Nell'epoca delle "letterine",
"veline" e compagnia cantante, magari il problema
fosse quello del "dottore"!
24 novembre 2006 0:00 - Alex1
C'è gente che ci vive con quel titolo, ne fa una
ragione di vita. Che senso ha presentarsi col titolo di
"dottore"? Si pensa di valere di più?
24 novembre 2006 0:00 - Topesio
Ti pareva che non arrivavamo anche in questa discussione a
dire la solita sequela di banalità! Innanzitutto,
cominciamo a rispettare la cultura accademica ed i suoi
titoli, invece di sputarci sopra come se non valessero
nulla. E poi, mi permetto di far notare che
l'affermazione legata al numero "abnorme" di
laureati è completamente sballata, visto che in Europa e
non solo, siamo agli ultimi posti. Questi sono i fatti,
al di là dei soliti discorsi da bar sport. Amen.
24 novembre 2006 0:00 - millo
è vero ..buongiorno dottore, oppure ingegnere con tanto di
inchino e mano al cappello non può essere educazione, è
sottomissione perchè basterebbe un .. buongiorno .. senza
contorni ora poi che dottori, ingegneri,ecc.. sono come i
ragionieri di una volta: quantità abnorme.
23 novembre 2006 0:00 - Topesio
Tutta questa santa crociata contro il titolo di dott. mi
pare che non c'entri proprio nulla!
23 novembre 2006 0:00 - Atlantina
Caro Giuseppe,
secondo me la chiave del rispetto
nei nostri confronti risiede proprio in questa tua frase
citata alla fine del tuo articolo "Non osava chiedere
il rispetto dei propri diritti". Infatti il più
delle volte siamo proprio noi a non rispettarci a
sufficienza per chiedere il rispetto dei propri diritti con
quella serenità, calma, educazione e determinazione
necessaria. Le leggi non bastano, come hai ben identificato
tu, è qualcosa d'intrinseco in ognuno di noi e gli
psicologi e i terapeuti hanno un grosso compito
nell'aiutarci a scoprire che al di là dei diplomi e
delle apparenze esterne ognuno di noi è uguale e degno di
pari rispetto.
19 novembre 2006 0:00 - isaia Kwick
E' cosi' Mino. La mia opinione e' questa.
Cio' accade perche'in Italia e' ancora vivo il
senso della superiorita', il ragazzo che e'
all'ultimo anno dell'universita' ha gia'
pronto dal ferramenta l'etichetta da apporre al proprio
campanello di casa con su scritto DOTT. cio' e'
attribuibile ad una societa' ove vige la prepotenza,
come spieghi tu, dove viene premiata l'arroganza, la
violenza psicologica e la prepotenza, societa' intrise
di manie di potere, che generano una sorta di vendetta al
conseguimento del tuo obbiettivo. - Quando saro'
laureato avro' gli strumenti per sottomettere la gente
- In Olanda paese dove prevalentemente vivo tutto
cio' e' stato perso, fortunatamente, nessuno al bar
saluta con il DOTT Caio DOTT Tizio. Da queste parti si vive
una atmosfera di maggiore equita', a favore di posti di
lavoro piu' sereni, penso io che in Italia. Io
ugualmente ho sofferto in Italia condizioni di disagio come
esposte da te Mino. Isaia
16 novembre 2006 0:00 - mino
leggevo l'articolo sul forum: LEI NON SA CHI SONO
IO, alla fine si chiedeva come può un italiano non
essere depresso? be! secondo il mio parere, la magior
parte delle depressioni in italia è causato propio
dall' arroganza (ignoranza) mancanza di reciproco
rispetto tra persone, ovvero: nella vita di oggi ancora
prevale una forma indiretta di imperialismo, di colui che si
sente superiore ad un altro, un capo ufficio, un datore di
lavoro ma anche nella vita di tutti i giorni, un conoscente,
un vicino un amico che si sente superiore ad un altro,
volendo dimostrare (semplicemente a parole) di esssere
superiore mettendo in posizioni di inferiorità l'altro
che, forse caratterialmente docile, o con un livello di
educazione superiore non controattacca alle angherie o
supremazie dell' altro. bisognerebbe adottare una
politica liberale, senza favoritismi, superiorità o altro.
Tipo: cercare di creare una mentalità di equità morale e
comportamentale( Faccio un esempio) Mi è capitato di
dare consigli ad un mio collega, questi subiva contimuamente
atti di superiorità da parte del nostro capo
gruppo,(Mobbing)lui non poteva dimostrare in alcun modo che
èra vittima di supprusi del genere, tanto meno poteva
contare sull' aiuto di colleghi che, prendendo posizioni
a suo favore rischiavano di subire altrettanto
trattamento. be io consi gliai di esporre il problema
a chi di dovere in modo diplomatico, e cercare di far capire
ai superiori (se così e lecito chiamarli) che loro
ricoprivano ruoli di coordinamento e non ruoli di podesta
ove potevano dire o trattare chiunque in qualunque modo.
Morale di tutto! ancora oggi l'italia si definisce uno
stato democratico,liberale ma ancora oggio vige la legge del
più forte a discapito non del più debole, ma del poco
informato.