come avviene in molte rianimazioni dei Ns Ospedali o a chi dichiarato morto cerebrale da una assurda Legge di Stato morto non è per interessi personali e demagogici , che nulla hanno a che vedere con il rispetto della volontà -consapevolmente- espressa da una Persona rispetto agli interessi altrui .. Parenti compresi ! Diciamo piuttosto che la politica e la Religione ,la stessa benemerita Società ,Umana e caritatevole ( Mors mia vita Tua o vicerversa Mors Tua vita mea ) talvolta assieme a altre motivazioni materiali ipocritamente e subdolamente abdicano .......laddove dovrebbero proteggere la volontà espressa , quando espressa dei piu deboli e incapaci .

domenico de giacomi
iscritto ordine dei medici di udine 4632
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