COMMENTI
  (Da 1 a 14 di 14)  
15 giugno 2006 0:00 - Lucio Musto
X Alex

Hai ragione, è equivoco. Infatti presuppone il primo punto dove parlo di cittadini che intendano esprimere la loro sovranità. In effetti un referendum (confermativo, abrogativo, o anche propositivo, se ci fosse) cambierebbe comunque lo stato giuridico della nazione, e quindi interessa tutti… quelli che se ne interessano.

Sicuramente d’accordo poi che di ogni strumento eccezionale in Italia si fa abuso e se ne svilisce spirito e funzione (basti pensare al diritto di sciopero!) e che forse 500.000 firme sono poche e che si potrebbe (e dovrebbe) portare quel minimo alla stessa percentuale della popolazione (tutta) prevista per lo sbarramento di rappresentatività (dei soli votanti) dei partiti in parlamento.

Ribadisco invece che in nessun caso, secondo me, l’astensione possa valere come un “no”, proprio per via delle astensioni per causa di forza maggiore. In questo modo invece (è una ovvietà matematica) si arriva alla incongruenza che non tutti i voti hanno lo stesso peso, poiché un “no” vale più di un “si”. Cosa democraticamente inaccettabile.

Come considerazione “a latere”, maligna ed “a latere”, vorrei proprio sapere quanti italiani, fra quelli che voteranno si, quelli no, e quelli niente, sanno davvero “di capoccia loro”, cosa cambi concretamente per il paese fra le vecchie e le nuove attribuzioni di poteri e funzioni al Senato, alla Camera eccetera…. meglio non saperlo, per me, che già convivo a fatica, con la democrazia!
14 giugno 2006 0:00 - Alex
Bravo cronista.. ti sei dimenticato anche di dire che il minchione sta sempre in mezzo!!! Quindi pensa tu che testa puoi avere...
Che pirla, ti prendi per il culo da solo!!!
14 giugno 2006 0:00 - Alex
Lucio non sono d'accordo solo sulla tua ultima affermazione, in quanto per i referendum il discorso è un po' diverso rispetto alle votazioni politico-amministrative dove è necessario votare dei rappresentanti.
I referendum abrogativi possono essere richiesti anche da solo 500.000 elettori.
IL quorum esiste proprio per capire se la consultazione è "seria" o meno, nel senso che non si può pretendere che ad ogni raccolta di 500.000 firme tutti gli elettori si debbano sentire chiamati alle urne per decidere su una materia che magari nemmeno capiscono o che magari non li interessa.
E' una democrazia rappresentativa, le leggi le fa il parlamento (ed in qualche misura il governo) ed il referendum dovrebbe essere uo strmento eccezionale invece come al solito, preso dall'entusiasmo, qualcuno ne ha abusato arrivando al fantastico risultato di farlo perdere di valore, tant'è che gli ultimi referendum non hanno raggiunto il quorum. Il non-voto è del tutto accettabile proprio alla luce del quorum previsto, pertanto in questo caso anche chi non vota decide (a differenza di una consultazione politica dove chi non vota semplicemente non conta). Io sinceramente me ne sono avvalso quando ho ritenuto opportuno farlo (ma ovviamente le interpretazioni del non voto spettano solo ai non-votanti, non ai politici che esultano per un non-voto).
Il referendum propositivo non è previsto dalla costituzione italiana.
Il referendum confermativo è indetto in questi casi di riforma costituzionale quando non si è raggiunta la maggioranza qualificata prevista. Qui è importante votare perchè si decide sulla costituzione, la madre di tutte le leggi. E' sicuramente più decisivo votare in questo referendum che per l'abrogazione del ministero dell'agricoltura (un'idiozia, tant'è che poi è stato reintrodotto come ministero delle politiche agricole).
14 giugno 2006 0:00 - Cronista
da: er metico
Data: 14 Giugno 2006

"Cronista caro, Alex, pur essendo ben lontano dall'ambiente ecclesiastico ha paradossalmente una buona testa!.."

Testa di che?!....


Ciò dimostra che la differenza la fanno gli uomini, non le ideologie!
Bravo Alex!


Ciò ribadisce il concetto che i coglioni vanno sempre in coppia!


cronista
14 giugno 2006 0:00 - Lucio Musto
Alex, credo che fra le altre interpretazioni che si possono dare al "paradossalmente" di er metico ci sia anche quella dell'eccezionalità dell'evento.

Infatti in questo forum di solito ci si da sulla voce, ci si dicono sconcezze e ci si scambiano offese, salvo i rari caso, come questo, che una persona corretta senta il dovere morale di riconoscere il giusto anche in chi la pensa diversamente.

Naturalmente non fanno testo quegli "stronzi reciproci" come Bambino li definisce nel suo diario personale, che per darsi lustro si scrivono, si rispondono, e si congratulano da soli cambiando cento nikname e mai la puzza che li contraddistingue!.

Cordialità
14 giugno 2006 0:00 - Lucio Musto
Voto e astensionismo


Leggermente fuori tema, perché non mi interessa assolutamente cosa dicano i Vescovi sul referendum, ripeto in mio pensiero sul voto. Su ogni voto.

- Il votare è “sempre un dovere” per il cittadino democratico che vuole affermare la propria sovranità.

- Il “non votare” è sempre assenteismo sempre rinuncia, sempre delega agli altri, di volontà e conseguenti responsabilità. Sia quando imposto da circostanze personali che rendono impossibile l’esercizio del voto (ed i casi sono pochi e lo Stato Italiano cerca di ridurli sempre più) sia quando voluto per libera scelta.

- Di chi non ha votato non è “mai” lecito presumere l’orientamento, anche se questo o quel politico furbescamente ha caldeggiato l’astensionismo. Già questo “sollecitare” politico a mio avviso dovrebbe essere considerato reato, in quanto tende ad evocare alla propria fazione anche i voti non espressi per causa di forza maggiore.

- Per contro, chi si è astenuto dovrebbe avere la decenza morale almeno di tacere, riconoscendo la propria ininfluenza sulle conseguenze di quel voto (ma da questa decenza siamo assai lontani).

- Il “quorum” non dovrebbe per conseguenza mai esistere, perché se è stata indetta una votazione, già lo è stata fatta per volontà della maggioranza dei rappresentanti dei cittadini. Volendolo comunque tenere, il suo non-raggiungimento dovrebbe portare allo scioglimento del parlamento, evidentemente non più significativo e non solo all’annullamento della votazione.

Lo so da me che le mie utopie non fanno comodo a nesuuno… ma tant’è!

Lucio Musto 14 giugno 2006 parole 241
____________________________________________________________ ____________
14 giugno 2006 0:00 - Alex
Er metico.. ma perchè "paradossalmente"?
14 giugno 2006 0:00 - Alex
Grazie Er metico, ogni tanto qualche intervento serio fa piacere visto che ormai qui ci siamo appiattiti sull'insulto e sull'ideologia.
Come hai giustamente notato non mi sono soffermato sull'ideologia ma sul merito della questione, indipendentemente da chi abbia fatto le affermazioni.
Le ideologie bloccano sul nascere qualsiasi confronto.
Se fossi come cronista invece dovrei parlare per partito preso: sono ateo? Bene, allora i vescovi hanno torto, sempre e comunque. Sono comunista? Bene allora ogni giorno sbatto fango su Berlusconi, con i vari copiaincolla. Sono maleducato? Bene allora cerco un intervento dell'Alex di turno e lo insulto perchè so esprimermi solo così.
Fortunatamente non siamo tutti uguali.

ps: da notare che Cronista in questo argomento non aveva assolutamente nulla da dire, è intervenuto solo per insultare. Mi fa piacere che io sia sempre nei suoi pensieri, addirittura mi viene a cercare nei vari interventi!!
14 giugno 2006 0:00 - er metico
Cronista caro, Alex, pur essendo ben lontano dall'ambiente ecclesiastico ha paradossalmente una buona testa!
Ciò dimostra che la differenza la fanno gli uomini, non le ideologie!
Bravo Alex!
13 giugno 2006 0:00 - Alex
Cronista, lasciamelo dire.. hai fatto un intervengo da perfetto minchione come sei!!!

Rileggi quello che ho scritto, ma almeno 100 volte.. forse così capirai qualcosa e sarai in grado di fare un intervengo sensato.
Sempre che le tue facoltà mentali te lo consentano, cosa che dubito fortemente.

Ciao ciao comunista coglionazzo.
13 giugno 2006 0:00 - Cronista
da: Alex
Data: 13 Giugno 2006

La mettiamo che non è la stessa cosa!
Benchè io sia ben lontano dall'ambiente ecclesiastico non posso che essere in disaccordo con quanto espresso in questo interevento.



Infatti non è la stessa cosa! Come te lo devo dire che non sei uno stronzo ma una volgare MERDA NAZIFASCISTA??!




cronista
13 giugno 2006 0:00 - Veritas
Cattolicesimo religione dei fascisti

Autore:
Data: 13 Giugno 2006

Allora come la mettiamo? Oggi andare a votare e' un "dovere" civico, ieri non lo era, anzi era vero il contrario. Il fine giustifica i mezzi, diceva Niccolo' Machiavelli! Furberie di basso livello. Ricordiamo, infine, ai vescovi che il voto piu' che un dovere e' un diritto.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc.


Perfettamente d'accordo con te! Ho già postato in merito nel tread "ECCE ECCLESIA!".

Evidentemente le facce di culo non si trovano solo nella casa dei fascisti...


Ego sum veritas
13 giugno 2006 0:00 - Gianni
Quando gli fa comodo invitano a votare con la speranza che vinca il si per ricambiare i favori di Berlusconi.
Per altri referendum si sono comportati in una maniera vergognosa.
Quando la pianteranno di intromettersi negli affari degli italiani. Sarebbe opportuno che qualcuno gli desse una regolata, anzi sarebbe opportuno che cominciassero a pagare le tasse, tutte, anche sui redditi, e basta 8 X mille alla chiesa, solo così toccandoli sugli interessi che sono tanti e consistenti staranno zitti.
Ci vorrebbe un Zapatero anche in Italia e forse non basterebbe.
Gianni
13 giugno 2006 0:00 - Alex
La mettiamo che non è la stessa cosa!
Benchè io sia ben lontano dall'ambiente ecclesiastico non posso che essere in disaccordo con quanto espresso in questo interevento.
Infatti un conto è parlare di referendum abrogativi, in cui è richiesto un quorum in quanto non c'è nessuna necessità di dover decidere a tutti i costi (la legge infatti c'è, si tratta solo eventualmente di abrogarla), mentre un altro discorso è invece parlare di un referendum costituzionale, previsto dalla stessa costituzione se le riforme non vengono approvati da almeno 2/3 del parlamento. Qui non si tratta di abrogare una legge o una parte di legge, ma di andare a votare su modifiche costituzionali; il quorum non è previsto.
Se due cose sono diverse, non si vede perchè debbano essere valutate allo stesso modo.
Sarebbe auspicabile, per un referendum costituzionale, che si arrivasse ad una percentuale di elettori elevata, in modo che un SI o un NO possano davvero essere espressione della volontà degli italiani.
Ma se qualcuno preferisce non andare alle urne, allora subirà passivamente le decisioni di chi ci andrà.
  COMMENTI
  (Da 1 a 14 di 14)