In
Italia abbiamo già 4 milioni di impiegati statali a fronte
di 56 milioni di abitanti.
La Germania, molto
meglio amministrata, con 85 milioni di abitanti ha solo 1,5
milioni di statali.
Il benessere di un paese non
lo si aumenta creando posti di lavoro socialmente in-utili
ma credando industria, produzione, agricoltura e investendo
in ricerca nel campo dell'energia.
Qui invece
vogliono tutti andare a lavorare sotto lo stato !!!!!
Basta, non ce la facciamo più a mentenetrvi, siete
troppi !!!!
Help !!!
7 dicembre 2008 0:00 - GASPARE SERRA
ABOLIAMO LE PROVINCE!
Il tema dell’abolizione
delle province non è nuovo e non può liquidarsi in poche
righe (comunque la si pensi). Come ogni riforma
istituzionale di rilievo che intacca posizioni di potere
consolidate, questa è destinata in ogni caso a far
discutere e a dividere tra sostenitori e denigratori.
Anche se ancora non in grado di assumere una posizione
chiara e definitiva in merito (mancandomi sufficienti basi
di giudizio), la mia idea è favorevole all’abolizione
delle province.
Perché? Innanzitutto perché la
Politica in Italia costa troppo ed occorre iniziare a fare i
tagli mirati e le razionalizzazioni dovute. Ovviamente
l’abolizione delle province dovrebbe essere solo il primo
ed il più clamoroso dei tagli che la Politica si dovrebbe
dare (dubito, però, che ciò accada, in quanto le province
sono una riserva di poltrone e potere che fa comodo sia alla
Destra che alla Sinistra, in specie a quella Sinistra
radicale che -esiliata dal Parlamento- non vorrebbe perdere
l’ennesima sede di rappresentanza politica!).
Perché eliminare proprio le province? Perché, dopo la
costituzione delle regioni e la riforma del Titolo V della
Costituzione, a livello locale le province sono l’ente con
minori competenze (poche funzioni ed intermedie tra comuni e
regioni) e più inefficiente nel rapporto costi-benefici.
Del resto, deve far riflettere che l’Italia è l’unico
Paese occidentale (ripeto, l’unico) in cui esistono ben
tre livelli di governo territoriale sub-statale (comuni,
province e regioni).
Perché è possibile
eliminare le province? Perché, data la natura delle loro
competenze, è ipotizzabile prevedere nuovi meccanismi
istituzionali (in loro sostituzione) che garantiscano minori
costi, maggiore efficienza decisionale e pari
rappresentatività dei territori.
Fra le tante
proposte configurabili, mi permetto di proporne una: perché
non abolire le province e sostituirle a livello regionale
con un nuovo organismo, che potrebbe chiamarsi “Consiglio
Regione-Comuni”. Mi spiego meglio: delle competenze
attualmente spettanti alle province: - molte
si potrebbero affidare ai Comuni o alle Regioni; -
le restanti (quelle per l’esercizio delle quali
sarebbe insopprimibile un coordinamento specifico con i
territori) potrebbero affidarsi ad un Consiglio
Regione-Comuni. Da chi dovrebbe essere composto tale
organismo? Per non moltiplicare i costi istituendo nuove
cariche, questo potrebbe essere: - composto
da due rappresentanti per ogni provincia: i sindaci degli
attuali capoluoghi di provincia più un ulteriore sindaco
per comprensorio provinciale eletto da un’assemblea dei
sindaci della rispettiva provincia; - e
presieduto dall’assessore regionale agli enti locali (che
vedrebbe aumentate le proprie funzioni, il proprio ruolo e
-nel contempo- la propria responsabilità). Un organo
unico, quindi, in sostituzione della molteplicità delle
province esistenti, dalla composizione snella, con maggiore
capacità decisionale e comunque rappresentativo di tutte le
istanze provenienti dal territorio. Questa,
ovviamente, è solo una delle possibile proposte
realizzabili: quel che conta è comprendere che “è
immaginabile un’Italia senza province!”.
Abolire le province è un progetto sensato, utile e che può
migliore l’efficienza del governo territoriale. Perché si
ottenga questo risultato, naturalmente, occorre che la
Politica abbia la forza, il coraggio e la competenza di
realizzare un progetto chiaro, efficiente e razionale di
riforma istituzionale, anche contro i suoi stessi interessi
particolari. E’ proprio questo, però, l’obiettivo più
difficile da realizzare...
un esempio scandaloso di inutilita di questo ente é la
provincia di Trieste dove il territorio é lo stesso
pressapoco del comune
27 marzo 2008 0:00 - Alfredo P.
Finora, a fronte di nuove competenze mi sembra che le
Regioni si siano limitate a trattenere ampia parte delle
entrate, trasferendo invece l’esercizio delle funzioni in
delega alle Province, che ovviamente dovevano trovare il
modo per sostentarle. Innescando così il percorso che tende
ad aumentare la richiesta di risorse invece che diminuirle.
Pur delegando le funzioni, lo Stato ha continuato a magiare
risorse quanto prima, per svolgere attività sempre più di
controllo e studio sugli altri comparti. Andrebbero
aboliti organismi ormai anacronistici come Prefetture,
Comunità Montane, uffici decentrati dello Stato, Ato, ecc,
al fine di costituire un pacchetto di servizi utilmente
erogati dalle Province. Le Regioni sono e rimangono dei
carrozzoni troppo distanti dai cittadini.
27 marzo 2008 0:00 - FABRIZIO
Nel mio Post Scriptum, ho scordato di dire una cosa:
Vedrete che andrà a finire che:
1) Al
posto delle province istituiranno le aree metropolitane e
così aumenteremo l'esercito di nulla-facenti pagati da
noi poveri pantaloni !
2) Le province, che
dovrebbero esseere abolite in virtù della creazione delle
aree metropolitane, NON VERRANNO ABOLITE ma resteranno !
E così avremo:
-Stato -Regioni
-Aree metropolitane -Province -Comuni
-Circoscrizioni -Rioni -Consigli condominiali
-Gruppi dei ballatoi -......... -........ -
ecc.
27 marzo 2008 0:00 - FABRIZIO
Il tanto osannato federalismo qui da molti osannato ed
adorato, dopo la sbornia e l'illusione di fine millenio,
si é trasformato nella più grossa "trombata" a
carico di noi poveri cittadini !
Ci hanno
raccontato che spostando la fiscalità da Roma al comune o
alla provincia, il cittadini avrebbe potuto controllare
meglio ed avere più potere verso i "cattivi" od
"ingordi" amministratori... nulla di più falso
!
Quello che é successo é sotto gli occhi di
tutti:
Fino alla fine degli anni 80, il
centralismo era tale per cui le imposte le si pagavano a
Roma e basta.
E i comuni e le province dovevano
"arrangiarsi" e fare bene i loro conticini con i
trasferimenti dello stato verso le periferie.
Se
lo stato osava aumentare le tasse, l'irpef, le aliquote,
o crearne di nuove, si scatenavano immediatamente a livello
nazionale le parti sociali, i sindacati, i movimenti dei
consumatori, ecc. e lo stato doveva fare "i conti"
a livello nazionale con questi interlocutori autorevoli ed
influenti.
Poi cosa é successo ?
E' successo che ci hanno propinato il
"federalismo" e così comuni, province e regioni
hanno iniziato ad applicare addizionali irpef, ICI,
addizionali varie, ariet, apiet, ecc. e chi più ne ha più
ne metta !
Risultato ?
la pressione a
livello centrale (leggasi Irpef) non é calata di un
centesimo e casomai é aumentata.
in compenso
all'IRPEF si sono aggiunte tutte la miriadi di tasse
locali che scatenate amministrazioni a cui é stata data
"mano libera" hanno iniziato a propinarci !
E così siamo ora tassati almeno 3 volte:
Dallo stato centrale, dalla regione e dal comune almeno
direttamente, olte ad altre innumerevoli imposte addizionali
indirette provinciali come le addizionali sui bolli, sulle
immatricolazioni, sui passaggi di proprietà, sulle tasse o
tariffe dei rifiuti, sull'acqua, sul gas, ecc. ecc.
E la tanto sbandierata possibilità del cittadino di
controllare l'amministratore locale e di
"sgridarlo" se calcava la mano ?
Nulla
di più falso !!!!
Se ne sbattono i sindaci, i
presidenti delle regioni e delle province !
Avete
mai visto un corteo di cittadini protestare perché il
sindaco ha aumentato l'ICI ? Io no e voi ?
Conclusione:
Il federalismo ci ha
"trombati" !!!
Ora ci troviamo sulla
busta paga 3 trattenute mentre prima ce n'era una sola
!
A quando una irpef provinciale ? E una di
circoscrizione ?
E c'é ancora chi ha il
coraggio di parlare di federalismo ?
Molto meglio
un solo ed unico centralismo !!!
PS:
Quando negli anni 70 fecero le regioni, ci dissero che
avrebbero eliminato le province. (cosa mai fatta
!!!)
Quando nel 92 misero l'ISI dissero che
era straodinaria e per un anno. (l'anno dopo
cambiarono nome in ICI e divenne perpetua !!!)
Quando misero l'ICI dissero che sostituiva pari pari
l'ILOR. (l'ILOR era l'1,62 per mille,
l'ICI é ormai apllicata al 7 e in qualche caso anche al
9 !!!)
Quando misero l'addizionale regionale
dissero che sarebbe diminuita di pari importo
l'IRPEF. (L'irpef é aumentata, come anche le
addizionali regionali !!!)
Idem per le
addizionali comunali.
E c'é ancora chi crede
alle "balle" di stato ?????
26 marzo 2008 0:00 - marco f.
Il problema è che siamo in Italia! Le Province sono
state identificate come il molock da demolire.
Perchè? Perchè è molto più facile lavarsi la
coscienza spuntando l’iceberg piuttosto che mettere le
mani dove in effetti gli sprechi non si contano. In
effetti le Regioni, enti senza storia e lontane dai
cittadini, sono l’esempio lampante degli sprechi.
Consulenze, nomine, contributi e prebende varie non riescono
a nascondere un impianto burocratico da far paura al buon
Kafka. Però sono governate dai cosiddetti
“Governatori”: mai termine fu peggio utilizzato di
così. Chi di voi si è mai recato in Regione? A
me, prima di cambiar lavoro, mai m’era capitato in 35 anni
di vita. Personalmente, al di la’ dell’Ente,
identifico le mie radici nella Provincia in cui abito (ed
abito in un capoluogo). L’entità regionale è quanto di
più distante dal mio essere.
26 marzo 2008 0:00 - Giovanni
Abolire le Province? Ma qualcuno si riconosce nelle
Regioni? Forse gli abitanti del Capoluogo! Le
Regioni sono enti che emanano norme non necessarie (come se
non fossero sufficienti quelle esistenti) e, al 70% del
proprio bilancio, servono a gestire il carrozzone della
Sanità. Per il resto delegano e controllano
finanziamenti. Ecco a che servono le Regioni, distanti
dai Comuni e dai Cittadini. Forse molto meno distanti
dai politici.
15 dicembre 2007 0:00 - Lorenzo Furlan
A proposito della abolizione delle Province. La necessità
della abolizione delle Province dopo la nascita delle
Regioni è apparsa chiara fin dai primi momenti e le
proposte, anche di autorevoli esponenti politici, sono
cominciate decenni fa. Nel tempo la richiesta è stata
reiterata sempre più frequentemente in modo trasversale da
più settori della società determinando di fatto un largo
consenso . Incredibilmente fino ad oggi non vi è stata
traccia di proposte concrete. In assenza di iniziativa più
qualificate di teorici preposti, per passare dalle parole ai
fatti, dal lamento continuo alla proposta, un gruppo di
semplici cittadini di cui sono portavoce, notte dopo notte,
con il contributo di specialisti e di amici che intendono
metterci del proprio per cambiare le cose, ha messo a punto
una proposta concreta, con un percorso preciso per arrivare
alla Abolizione delle Province. A tal fine è stato
pubblicato un blog (www.aboliamoleprovince.it) che Vi prego
di visitare per poi diffonderne l'esistenza inserendolo
come link ove possibile e pertinente. Ce la possiamo fare.
Cordiali saluti. Lorenzo Furlan
5 settembre 2007 0:00 - Gianni Giavesoni
Le province andrebbero decisamente abolite in quanto sono
enti inutili e costosi. Mi sembra che in quanto ad
inutilità siano seconde solo alle Comunità Montane.
Purtroppo però credo che non ci siano le condizioni
politiche per attuare un simile provvedimento.
Non è questione di cambiare nick, quello che conta sono le
idee e non il nick, soprattutto quando uno le esprime in
maniera chiara ed educata. Usare lo stesso nick,
insultando e modificando la realtà non si fa un servizio
migliore.
* se pago il contributo per il
servizio sanitario nazionale non devo andare a pagare il
medico della città nella quale in ipotesi mi trovo
temporaneamente a passare e non mi devo sentire un estraneo
dentro il suo studio. * Nemmeno ora che la sanità
è di competenza regionale; questo è un falso problema
perchè basta un minimo di organizzazione. La sanità
è uno dei campi dove il federalismo già c'è e
funziona. Se torniamo alle logiche centraliste
otterremo ancora un servizio ed un bilancio peggiore.
"ma a questo stava pensando il grande Berluscaz,
al quale tornava comodo dare i soldi alle scuole private,,
piuttosto che alla scuola pubblica, in attesa che queste
ultime sparissero definitivamente" Questa è la
classica frase priva di aderenza con la realtà. Si
preferisce insultare e storpiare i nomi perchè in effetti
non c'è altro di serio da dire.
Il
decentramento sta nella logica delle cose perchè non è
pensabile gestire tutto da Roma: allora aboliamo anche i
comuni ed andiamo a Roma per ogni fesseria! Questo però non
vuol dire creare enti inutili e che si sovrappongono con le
compenteze. Anche il federalismo si può fare bene o male,
io punto ad un federalismo fatto bene che metta lo stato
vicino ai cittadini e gli amministratori di fronte alle
proprie responsabilità, senza demandare tutto al governo
centrale.
17 settembre 2006 0:00 - Francesco
Messaggio per Commento=Federalista.
Piacere di
ritrovarla in quest'altro forum. Io continuo a chiamarmi
Francesco e non ho bisogno di cambiare nome quando
intervengo su altri forum. Come può vedere, quando si
discute di argomenti seri non ricorro a battute ironiche e
cerco di stare al tema. Le fornisco un argomento a
favore del centralismo: se pago il contributo per il
servizio sanitario nazionale non devo andare a pagare il
medico della città nella quale in ipotesi mi trovo
temporaneamente a passare e non mi devo sentire un estraneo
dentro il suo studio. Continuando ad estendere i poteri
delle regioni in materia di sanità arriveremo al punto che
i cittadini di una regione avranno diritti più o meno ampi
di quelli della regione vicina. Non possiamo continuare
a valutare tutto in termini economici, altrimenti dovremmo
concludere che le forze armate le dobbiamo mandare a casa
perché costano molti quattrini ed in caso di guerra ci
sarebbero di scarso aiuto e che ognuno si deve pagare la
scuola che vuole se non vuole rimanere ignorante, perché la
scuola pubblica costa troppo (ma a questo stava pensando il
grande Berluscaz, al quale tornava comodo dare i soldi alle
scuole private, piuttosto che alla scuola pubblica, in
attesa che queste ultime sparissero definitivamente).
17 settembre 2006 0:00 - Commento
Ah tanto per chiarire con Francesco: Commento = Federalista,
noi già ci conosciamo.
ps: e non leghista!
17 settembre 2006 0:00 - Commento
E io continuo ad essere della mia idea: 1) come
volevasi dimostrare un sistema legato al territorio comunque
serve, quindi il decentramento è necessario proprio per il
funzionamento dello stato; va razionalizzato, ma non si può
pensare di gestire tutto da Roma. 2) è
un'opinione, io la penso esattamente all'opposto ma
così non si dimostra nulla; volevo solo dire che
centralismo non è assolutamente sinonimo di efficienza e
funzionamento 3) tutto ciò che è statale è in
perdita e così è sempre stato in Italia, basta guardare
fino a pochi anni fa con Eni e Telecom; da quando sono
privatizzate utili nonostante il fatto siano ancora dei
carrozzoni. Gli accordi locali già ci sono (ad esempio a
Milano tra ferrovie e Aem); qui non è questione di
centralismo ma di necessità; se fosse tutto centralizzato
avremmo forse delle integrazioni tariffarie migliori ma
servizio peggiore e deficit.. da ripianare in qualche modo!
E probabilmente alla fine lo pagheremmo il quintuplo ma in
maniera molto meno trasparente. 4) ovvio che non
c'entra nulla il periodo dei comuni del Medioevo!
Decentramento non vuol dire autonomia completa, solo più
vicinanza al territorio e migliore gestione, conoscendo la
realtà locale. Non possiamo confrontarci con la
Francia, la realtà geografica, storica e di distribuzione
della popolazione è completamente diversa. Basta fare un
federalismo serio e non il casino fatto dalla precedente
riforma che ha creato un sacco di conflittualità.
Che ci siano troppi enti locali che si sovrappongono è
vero, infatti il sistema deve essere razionalizzato, ma un
certo livello di decentramento permette un funzionamento
migliore perchè più vicino ai problemi. Lo so anch'io
che i comuni di 500 abitanti non dovrebbero più esistere se
non in situazioni particolari.
17 settembre 2006 0:00 - Francesco
Sono completamente d'accordo su quanto sostenuto da
Paolo1 a proposito del centralismo. Aggiungo che
dovrebbe essere ripensata anche l'attuale forma di
decentramento, attuata in forza della previsione
costituzionale. Le ragioni geografiche ed economiche
che sessanta anni fa giustificavano l'esistenza delle
regioni a statuto speciale e della provincia autonoma di
Bolzano oggi non hanno più ragione di essere; sono fonte di
sprechi e di ingiustificati privilegi. L'esistenza
dell'Europa ha reso obsolete molte istituzioni
territoriali. Purtroppo si continua a far finta di
niente e si va nella direzione opposta. Un esempio: la
passata amministrazione regionale di centro-destra della
Sardegna per motivi esclusivamente politico-elettoralistici
ha istituito con un solo colpo quattro nuove province (ed i
relativi carrozzoni burocratici). I livelli attuali di
decentramento sono ridicoli: regioni, province, comuni,
circoscrizioni, comunità montane, enti d'ambito. bacini
imbriferi, comparti di pianura e chi più ne ha più ne
metta. Molti di questi enti servono solo a giustificare
l'elargizione del pubblico denaro ai politici.
L'Italia è un piccolo paese: se Napolitano fa un
fischio dal Quirinale si può sentirlo distintamente fino a
Pantelleria ed a Trieste; non c'è bisogno di una marea
di regioni, ciascuna delle quali ritiene di avere i propri
Solone che legiferano in materia urbanistica, di commercio,
di sanità, ecc. Continuando su questa strada il
cittadino marchigiano dovrà fare un apposito corso di studi
se intende trasferirsi in Piemonte e la stessa cosa dovrà
fare un toscano che decide di andare a vivere in
Sicilia. Il massimo della aberrazione si è avuto
quando in nome della autonomia i comuni italiani (anche
quelli che hanno poche centinaia di abitanti) sono stati
costretti ad adottare il proprio "statuto
comunale". Ne ho letto qualcuno. Tutti iniziano con la
descrizione dei confini, esattamente come si fa nei libri di
geografia (il Comune di Roccacannuccia confina a Nord con il
Comune di Vattelappesca, a Sud con ...). Esercizio retorico
e, spesso, di scopiazzatura dello statuto del comune vicino,
compresi gli errori di ortografia e di sintassi; ghiotta
occasione per i comuni di grandi dimensioni per elargire
qualche centinaio di milioni a "poveri" avvocati o
notai, amici degli amici.
16 settembre 2006 0:00 - Paolo 1
Federalista, rimango un centralista convinto. (1)
Non e' vero che il governo centrale non conosce tutti i
territori dello Stato: una delle principali funzioni della
burocrazia consiste proprio nel far affluire tali
informazioni al centro. Credi che Andreotti non sapesse
nulla sulla mafia siciliana e che fosse questo il motivo per
cui la mafia e' ancora li'? (2) Preferirei
abitare nella Francia centralista che nella Svizzera
federalista. (3) Ritengo sbagliato partire da
osservazioni su come il centralismo abbia prodotto poco in
Italia. In tutte le cose ci puo' essere un divario tra
teoria e pratica. In genera la pratica e' peggio. Si
tratta di vedere quale dei due sistemi sia, in teoria, il
migliore. Se il migliore e' il centralismo ed ha
funzionato male, non c'e' da stupirsi che passando
al sistema peggiore, il decentramento, le cose stiano
peggiorando. (3) Accordi tra Parma e Milano per non
farci pagare due volte il biglietto? Hai delle belle
illusioni! E' gia' molto se non si mettono
d'accordo per farcelo pagare il quadruplo. Comunque
l'esistenza dell'ANCI, associazione dei Comuni
italiani, e' appunto una prova dell'assurdita'
del decentramento: prima si decentra, e si incaricano gli
enti locali di risolvere i problemi locali, poi si scopre
che i problemi locali non sono esclusivamente locali, e
cosi' i Comuni si incontrano nell'ANCI per
risolvere i problemi che sono appunto generali, come
raccordare le strade comunali dei vari comuni che non
servono solo per circolare entro i singoli comuni, ma anche
per passare dall'uno all'altro. Quindi meglo
affidare tutto a un'unico ente, lo Stato. (4)
Guarda che il futuro e' appunto il centralismo, il
passato e' il Medioevo delle citta' stato e dei
microscopici staterelli, delle leggi e delle unita' di
misura diverse da citta' a citta', delle gabelle per
entrare nelle mura cittadine, etc etc.
16 settembre 2006 0:00 - Federalista
Paolo il tuo ragionamento potrebbe andare bene fatto a
priori: ma dopo anni di centralismo cosa ci rimane? Non
dimentichiamo inoltre che la Francia è un paese con meno
diversità al suo interno rispetto alle nostre. E
siccome tu fai l'esempio della Francia, io potrei
controbattere con la Svizzera, che più federalista non si
può. Non possiamo pensare che sia sempre il governo
centrale a prendere decisioni per un territorio che non
conosce! Per eliminare le contestazioni basta fare
un'assegnazione chiara tra competenze esclusive del
governo e degli enti locali e delle competenze da
condividere. I problemi di biglietti locali tra Milano
e Parma si possono risolvere benissimo con accordi, non
serve avere un carrozzone nazionale che poi fa la fine di
Telecom, Eni, Enel, Ina, Autostrade ecc ecc. Dobbiamo
guardare avanti, non indietro. Il processo di
statalizzazione di tutto si è fermato da un pezzo, anzi
siamo in direzione opposta.
Un federalista
convinto
16 settembre 2006 0:00 - Paolo 1
Io sono nettamente contrario al decentramento, e favorevole
ad uno stato centralizzato, efficiente, alla francese.
Gia' il decentramento amministrativo puo' creare dei
problemi (puo' apparire migliore rispetto a quando ad
esempio per sbrigare una pratica per la pensione si doveva
andare a Roma, ma si rivela subito una fregatura quando
quella pratica la si puo' sbrigare solo nel comune di
residenza e non altrove, dove ci si potrebbe trovare presso
parenti o in vacanza, quindi anche il semplice decentramento
amministrativo andrebbe inteso nel senso che ci si possa
rivolgere a qualsiasi sportello locale di una unica
organizzazione centralizzata ed unitaria, come si fa quando
si deve presentare una denuncia ai Carabinieri, il nome
e' lo stesso ovunque, le divise idem ed e' quindi
facile riconoscerle, identici i moduli e le procedure), il
decentramento politico e' poi un disastro, perche'
in Italia ci si trova con qualche decina di migliaia di enti
diversi, dalle regioni alle comunita' montane alle
circoscrizioni comunali, che in qualche misura possono
legiferare, per cui ci si trova alle prese con un 20.000
legislazioni diverse (un esempio, una legge quadro nazionale
ha obbligato le regioni ha fare una legge che consenta di
presentare reclami per disservizi sanitari, quindi le leggi
sono sostanzialmente uguali, ma hanno nomi (cioe'
estremi) diversi e se in Emilia Romagna si deve citare
l'art. 5 della legge x basta andare in Lombardia o
Liguria per dover citare un'altra legge ed articolo,
tutto questo non agevola certo il cittadino).
C'e' poi la truffa legalizzata del dover pagare due
volte il biglietto dell'autobus: chi abbia un
abbonamento a Parma e si rechi a Milano deve pagare il
biglietto di nuovo a Milano, il che non accadrebbe se
l'azienda trasporti non fosse locale, ma nazionale.
O i Comuni che pretenderebbero che si paghi un tanto al
giorno di tassa sui rifiuti quando si soggiorna nel loro
territorio (i primi furono quelli dell'Alto Adige):
sara' vero che il turista "sporca", ma se
sporca a Bolzano non puo' materialmente sporcare anche
nel suo comune di residenza, e dovrebbe essere quindi tale
comune di residenza a dare tante quote giornaliere di tassa
sui rifiuti a Bolzano, senza che il turista debba pagare due
volte. E si potrebbero citare infiniti casi del genere,
tutti a danno del cittadino e del consumatore. Quanto
al dibattito sulle Province, concordo con Giorgio e altri,
non e' certo il caso di crearne di nuove, magari meglio
abolirle e lasciarne le competenze alle Regioni. Ma
vorrei sollevare un problema di carattere piu' generale:
in realta' per ogni tipo di problema e per ogni
situazione l'ambito territoriale direttamente
interessato (e precisero' meglio i limiti di questo
concetto) puo' essere diverso. Insomma certi problemi
potrebbero essere risolti bene a livello comunale, altri
intercomunale, altri di comunita' montana o di pianura,
altri di provincia o regione o Stato, ma moltissimi casi
coinvolgono piu' comuni o province o regioni, quindi a
seconda del problema di dovrebbe investire una struttura
diversa, ad hoc, il che generebbe il caos. Meglio quindi che
di tutto si occupi lo Stato (nazionale, o europeo un giorno)
che contrariamente a quanto affermano falsamente i fautori
del decentramento dispone di tutte le informazioni su tutte
le realta' locali, quello che sa il Sindaco di Parma lo
sanno anche a Roma. Ed inoltre c'e' da tener
presente che nessun problema e' esclusivamente locale.
Pensate ad esempio alle strade. La distinzione tra strade ed
autostrade europee, nazionali, provinciali e comunali e'
del tutto artificioso. Ad esempio di norma sulla A1 o sulla
via Emilia passa un certo tipo di traffico, anche
internazionale, ma quando queste strade vengono bloccate da
incidenti o altro, per ore e ore, allora le stradine locali
e i viottoli diventano essi delle arterie internazionali, ne
consegue che nel tracciare certe stradine all'interno di
un comune non ci si puo' limitare a considerare
esclusivamente quel comune, tali stradine vanno raccordate
tenendo conto che possono rivelarsi i componenti di una rete
internazionale. Altro che localismo! Quindi meglio
affidare tutto all'entita' di piu' alto livello,
quella di maggior estensione territoriale, e con leggi e
procedure uniformi (quelle giuste, se 2+2 = 4 a Milano, lo
e' anche a Reggio Calabria, no?).
2 settembre 2006 0:00 - Giorgio
Penso che la proposta del vicedirettore de Il Sole24ore di
abolire le province non sià una provocazione è la visone
di una semplificazione dei livelli di ammistrazione dello
stato, oggi cosi frammentato e spesso in conflitto tra di
loro. Le stesse competenze della provincia possono essere
svolte in parte dai comuni e in parte dale stesse
amministrazioni regionali. Le nuove tecnologie consento oggi
di ottenere i servizi direttamente a casa e se non a casa
attraverso il comune di residenza Pertanto a che serve
frammentare il territorio e far proliferare enti burocratici
che costano tantissimo ai cittadini e non offrono grandi
servizi? E' meglio abolirle.
19 agosto 2006 0:00 - Franco
L'area Nord di Milano è una zona che costituisce quasi
un'unica contiguità urbana con il capoluogo lombardo e
ciononostante negli anni precedenti è passata la legge che
ha reso Monza provincia. Come verrà amministrata questa
unica area metropolitana spaccata da due diverse
amministrazioni politico-locali che forse spesso non
andranno per nulla d'accordo?
17 agosto 2006 0:00 - antonio bellocchio
Altro che provocazione, sarebbe un ottimo provvedimento per
ottenere, finalmente, una riduzione dei costi della P.A.
cordiali saluti
14 agosto 2006 0:00 - Italiano
però oltre alle province ricordiamoci che ci sono migliaia
di comuni, molti dei quali contano solo qualche centinaio di
abitanti. Questo non è spreco? La moltiplicazione delle
poltrone, delle spese e dei contratti. E, ovviamente, delle
occasioni.....