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15 giugno 2007 0:00 - Stefano
Alitalia è solo una vacca da mungere x qualche dirigente...cosi la definiscono le persone che ci lavorano dentro...centinaia di persone impiegate li che non fanno nulla...solo xè figli di papà o altro...dirigenti che prendono regalini per non "parteciapre all'assegnazione di alcune tratte"...uno schifo...e l'alitalia sperpera soldi cosi inutilmente...secondo me divrebbero fare piazza pulita...
21 novembre 2006 0:00 - Andrea Bomben
Spett..ADUC,
oggi ho letto il comunicato stampa del 18 Novembre riguardante gli sperperi in pubblicità da parte di Alitalia.

L’articolo è per buona parte condivisibile tranne un’affermazione che mi sembra francamente azzardata:
“Il messaggio sottintende: ...le compagnie low cost, invece, non sono altrettanto sicure. E' da anni che ci si arrampica su questa balla;……………”.

Mi sembra evidente che la vostra associazione che pur dichiara di essere contro i rischi per la salute e la sicurezza del consumatore, non si renda assolutamente conto di quanto sia impegnativa un affermazione di questo tipo.

La sicurezza nei trasporti è una cosa seria; sicuri di avere conoscenze e competenze necessarie per parlare con tanta sicumera di “balle”?

Il valutare lo stato dei trasporti solamente in base all’entità delle tariffe è un atteggiamento a dir poco miope; la situazione in Italia è molto più drammatica da quello che appare in superficie.

Vi ricordo che solo qualche settimana fa è accaduto l’ennesimo incidente che riguarda questo intricato mondo (metropolitana di Roma); come il solito in casi del genere si muovono in tanti, dalle forze dell’ordine alla magistratura ai vigili del fuoco e parlano, spesso a sproposito, i più svariati esponenti della politica.

Pochi tra loro hanno anche una solo una vaga idea del significato che ha il termine "sicurezza", dimostrando di fatto di ignorare quello che la letteratura scientifica e gli operatori di sistemi industriali complessi sanno da decenni:
al netto dei necessari e doverosi interventi di modernizzazione tecnologica, la maggior parte degli investimenti nel campo della sicurezza vanno indirizzati nello studio e nella prevenzione dell’errore umano.

La letteratura in merito è sterminata, ma non occorre scomodare la scienza per sapere che la fatica operazionale, figlia degli eccessivi carichi di lavoro imposti da selvagge riduzioni di personale, porta ad un drammatico scadimento di prestazioni nell’essere umano.

Per fare un esempio, in seguito alla ristrutturazione intrapresa da FS negli ultimi anni, gli occhi a bordo sono passati da quattro a due e i turni d’impiego dei macchinisti sono diventati pesantissimi; qualche sedicente esperto ha definito provvedimenti analoghi nel trasporto aereo come “riduzione di sprechi” o “tagli di privilegi inaccettabili”!

La verità è che con l’entrata del mercato nel mondo dei trasporti, il livello di sicurezza nel trasporto aereo e su rotaia in Italia è sceso in maniera drammatica ma tutti sembrano accorgersene solamente quando accadono incidenti mortali;
in questo caso, a pagare con la vita o con il carcere sono i più vulnerabili, i macchinisti, i piloti, i controllori di volo, tutti sacrificati sull’altare del contenimento dei costi e dell’efficienza.

Duole costatare che questo criminale sfruttamento del personale avviene, solo in Italia a questi livelli, con la connivenza delle istituzioni, nell’ignoranza dell’opinione pubblica (ma la stampa dov'è?) e mi dispiace dirlo, nella più totale e colpevole mancanza di lungimiranza ed attenzione delle associazioni dei consumatori, voi compresi.

Come se non bastasse, in tutto questo desolante quadretto spicca la mancanza dell’ente che grazie alle sue competenze tecniche e alla sua indipendenza ha il compito d’investigare sull’incidente ed emettere raccomandazioni, un ente che come dicevo, faccia prevenzione.

Il suo silenzio in questo caso, come nel caso dei troppi incidenti automobilistici che in Italia provocano ottomila morti all’anno, è così assordante perché un ente del genere nel nostro Paese NON ESISTE!

L’unica cosa che siamo riusciti a creare è stata, con cinquant’anni di ritardo rispetto agli impegni presi a livello internazionale, l’Agenzia Nazionale Sicurezza del Volo (ANSV): un ente che si occupa del solo trasporto aereo e che tra gravi problemi giuridici e cronica scarsità di mezzi e personale è la sbiadita controfigura, per esempio, degli omologhi di U.S.A., Canada e Gran Bretagna.

Questo significa, molto semplicemente, che utilizzare un qualunque mezzo di trasporto in Italia è meno sicuro che farlo nei paesi più evoluti del mondo, omettendo, per carità di Patria, di fare commenti su conoscenze e competenze tecnico/culturali degli organismi (Ministero dei Trasporti ed enti subordinati) che si occupano di emettere e di far rispettare le regole.


Vista la situazione, fino a quando questo Stato non si deciderà ad investire seriamente sul tema della sicurezza, l’utente italico non potrà far altro che fare affidamento sulla sua buona stella e sulla cultura industriale delle aziende che forniscono i servizi; va da se che in un mercato fortemente deregolamentato come il nostro, ci sia poco da star tranquilli!

Visti gli alti costi necessari per fare sicurezza, le aziende di questo tipo o tagliano gli investimenti e subiscono una drastica involuzione o finiscono fuori mercato (vedi Alitalia).

Perché non pensarci su quando acquistiamo un biglietto aereo che costa meno di un cappuccino?


19 novembre 2006 0:00 - luigi gatteschi
Con una mano si prendono soldi dalle tasche degli Italiani e con l'altra si sprecano tenendo in vita questi carrozzoni zeppi di raccomandati da tutti i partiti. Basta con lo sperpero di denaro pubblico!
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