Gentile dott. Di Nepi, Credo di essere anch'io
dalla parte di Marino, e proprio per questo cerco di essere
molto franco affinche' la sua azione risulti piu'
efficace. Prima di tutto, gli interventi al seminario
si sono spesso concentrati su alcune definizioni (o
cavilli): e' o no eutanasia somministrare una sedazione
terminale e staccare "la spina" su richiesta del
paziente? Ora, a me interessa poco, sinceramente, se la
si vuol chiamare eutanasia (passiva o attiva) o il legittimo
rifiuto al consenso del paziente. Quello che mi interessa
e' che "staccare la spina" e sedare siano
riconosciute a pieno titolo come richieste legittime (sia
per i pazienti senzienti, sia per quelli insenzienti tramite
il testamento biologico). Oggi, con la giurisprudenza che ci
ritroviamo, un medico potrebbe incorrere nell'accusa
–e condanna- per omicidio del consenziente quando stacca
la spina. Questa e' la realta', ben certificata
anche da mia sorella Claudia attraverso l'analisi di
molte sentenze. Ora, quando lei sostiene di stare con
Marino, ovvero difende la sua proposta di legge sul
testamento cosi' come e' scritta, credo che commetta
un errore di valutazione. Se passasse la proposta cosi'
come e' scritta, cambierebbe ben poco rispetto ad oggi.
Si', il paziente potra' rifiutare cure non vitali
attraverso il testamento biologico, ma rimane intatta
l'incertezza sulla legittimita' o meno di staccare
la spina. Quello che io chiedo a Marino e'
semplicemente di chiarire questo aspetto: il paziente deve
avere il diritto di rifiutare le cure, tra cui la nutrizione
e la respirazione artificiale, anche quando questo porta a
morte certa. Marino, temo, e' convinto che una
ragionevole lettura del suo testo di legge non puo' che
confermare questo diritto. Io, insieme all'Aduc, penso
che senza esplicitarlo a chiare lettere nel testo di legge,
la giustizia italiana trovera' il modo di interpretare
la norma nelle forme piu' svariate, di fatto confermando
il caos giurisprudenziale e l'incertezza del diritto che
oggi caratterizzano l'Italia in materia di fine vita.
Quello che dico a Marino non e' "accetta il
cavillo", ma "conosci il cavillo per
sconfiggerlo".
1 novembre 2006 0:00 - lucianodinepi
Anche io ho partecipato al Convegno e ho fatto un breve
intervento iniziale per non togliere tempo ad altri.Questa
lettera aperta al Sen.Marino mi trova allineato a Marino,
avendo anche io vissuto in USA in Ospedale.
Nel
mio " De Eutanasia" parlo propio di come ci si
comportava e ci si comporta in America davanti al malato
terminale( eravamo nel 1954 !!)Sapevate che in America
c'erano corsi di Tanatologia per Medici? In
Italia abbiamo la cultura delle " tazzine da caffè col
manico a sinistra". Aspetto ancora una risposta
dall'Ordine dei Medici al mio esposto denuncia per far
emergere l'Eutanasia dalla clandestinità. A fine
convegno( molti erano già usciti per il pranzo...)mi sono
offerto io di fare a Welby il Diprivan( Sedativo potente ma
che non causa morte)La proposta è caduta nel silenzio(il
suo medico era uscito ma Welby ancora ascoltava)e si tenga
ben presente che io sono contrario all'Eutanasia ma come
Marino sono per cure palliative. Bene . Detto questo
aspetto risposte concrete. E peer fortuna Marino è concreto
!