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24 ottobre 2006 0:00 - fabrizio vignali
Non sono un giornalista.Sono un medico ospedaliero pubblico dipendente da 28 anni.
Odio gli ordini perchè nulla mi hanno mai dato per essere quello che sono.E' dura, per chi è abituato a dipendere dagli altri, immaginare di abolire gli ordini.Rappresentano un punto di riferimento.Non certo per garantire il cittadino, ma per proteggere i privilegi degli iscritti.I provvedimenti disciplinari.Credo che non ci sia attività umana che non possa essere giudicata in tribunale; anche quella del professionista.Perciò la "deontologia" è un modo subdolo per dire non facciamoci dspetti e staremo tutti meglio.Il prezzo da pagare è che il bravo professionista, intendo professionalmente, diventa merce rara e il cittadino è in balia dei furbi e ignoranti.Della qualità, cardine di ogni professione, non interessa a nessuno finchè il "mercato", controllato e guidato opportunamente, garantisce una rendita comunque.Da tutte le parti si sente parlare di sanità, management, risparmio, conduzione aziendale,di diritti e doveri, farmaci, servizi al cittadino, livelli essenziali di assistenza, centri di prenotazione unica,nuove figure dirigenziali...,ebbene, nessuno, dico nessuno parla di SALUTE.La parola è sempre sanità.Nessuno parla mai di verificare la professionalità dei medici e infermieri, nodo cruciale per costi e qualità.Pensate quanto denaro non si sprecherebbe se le diagnosi e quindi le terapie fossero il frutto di alta professionalità.Pensate alle infinite informazioni necessarie al professionista ignorante per formulare una diagnosi e perciò alle infinite liste di attesa, ai costi,spreco di mezzi e forniture inutili,personale male impiegato,farmaci e terapie inappropriati....è il caos.
...e gli ordini risolverebbero tutto.
La dimostrazione più lampante della loro inutilità e dello ostacolo allo sviluppo, è guardare quello che hanno fatto fino ad ora.Pensare di riformarli è sbagliato in sè come presupposto di fondo,poichè gli iscritti, che eleggono i controllori, controllerebbero loro stessi.Ci sono le leggi che regolano l'accesso e l'operato delle professioni intellettuali.Non basta a garanzia dei cittadini?.
26 agosto 2006 0:00 - Andrea
Non so se sia necessario arrivare alla totale abolizione, ma sicuramente una sostanziale riforma è ormai improcrastinabile.

http://digilander.iol.it/andrea_sacchini
15 agosto 2006 0:00 - giuseppina buonomo
Vogliamo la rinascita della libertà di espressione, nella freschezza della sua spontaneità e verità!!!!!!!!!
13 agosto 2006 0:00 - esaù
Iniziativa esemplare, tutto il mio sostegno e spero di tanti italiani.
E' un diritto sacrosanto ( quello di libera espressione) calpestato da anni di clientelismi politici.
Internet ha già di fatto permesso a tutti noi di dire la nostra, senza avere mai sostenuto esami di abilitazione a dire qualcosa.
Chi ha voglia di parlare che sia dunque libero di farlo non solo su Internet, sarà poi una propria scelta decidere chi leggere e chi no.
Ciao
13 agosto 2006 0:00 - domenico de giacomi
Senza polemiche personali che non servono per affermare il propio io ..e
per chiudere la mia invasione di"campo "
voglio aggiungere a chi non ha letto o potuto capire quanto ho scritto nel mio libero seppur non "professionale"intervento (non sono un Giornalista)
:
Gavette ,stage ...corsi ..aggiornamenti .. sudore ,lacrime poca liberta' personale e tanti imposizioni "gogiche
tante illusioni perdute ..con o senza raccomandazioni avute(pochi sono quelli che non le hanno "in qualche modo avute "o le cercano .. siamo onesti !) ne'è pieno il senno del poi e quello futuribile del mondo del lavoro .Distruggere tutto con quella parola che -oggi - va tanto di moda (ieri per le stesse ragioni ve ne era un'altra ..liberalizzazione ...SOLO
(forse )per crearsi il propio orticello e una volta creato dimenticarsi degli altri tra cui dobbiamo vivere creando una inevitabile "
corporazione"alla rovescia puo'essere facile e altrettanto umanamente giustificabile per chi è senza raccomandazioni e posto di lavoro oggi(e ieri )ma alla fine si rischia come è successo nelle precedenti generazioni e succedera' in quelle che verranno .... di darsi la zappa sui propi piedi sopratutto quando finalmente questi "piedi" sono riusciti ad appoggiarsi su appigli raccomandati o no ... stabili ...sicuri definitivi e sopratutto protetti !Allora si tace e ci si"armonizza "!
Mi fanno paura le rivoluzioni anche se capisco che possano essere cruentemente o incruentemente talvolta necessarie per dare modo ai sempre piu 'elevati numeri di persone consape
voli" e "civili" di crearsi in ogni modo "sicurezze" individuali dimenticando poi l'interesse di quello altrui e sopratutto gli equilibri comuni . La strada migliore a mio avviso è riuscire a mettere visto che non si puo' fare altrimenti (anarchia) come rappresentante di ogni professione ....che si chiami poi Comitato ,onlus o struttura ordinistica o di volontariato o come si voglia,ha poca importanza ..... Persone ...Civili
Democratiche , Sagge , Obiettive , Giuste che come ho detto -nel precedente intervento - facciano solo l'interesse dei propi Colleghi, degli Utenti e delle Istituzioni in cui vivono .Una soluzione alternativa e immediata -riuscendola a raggiungerla
-è farsi raccomandare ma certo puo' avere dei costi che talvolta possono influire sulla propia liberta' e anche su quella altrui ...e .....
non solo nel Giornalismo !
Diciamo che veramente liberi sono coloro che nella "liberalizzazione comune "non si sono fatti vendere e comprare dal mercato . Mercato che vale la pena ricordarlo ha sempre condizionato gli esseri Umani che ne hanno fatto sempre e solo
virtu' personale e "sociale".
.Ma è solo una opinione che purtroppo
non puo 'risolvere alcun problema altrui ! In fondo per tutti e alla fine vale l'imperativo categorico
con il lavoro o senza "mors Tua vita mea ".e in una umana inevitabile prospettiva mors mia vita Tua ".Senza allucinanti "ismi" per chi vuole e puo' capire !

domenico de giacomi
13 agosto 2006 0:00 - Pierino
Questa è la vera LIBERALIZZAZIONE,ma i girnalisti sono già tanti al governo!
13 agosto 2006 0:00 - ZaZaan!
Domanda:

abolito l'ordine dei giornalisti, quei tesserini pass-partout con su scritto PRESS, chi li gestirà?... la Segreteria del Partito?
13 agosto 2006 0:00 - Marco Ussi
L'abolizione dell'ordine dei giornalisti, è, come per altri ordini, una necessità irrimandabile, non certo perchè si pensa che essi non servano affatto, ma in quanto costituiscono un blocco elitario all'accesso alle professioni, se proprio devono esistere, che siano costituiti su base volontaria, con una loro deontologia alla quale sarà possibile accedere per scelta e non per imposizione dall'alto.
Sarà una grande occasione di democrazia, un'opportunità per i nostri giovani costretti oggi ad umiliazioni che durano anni presso i vari studi professionali, per poi finire a 40 anni non abilitati alla professione nei vari esami presso gli ordini(pilotati da chi non ha interesse che le nuove generazioni accedano), con le logiche conseguenti ricadute sull'occupazione.Sarà anche un'occasione per avere una stampa veramente libera.
Saluti
13 agosto 2006 0:00 - Andrea
Ho letto tutti gli interventi dopo il mio... Mi pare che nessuno di voi sappia cosa vuol dire fare uno stage in un'agenzia di stampa o in un giornale... Forse non sapete che finito uno stage, ne propongono un altro e poi un altro e poi un altro ancora. Non lo sapete, o fate finta di niente? Fate finta di non sapere che esiste il clientelismo? Anzi peggio: ammettete che ci sia, ma non fa niente, l'ordine non va abolito, serve altro.. Altro cosa scusate? Una soluzione alternativa? Sentiamo?
Altrimenti chi mi può raccomandare è il benvenuto!!!
12 agosto 2006 0:00 - domenico de giacomi
non credo che l'abolizione di un'Ordine -in ogni professione - possa migliorare la qualità dei servizi .Un'Ordine è e dovrebbe essere veramente un punto di riferimento per chi esercita una professione e nello stesso modo dovrebbe essere un punto di riferimento e controllo da parte del cittadino . Sappiamo che non è cosi e che una buona parte di coloro che gestiscono gli Ordini sono Persone asservite a poteri politici ,economici ,Religiosi e altro ... che condizionano gravemente ogni libera attività dei loro iscritti ponendo limitazioni che nulla in realtà hanno a che vedere con una Deontologia talvolta obsoleta o ancora condizionata che dovrebbe essere non ipocritamente diretta solo e soltanto a incrementare la vera civilta', la vera liberta' di ogni Persona che esercita liberamente e onestamente ogni professione .Sappiamo tutti ( o quasi ) che l'Ordine dei Giornalisti non è come tanti altri un Organismo veramente libero ,imparziale , obiettivo .Sappiamo tutti per esempio che i premi giornalistici alla memoria che vengono distribuiti demagogicamente .... nel Ns Paese vengono gestiti da Persone vicine o troppo vicine ( Parentali etc) a Personaggi e correnti politiche ,Religiose che ne inficiano la qualità ,l'obiettività e sopratutto il vero scopo ! Sappiamo tutti che i Giornalisti di quel Giornale o quella Tv o meglio quasi TUTTI ... sono asserviti inevitabilmente ... a chi gli dà lavoro ,potere,visibilita' e puo' in ogni momento licenziarli e farli sparire nel nulla . Che tipo di informazione .... fatte queste incomplete premesse .... ne' potrà nascere ?
Abolire gli Ordini a mio modesto avviso non serve se non a creare insicurezza , scarsa tutela dell'esercizio e del diritto di poter esercitare una professione e nel poterle sopratutto controllare da parte dei cittadini . Servirebbe invece creare Ordini ai cui vertici vi fosse gente onesta ,motivata , sensibile ,civile , non schierata politicamente nei confronti della Professione che rappresentano e gestiscono nell'interesse della Societa' in cui loro stessi devono vivere . Giornalisti ... che sono capaci di diffondere notizie , false , imprecise tendenziose , non obiettive , strumentalizzate ... alla fine creano danni immensi nella stessa Societa' in cui devono vivere e dovranno vivere i loro stessi Famigliari !
Quindi qualità , sensibilita , onesta'dei quadri dirigenti degli Ordini e sopratutto apertura all'opinione dei cittadini che li ' avrebbero pieno Diritto di rivolgersi e far valere le loro opinioni e sopratutto i loro Diritti ! .In altro modo il caos o meglio l'insicurezza , la confusione nella quale per colpa anche di una Legge dei numeri ....che gli vede incrementare sempre piu ' a discapito quindi della vera qualità ma a solo beneficio di uno squallido mercato ....la Ns Societa' sta purtroppo per Tutti ( ricchi e poveri) vivendo .E' la seppur onesta , non professionale opinione di chi Giornalista non è ... ma ... come molti sa' percepire che sta venendo meno (da una decina di anni ) la vera qualita' di chi esercita questa importantissima professione che va tutelata , protetta (da un Ordine libero e onesto ) perchè possa finalmente essere esercitata da chi ne ha reali capacità in completa liberta' , onesta' e sopratutto imparzialita' nell'interesse di tutti .

domenico de giacomi
12 agosto 2006 0:00 - Franco Agosti
LIBERALIZZARE IL GIORNALISMO E' SACRO MANTENENDOLO PERO' NEI LIMITI LOGICI E NON PERICOLOSI PER LA MASSA CITTADINA.
Vale a dire che chiunque abbia del buono e utile per il progresso altrui deve poter fare. Chi è nemico non può.
Battersi contro coloro che non vogliono la libertà di comunicazione e la mafia che odia il dialogo.
11 agosto 2006 0:00 - Andrea
Sono un lettore di destra. Ma appoggio in toto la proposta di Capezzone. Il sistema giornalistico è assolutamente clientelare e quasi inaccessibile. Le scuole per "diventare giornalisti" costano tantissimo ed hanno un accesso limitatissimo (20 posti di media per biennio).

Spero che il mercato venga davvero sbloccato, cosicchè tutti quelli come me, che vogliono raggiungere un sogno, ma non possono farlo perchè non hanno la "spintarella" o la "conoscenza", possano finalmente farcela grazie ai propri mezzi ed alle proprie capacità.

Io ci sono, nel mio piccolo, per la battaglia. La mia mail c'è. Chiunque voglia contattarmi, può farlo.

Andrea
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