COMMENTI
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19 novembre 2006 0:00 - Francesco
Per Napoli.

Mi pare che tu abbia detto una grande sciocchezza.
Non esistono principi chimici di marca ed altri di sottomarca.
L'acido acetilsalicilico o è acido acetisalicilico o è un'altra cosa.
18 novembre 2006 0:00 - farmacista
non è assolutamente vero Napoli
La stragrande maggioranza delle ditte di generici sono gestite e talvolta sono anche parte integrante di importanti case farmaceutiche di livello mondiale.Queste case farmaceutiche danno molte più garanzie di quanto si pensi,i generici non sono medicinali si serie B.
Solo per citarne alcune:
Merck (MSD) e Merck Generics
Novartis e Sandoz
18 novembre 2006 0:00 - Napoli
Le medicine di sottomarca sono come comprare una pasta di marca e una di sottomarca,un tonno di marca e uno NO.
Hai poveri non resta che ammalarsi di medicine.
16 novembre 2006 0:00 - alfredo
la matematica non è il tuo forte.
il 26,70 - 19% = 7,7%
Il 7% di quel che ti pare fa sempre il 7% di quel che ti pare.
A questa percentuale aggiungi lo sconto che ancora va messo per compensare lo sfondamento che ogni anno avviene e finisci a circa il 7%
A questo 7% togli lo 0,90% empaf e vai a poco più di 6%
A questo togli la quota della convenzione e quella sindacale e finisci a meno di 6%.
Metti luce personale TASSE che paghiamo tutto fino all'ultimo euro, irpef ilor onaosi tassa comunale , ici commercilaista e va pure avanti col resto ,mi dici cosa ti rimane?
Metti anche gli scaduti, metti anche la perdita di valore di magazzino ( da anni il compenso farmaci ssn + libera vendita ha saldo annuale negativo e ciò significa che a me il magazzino costa un 7% annuo di interessi bancari mi dici cosa rimane?)
Di sicuro alla fine mi rimane abbastanza da voler tirare avanti altrimenti chi me lo fa fare e questo è certo.
Ma voglio dire che non è tutto oro quello che luccica e che sbagli a credere che i farmacisti siano i fautori di indegni guadagni.
Nessuno al mondo muove il culo per farsi caldo e nemmeno noi.
Ma tu hai sbagliato indirizzo.
Apri un'attività qualsiasi e vedrai il vero senso della matematica che scimmiotti.
A dimenticavo tu non apri di certo nessuna attività, ti basta spaccare i coglioni ai farmacisti.
Mi viene in mente la storiella della cicale e della formica rivista e corretta ai tempi attuali.
VERSIONE AGGIORNATA AL 2006 Governo Prodi
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La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l'inverno.
La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica sia stupida; ride,danza, canta e gioca tutta l'estate.
Poi giunge l'inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate.
La cicala tremante dal freddo organizza una conferenza stampa e pone la questione del perché la
formica ha il diritto d'essere al caldo e ben nutrita mentre altri meno fortunati muoiono di freddo e
fame.
La televisione organizza delle trasmissioni in diretta che mostrano la cicala tremante dal freddo
nonché degli spezzoni della formica al caldo nella sua confortevole casa, con l'abbondante tavola piena
di ogni ben di Dio.
I telespettatori sono colpiti dal fatto che, in un paese così ricco, si lasci soffrire la povera cicala mentre
altri vivono nell'abbondanza.
I sindacati manifestano davanti alla casa della formica in solidarietà della cicala mentre i giornalisti
organizzano delle interviste domandando perché la formica è divenuta così ricca sulle spalle della
cicala ed interpellano il governo perché aumenti le tasse della formica affinché essa paghi la sua giusta
parte.
In linea con i sondaggi il governo redige una legge per l'eguaglianza economica ed una (retroattiva
all'estate precedente) anti discriminatori.
Le tasse sono aumentate e la formica riceve una multa per non aver occupato la cicala come apprendista,
la casa della formica è sequestrata dal fisco perché non ha i soldi per pagare le tasse e le multe:
la formica lascia il paese e si trasferisce in Liechtenstein.*
La televisione prepara un reportage sulla cicala che, ora ben in carne, sta terminando le provviste
lasciate dalla formica nonostante la primavera sia ancora lontana.
L'ex casa della formica, divenuto alloggio sociale per la cicala, comincia a deteriorasi nel disinteresse
della cicala e del governo.
Sono avviate delle rimostranze nei confronti del governo per la mancanza di assistenza sociale,
viene creata una commissione apposita con un costo di 10 milioni.
Intanto la cicala muore di overdose mentre la stampa evidenzia ancora di più quanto sia urgente
occuparsi delle ineguaglianze sociali; la casa è ora occupata da ragni immigrati .
Il governo si felicita delle diversità multiculturali del paese così aperto e socialmente evoluto.
I ragni organizzano un traffico d'eroina, una gang di ladri, un traffico di mantidi prostitute e
terrorizzano la Comunità.
Il partito della sinistra propone l'integrazione perché la repressione genera violenza e la violenza
chiama violenza

Non mi ero mai occupato di politica, ma voi comunisti siete fuori dal tempo e spaventosamente pericolosi.
Siete un cancro dal quale la società non può guarire.
Ne prendo atto e me ne dolgo.

__._,_.___
__,_._,___
16 novembre 2006 0:00 - mai con silvio
La cicala è al-freddo o al-fredo?
15 novembre 2006 0:00 - Francesco
I conti di Alfredo.

Alfredo dice che "...non è vero che più alto è il prezzo del farmaco rimborsato dal ssn più alto è il " guadagno del farmacista". E' tutto esattamente il contrario : più alto è il prezzo del farmaco e più alta è la trattenuta ( sconto obbligatorio al ssn da farsi ) , e quindi minore è l'utile della farmacia.
Ricordate che si arriva a dover fare lo sconto per il ssn fino al 90% del proprio utile...".

Non è vero.

Chiunque può leggere nel sito di Federfarma le percentuali di sconto che i farmacisti praticano al SSN, suddivise per fasce di prezzo dei farmaci. I dati che seguono si riferiscono alle farmacie che hanno un fatturato superiore a 258.228,45 Euro.
Da 0 a 25,22 Euro = 3,75%
Da 25,83 a 51,65 = 6%
Da 51,66 a 103,28 = 9%
Da 103,29 a 154,94= 12,5%
Oltre 154,94 = 19%.
Vediamo in pratica cosa succede.
Se un farmaco costa 50 Euro il SSN corrisponde al farmacista il 26,7% meno il 6%, cioè il 20,7%; il 20,7% di 50 fa 10,35.
Se un farmaco costa 150 euro il SSN corrisponde al farmacista il 26,7% meno il 12,5%, cioè il 14,2%; il 14,2% di 150 fa 21,3.
Se i miei calcoli sono sbagliati, per cortesia mi si dica dove senza menare il can per l'aia. Gradirei, inoltre, sapere dove si applica il 90% di sconto.
15 novembre 2006 0:00 - alfredo
Una prima osservazione se me lo permettete:
non è vero che più alto è il prezzo del farmaco rimborsato dal ssn più alto è il " guadagno del farmacista".
E' tutto esattamente il contrario :
più alto è il prezzo del farmaco e più alta è la trattenuta ( sconto obbligatorio al ssn da farsi ) , e quindi minore è l'utile della farmacia.
Ricordate che si arriva a dover fare lo sconto per il ssn fino al 90% del proprio utile.
Da molti anni ormai l'utile del farmacista è regressivo: più alto è il prezzo e più basso è l'utile.
Seconda osserazione riguardo ai generici.
Sono " nati male " e basta.
L'industria e la classe medica hanno preteso di essere gli unici interlocutori del generico.
( Dove stavano " le alte sfere cretine " di Federefarma?).
Gli esperti del farmaco chi dovevano essere se non i farmacisti ?
Ora si badi bene che " i Sig Medici " hanno a lungo discusso sulle possibili differenze farmacologiche di biodisponibilità dei farmaci di marca rispetto ai generici e di conseguenza " sul loro diritto " , per il bene del popolo e nell'interesse del popolo !? , di poter scrivere " la marca " anzichè il generico.
Allora mi sorge spontanea una domanda:
Ma il generico è bioequivalente ( uguale ) o no alla marca?
Se si allora il Ministero non doveva accettare queste imposizioni.
Se no .. allora al ministero sono dei pazzi criminali che autorizzano ad immettere sul mercato farmaci pericolosi.
Altra considerazone: ammesso e non concesso che il generico non sia proprio proprio uguale alla marca qualcuno mi spiega per quale strana alchimia il Medico può ( e certi lo fanno ) indicare anche " la marca " del generico impedendo cosi' di fatto al farmacista di poter cambiare assieme al paziente quel generico con altro generico ?
Ma allora dico io .. i generici dello stesso principio attivo e di marche diverse sono diversi anche tra loro ?.
No vero!!!!!!!!!!!
Altra considerazione : con l'avvento dei generici di fatto i farmaci presenti in magazzino sono quintuplicati e questo significa aumento quintuplicato degli scaduti da inviare al macero con enorme spreco di risorse sociali , aumentate anche per effetto della incredibile riduzione sistematica del periodo di validità del farmaco.
( sfido chiunque a stabilire se il tal farmaco x blisterato singolarmente e certamente stabile chimicamente è veramente " scaduto " !!!!!!!!! o invece fa comodo all'industria farlo considerare cosi' )
Se io metto nelle macellerie il quintuplo della carne che i cittadini che vi accedono possono mangiare ( obbligando di fatto il macellaio a buttare nel cesso quella che avanza ...diciamo che scade , è tutta la " società civile " che spreca in modo indegno...mentre altri muoiono di fame!!!!!!!!!!!
Perchè si è fatto di tutto per far trattare il generico come le marche?
Che senso ha trovarsi alle tre di notte di turno con una ricetta fatta al pronto soccorso di un genercio dell'aulin della " marca generica y " con sopra scritto NON SOSTITUIBILE e che tu non hai E NON PUOI CAMBIARE ASSOLUTAMENTE , se non a pagamento , dal momento che di generici dell'aulin ne hai 50 su un totale di 51 o 52 marche generiche ...
Robe da pazzi che vedo troppo spesso.
A chi giova tutto questo lo sappiamo bene tutti quanti.
Ben venga un possibile obbligo ai Medici di scrivere i principi attivi ( questo è il loro mestiere ) e ai farmacisti di poter consegnare il generico o la marca ( questo è il suo mestiere )se il cittadino LO VUOLE E BASTA ( che poi con i suoi soldi e la propria testa è signore e padrone ....e non so fino a quando...)!!!!!
Ma chi ha fatto le proposte in cantiere anche adesso HA MESSO EGLI STESSO SALVO IL DIRITTO al medico di poter indicare la NON SOSTITUIBILITA' del generico.
I Farmacisti sono una lobby del cazzo , cioè una non lobby, e rappresentati da enerti imbecilli.
I medici , l'industria ed i politici sono le vere lobby della farmaceutica!
Ben venga il principio attivo, il generico e la possibilità che ogniuno faccia esattemente quello di cui è competente che che ha studiato.
Ma non sarà cosi' , mi dispiace e se devo scommetere e se volessi vincere punterei sulle vere lobby ... che non è certamente la mia presunta.
14 novembre 2006 0:00 - farmacista
Francesco,non ho nulla in contrario che tutti esprimano ciò che vogliono,ma se non si conoscono bene tutti gli aspetti si rischia di fare figuracce,e mi riferisco più al presidente dell'antitrust o ai vari ministri che ai normali cittadini come me e te.
Detto questo,e parlando della mia piccola realtà noto che i pochi medici di cui vedo le ricette sono spesso restii a segnare i generici;delle loro motivazioni non devo essere io ad interessarmene,ma obbligarli a prescrivere il principio attivo a tutti i costi,soprattutto se il paziente vuole il brand,mi sembra molto forzato.
Esempio molto semplice:il cliente vuole Aulin mentre il medico è obbligato a prescrivere il principio attivo.Io farmacista con la legge vigente non posso consegnare Aulin,anche se il paziente si pagasse la differenza.
Se bisogna fare cambiamenti sarebbe opportuno farli per bene e non a metà o a casaccio.
Voglio però farti notare che se il paziente vuole il farmaco di marca,non vedo alcun motivo per negarglielo,soprattutto se paga lui la differenza dal generico al brand così come avviene anche ora(al SSN non cambia nulla in termini economici).Negargli questa scelta mi sembra oltremodo antidemocratico.
14 novembre 2006 0:00 - Francesco
Per Farmacista.

Quando c'è da discutere su questo argomento puoi stare certo che non rinuncerò a dire la mia.
Il tuo intervento è insolitamente pacato; me ne rallegro e cerco di fare altrettanto.
Come avrai potuto notare non me la sono presa con i farmacisti, limitandomi a far osservare che ad un prezzo più alto corrisponde un loro guadagno più consistente.
Per tornare all'argomento, poiché ritengo credibile e probabile che la mancanza di scelta del generico dipenda dalle ragioni che tu hai elencato, ribadisco che la soluzione sta proprio nell'obbligare il medico ad indicare il principio attivo e non la marca del farmaco.
L'abitudine di pazienti e medici è radicata nel tempo e non è facile modificarla semplicemente affidandosi alla loro buona volontà.
Sulla buona volontà dei medici, peraltro, nutro forti dubbi, assillati come sono dalle pressioni della case farmaceutiche.
I pazienti si adeguano. Personalmente ho sempre ricevuto dal mio farmacista i consigli relativi ai generici e, quando esistono, non ho alcun dubbio sulla scelta da fare.
Una ultima considerazione, già fatta altre volte: è un po' da arroganti pretendere che nella discussione sui farmaci non intervenga chi non è "addetto ai lavori". Perché non accettare che qualche "profano" si esprima, anche correndo il rischio che dica qualche sciocchezza? Io non sono farmacista e non mi lancio in discussioni che riguardano il farmaco come prodotto di una chimica superspecializzata; su tutto quello che, invece, riguarda la commercializzazione dei farmaci, la loro distribuzione, le norme che riguardano il settore, l'aspetto commerciale in genere, penso di saperne almeno quanto molti dei tuoi colleghi. Ci sono ingegneri o farmacisti che hanno il pallino della musica e che sono in grado di esprimere giudizi su una esecuzione musicale meglio di tanti diplomati al conservatorio. O no?
14 novembre 2006 0:00 - farmacista
ecco mi mancavi proprio tanto Francesco,iniziavo a sentirmi solo e abbandonato nel forum

"Ne ha, invece, per gli utenti che, se bene informati e non masochisti, non avrebbero nessun motivo per chiedere il farmaco brand e pagare di più."
Ma tu che ne sai? Sei in farmacia e fai statistiche?Credo di no
Ho sempre informato i miei clienti dell'esistenza del generico,molti hanno cambiato a favore di questo,altri lo hanno provato ma sono tornati al brand,altri non hanno nemmeno voluto provarlo,pagando ove presente una quota a carico a seconda del farmaco in questione,che può essere di pochi centesimi o di alcuni euro.
E ti espongo anche i motivi più frequenti per cui rifiutano il generico:
-il medico mi ha segnato il farmaco di quella ditta, preferisco quello
-sono abituato a prendere quella scatoletta,non voglio cambiare
-ho provato il generico ma mi sembra non faccia lo stesso effetto
-ho provato il generico ma le pastiglie si sbriciolano,preferisco quello di marca
-non mi fido dei generici

Quindi ribadisco,anche se trovo giusto che i medici siano invitati a prescrivere il principio attivo e i farmacisti obbligati a segnalare la presenza di un generico dove esista,il cittadino è libero di scegliere.
Per quanto riguarda invece il presunto risparmio del SSN, Catricalà farebbe un piacere a tutti nel dimostrare concretamente dove sia questo enorme risparmio.Non basta sparare cifre ad effetto per avere ragione,ma bisogna dimostrare che queste siano veritiere.
In caso lo dimostri(ipotesi molto remota)sarò lieto di cospargermi il capo di cenere,e sarà lieto anche il nostro SSN di risparmiare così tanto.
13 novembre 2006 0:00 - Francesco
Ritengo che la proposta debba essere sostenuta da tutti coloro i quali hanno interesse a contenere i costi dei cittadini e dello Stato.
Farmacista obietta che, se c'è il generico, la differenza di prezzo rispetto al brand se la paga il cittadino; ne fa discendere la conseguenza che per lo Stato la q1uestione non avrebbe rilevanza.
Ne ha, invece, per gli utenti che, se bene informati e non masochisti, non avrebbero nessun motivo per chiedere il farmaco brand e pagare di più.
Fa differenza anche per i farmacisti, i quali gudagnano di più se il prezzo è più alto.
L'osservazione di Farmacista, ovviamente, proviene da chi non è indifferente rispetto alla questione prezzo.
13 novembre 2006 0:00 - farmacista
negli ultimi tempi c'è stato un aumento della prescrizione dei generici da parte dei medici,almeno per quello che posso notare nel mio piccolo.
Tuttavia trovo irrosoria e campata in aria la dichiarazione del presidente Antitrust che si avrebbe una riduzione di tale cifra.Magari fosse così
Un'altra cosa che non capisco è quale vantaggio ci sia nel prescrivere il nome del principio attivo di tutti i medicinali quando non sono in commercio i generici:nessun vantaggio economico.
Infine per i farmaci rimborsati dal SSN per i quali esiste il generico è fissato un prezzo di riferimento:se il farmaco brand in questione costa di più la differenza è a carico del cittadino.
Non vedo come si possa risparmiare in maniera consistente anche se trovo giustissimo invitare i medici a prescrivere i generici anzichè i brand.Se però il cliente vuole il farmaco di marca pagherà la differenza,se c'è,rispetto al generico.

Per quanto riguarda la spesa sanitaria c'è stato un drastico taglio di prezzi alla fonte nel mese di ottobre e un altro è avvenuto circa a metà anno,per cui i benefici con una riduzione della spesa sanitaria si potranno notare con i dati dell'ultimo quadrimestre dell'anno.
16 novembre 2006 0:00 - Francesco
Per Alfredo.

Dott. Alfredo non sono io deboluccio in aritmetica, ma tu. Io ho sottratto al 26,7% la percentuale di sconto applicabile ai farmaci di prezzo compreso tra 103,29 e 154,94 (che è pari al 12,5%). L'ipotesi riguardava, infatti, il farmaco avente costo di 150 Euro.
La tua osservazione riguardante l'empaf (enpaf?) è del tutto fuori luogo. Pretendi che ti paghiamo anche i contributi previdenziali, l'adesione al sindacato, il commercialista e via discorrendo, o ci pensi tu con il tuo guadagno, come fanno tutti gli altri?
Io non dico che i farmacisti siano "fautori"(?) di indegni guadagni, ma solo che hanno come sponsor lo Stato, il quale, stando a quello che dici e che hai detto in altre occasioni, non dovrebbe mai permettersi di fare ritocchi al ribasso dei tuoi guadagni. E' un discorso un po' strabico il tuo: lo Stato fa una legge che stabilisce certe percentuali, ma non ha il diritto di modificarle.
Ce l'ho già un'attività ed anch'io pago contributi, tasse e balzelli vari, ma non faccio il pianto greco se interviene qualche modifica legislativa che incide negativamente sul mio reddito.
Lascia stare le barzellette: nessuno ti sta cacciando dal tuo locale e nessuno vuole condividere i tuoi guadagni. Ci auguriamo soltanto che in tempo di vacche magre dia un contributo al risanamento dello Stato chi dallo Stato ha avuto tanto. Ma proprio tanto.
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