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6 giugno 2008 0:00 - zeno
Purtroppo dopo un anno e' mezzo siamo ancora allo stesso punto.
2 ottobre 2007 0:00 - GIOVANNI C.
Ciao a tutti,
io credo che non convenga a nessuno neanche la sola competitivita': a parer mio la sua esasperazione avrebbe conseguenze piu' negative e "darwiniane" di quelle presenti attualmente negli USA.
Concordo che la "cooperazione" sia una modalita'di "gioco sociale" piu' vecchia,
tuttavia credo che non sia affatto da buttare via: ancora oggi in Formula 1 si usano lubrificanti,sempre piu' evoluti e costosi,ma indispensabili.
Persino le articolazioni,i nervi,ecc.,ne sono provvisti,e quanto servono...
Potendo programmarlo,sarebbe bene cercare di non diventare obesi ma neanche anoressici o con altri problemi di alimentazione! Questo sempre restando nelle metafore,perche' la salute e' una cosa molto importante e spesso, purtroppo, come tante altre cose, non dipende solo da noi.
20 settembre 2007 0:00 - Incerto
E cosa fara' la casta dopo Grillo, Mastella che minaccia crisi, il ritorno di Vespa in Raivisione, le puntate del Santoro, l'aumento dei prezzi, Telecom eterna monopolista, i fannulloni sempre al lavoro (si fa per dire), ed ecc.????
27 maggio 2007 0:00 - isaia
E la liberta' non vive di luce propria.
Fasci di buio spengono la speranza, la censura avanza.
Isaia Zingaro rom non ben voluto dalla mussolini.
27 dicembre 2006 0:00 - D. Murrone
per CV
I modelli semplificati servono per dare un'idea dei fenomeni, e' ovvio che la realta' e' "altra cosa".
Ma puo' essere utile avere un riferimento teorico che aiuti a decifrare i complessi meccanismi della quotidianieta'.
23 dicembre 2006 0:00 - CV
Insomma più concorrenza per abbassare i prezzi, in modo che anche i callcentristi del Mancuso possano avere uno stipendio relativo decente; che i commercianti i professionisti si scannino per conquistarsi e mantenersi clienti ed utenti anche con servizi migliori in modo che icsipslon possa trovare impiegati meno burocrati.
Poi un mercato libero e concorrenziale sicuramente premierebbe lo sforzo creativo di chi no ha e può, per la gioia del sig. Falcinelli.

Ma caro Mimmo convincere le corporazioni professionali sicure e sazie nei loro ordini, le aziende pingui nei mercati chiusi, che ci sono altre torte da spartirsi .... la vedo dura.

Ad ogni modo solo gli economisti e matematici potevano chiamare "teoria dei giochi" una tale incasinata elucubrazione.
Che si prendano i Lego o si facciano una sega per trastullarsi un po'!
22 dicembre 2006 0:00 - Roberto Mancuso
Visto che siamo in clima natalizio vi inoltro una lettera a Babbo Natale scritta dagli "outsiders" del 21° secolo: gli operatori di un call center. Lancio una proposta: visto che il buon Murrone prospetta la necessità di una "Rivoluzione Liberale", non potendo non essere d'accordo con lui, perchè non cominciare a scrivere sul sito dell'ADUC i cahiers de doléances?

Intanto la lettera a babbo natale (il manager dell'azienda) degli operatori di un call center

Caro Babbo Natale,
noi poveri lavoratori, gradiremmo - se possibile, se non disturbiamo... non vorremmo mai - trovare sotto questo bello, ma "spoglio" albero di Natale (complimenti all'arredatore), la speranza, non oseremmo mai la certezza (sempre per non disturbare, e noi zitti, sotto, come le mosche), la tranquillità o eventualmente un sottoprodotto miserrimo di una impercettibile, fatua, fatiscente e utopistica, post-moderna busta paga, con una remunerazione che si possa apppropinquiare ad una decenza che solo a pochi eletti predestinati che, ahimè, la nostra ingenua, timida capacità del comprendere umano e sottolineo umano... scusate abbiamo perso il filo - applauso per "bueno" - in ogni caso, sempre zitti, come le mosche "che ci torturano", paventare un possibile futuro senza dover necessariamente dover ricorrere al mestiere più vecchio del mondo noi stessi profundere; e non dover per ciò solo agognare giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, telefonata dopo telefonata, vaffanculo dopo vaffanculo, un "felliniano" 5 euro Lourdo a ora, altrimenti ci rimane solo Lourdes, ma trovato chiuso e noi sempre zitti come le mosche, che ci torturano.
Certi, ma non troppo (per non disturbare sempre zitti come le mosche, che ci torturano), di essere per un minimo considerati, Vi auguriamo (cazzo! ho perso una Winston... .... .... trovata!)...

BUON NATALE, di cuore.
21 dicembre 2006 0:00 - Paolo 1
Direi piuttosto che, visto il fallimento del modello USA (in proporzione alla popolazione, e' uno degli stati con il maggior numero di delinquenti, carcerati, barboni ed emarginati in genere), e' meglio evitare di seguirne le orme.
Inoltre io non userei il concetto di torta, ad esempio un imprenditore potrebbe raddoppiare gli stipendi ed entro la fine dell'anno vedersi tornare in tasca quel denaro sotto forma di maggiori acquisti (vero soprattutto se riferito a tutti gli imprenditri el loro insieme).
Comunque, quanto alla finanziaria, Prodi non e' un buon cristiano: Gesu' moltiplico' pani e pesci, a dividere in parti piu' o meno giuste e' capace chiunque.
20 dicembre 2006 0:00 - icsipslon
E' come convinceranno gli impiegati pubblici che dovranno essere meno burocratici e piu' attenti alle esigenze degli utenti?
19 dicembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
E' vero, quanto scrive il SIg. Domenico Murrone ed è altrettanto vero che quella forza dinamica annichilita, ovvero, la creatività che occorre per poter modificare uno status come il nostro, viene automaticamente usurpata da coloro che "tengono il banco" del gioco, perché in Italia, tale gioco, si svolge come in una sala di azzardo.
Chi più ha, più può. E' il motivo per cui chi ha delle belle pensate non le spreca da noi e corre all'estero, dove ciò che offre gli viene per lo meno pagato!
Alla base di tutto il liberalismo positivo per noi, deve esserci la cura di un aspetto morale di un'etica civile e professionale, oltre che imprenditoriale anche a livello di Stato, disposta a rispettare, valutare e incrementare incoraggiandolo lo sfrozo creativo di tanti di noi capaci di dare molto più di quello che riusciamo nel nostro piccolo quotidiano.
Ringrazio e saluto.
19 dicembre 2006 0:00 - D. Murrone
x Biagiotti, Vesco
L'uomo libero e sovrano artefice di se stesso, ma ben organizzato e protetto aggiungo io. Gentile signor Biagiotti, concordo ampiamente con questo auspicio. Il problema non e' l'obiettivo, ma gli strumenti di protezione. La tutela che tassisti, grandi e piccole aziende pubbliche, associazioni di categoria, associazioni di consumatori ricevono stimolano inettitudini e comportamenti conservativi. E' questo che bisogna modificare. Tali tutele gli artigini fiorentini se le conquistarono grazie al loro saper fare, mica intervenivano i fondi strutturali europei a finanziare l'innovazione.
Il modello Usa ha pro e contro, ma e' dinamico, a differenza di quello italiano e europeo (Francia, Italia e Germania, in particolare).
Il signor Vesco ha scritto cose che condivido e che rafforzano la tesi di fondo dell'articolo da cui la discussione ha preso spunto.
19 dicembre 2006 0:00 - alessandro biagiotti
La "rivoluzione liberale" mi appassiona notevolmente e quindi mi e' venuto in mente il paese dove piu' e' di gran moda, gli Stati Uniti d'America. Mi sto ponendo la domanda perche' in questo paese abbia avuto successo se di successo dobbiamo parlare. Io credo che il liberismo sviluppatosi in America sia generato dalla mancanza di storia, e che tutto il successo economico non sia attribuibile a questo modello. Ritornando in Europa e guardando alla storia, possiamo scorgere in periodi intorno al XII secolo l'affermazione delle corporazioni che hanno resistito fino al Rinascimento ed oltre e proprio in questo periodo espressione di grandissima forza artistica e professionale, considerando che non solo le corporazioni delle arti, ma anche quella dei mestieri, hanno prodotto in maniera eccellente, e funzionato soprattutto; nonostante il motto di Pico della Mirandola che definiva l'uomo libero e sovrano artefice di se stesso, ma ben organizzato e protetto aggiungo io.
Scusi Sig. Murrone questa bizzarra citazione storica, che forse e' strampalata e puo' non aver senso, ma mentre a Firenze si batteva moneta, negli Stati Uniti nello stesso periodo che si faceva?
A.Biagiotti
19 dicembre 2006 0:00 - A.Biagiotti
Sig D.Murrone sono daccordo con lei che non sia impossibile la "rivoluzione liberale" ,ma credo, che nel tessuto sociale italiano, trovi maggiore difficolta che nei paesi che lei cita, cioe' gli anglosassoni, il fatto sara' culturale non so, ma capita che regole o leggi che in questi paesi funzionano da noi sono un fallimento, da cosa dipendera'? E' doveroso Sig Murrone anche spiegare che significa "rivoluzione liberale"; da domani chiunque compra una macchina con i requisiti di un taxi e via? O incentivare i taxisti ad una concorrenza tra di loro, magari permettendogli altre forme di gestione della licenza, per esempio mettere in servizio un'altra vettura. Si parla di taxisti per fare un esempio, cio' possiamo estenderlo a piu categorie. O la "rivoluzione liberale" e' quello strumento che toglie i privilegi ad una categoria? Per alzare il tiro per esempio, prendiamo in esame le compagnie aeree, il mercato del low cost sta piano piano sparendo, l'utente non accede facilmente a questo tipo di servizio e le grandi compagnie, come falchi congloberanno le consorelle povere, ricreando cosi' il cartello, che gestira' il mercato low cost (leggere non permettendolo di crescere piu' di tanto). E' facile parlare di "liberalizzazione" in questo paese, in cui il potere economico e' in mano a poche famiglie, come la rigiri la frittata sempre loro ti ritrovi al tavolo. Ho l'impressione che la "liberalizzazione" la vogliono imporre agli altri, che si scannino pure i farmacisti, i taxisti, i notai i pescivendoli. Perche' non iniziamo a svincolare le industrie italiane dai soliti uomini che hanno le mani in pasta su tutte le aziende, come si corre ai ripari piangendo terrorizzati da una eventuale azienda straniera che vuole acquisire o fare affari in Italia, la liberalizzazione non conta in questo caso. Vendiamo le nostre banche agli stranieri per esempio, non mi pare ci sia molta propensione. E allora di quale liberalizzazione si parla? Perbacco non fraintenda io sono favorevole alla "rivoluzione liberale" ma senza essere il bischero che paga e ci rimette come sempre.
A.Biagiotti
18 dicembre 2006 0:00 - Rosario Vesco
Si parla di teoria dei giochi, perchè questo è l'ambito matematico a cui tale teoria è ascrivibile.
E' un ambito affascinante, sicuramente foriero di grandi approfondimenti da parte di matematici e altre menti curiose.

Ma l'Italia non è un gioco.
L'italia, inoltre, non sa più giocare.
E' diventata un mondo di NON SORRISO.
Questo, almeno, l'Italia "che conta" ma non "canta", non canta più. Tutti nervosi, incavolati a correre e a fregare il compagno.

Ecco il mondo del gioco a somma zero.
In alcune zone lo chiamano il "fut.icompagno".
In altre le "guerre tra poveri".

Perchè possiamo anche vedere un potentato crescere a dismisura, arricchirsi, fare torri, palazzi, castelli.
Ma alla fine siamo tutti più poveri.
E il ricco si vedrà intorno una società distrutta, in cui per TUTTI, anche per lui sarà impossibile vivere bene.

L'economia non è mai un mondo chiuso, un gioco a somma zero.
Si può anche andare sottozero!
Il che accade anche con le guerre.

Anche con quelle coloniali, checchè se ne dica, perchè i soldati costano: basti vedere i crolli di tutti i grandi imperi occidentali dell'ottocento.
Ma lì l'impero si è convertito nelle grandi organizzazioni militari sovranazionali e quella è un'altra storia...

Ma anche con il "comunismo reale" la bolla iniziale era destinata a estinguersi e ad impoverire la gente.

E, dall'altra parte, vediamo l'antiamericanismo del sudamerica, come reazione alla storia recente.

Perchè le disparità estreme, ovunque e con qualunque regime, portano a creare reazioni che "spengono" in un modo o nell'altro, nel tempo, l'impulso del potente.
L'unico scampo per il potente, ad un certo momento è la fuga, se non vuole soccombere.
18 dicembre 2006 0:00 - D. Murrone
Gentile signor Biagiotti,
una breve replica al suo intervento.
E chi dice che e' semplice la "rivoluzione" liberale?
E' una conquista difficile, ma non mi dica che e' impossibile. Le faccio un esempio "storico". Sa quale fu la prima reazione dei tassisti di fine 1800 (i cocchieri)? "Le automobili? Non funzioneranno mai". Per fortuna siamo interdipendenti e alcune cosa saranno spazzate via dall'evoluzione tecnologica.
Sa perche' le grandi consulenze giuridico-contabili delle grandi societa' sono affidate a grossi consulenti anglosassoni? Perche' negli Usa e nel Regno Unito avvocati e commercialisti hanno meno privilegi e sono abituati a competere e ad innovare. Prima o poi, saranno gli stessi professionisti italiani, a cui gia' rimangono solo le briciole dei grandi lavori, a chiedere di fare i soldi seri e non continuare a spennare i cittadini.
Concordo con lei sui sindacati, fra l'altro il passaggio dell'articolo "Siccome la struttura sociale italiana e' fatta di tante corporazioni, dalle piu' "nobili" (notai) a quelle piu' "plebee" (precari di lungo corso)", intendeva includere anche i sindacati tra le corporazioni conservatrici.
18 dicembre 2006 0:00 - anticorporativo
Cosa fare?
La risposta non e' semplice. Un notaio sembrerebbe un po' masochista se dicesse "basta privilegi". Identico discorso varrebbe per i privilegi meno "altolocati", difesi da altre categorie.
In passato, solo gravi emergenze hanno portato ad immediate riforme: nel 1992 il Governo Amato fece una finanziaria che al confronto l'attuale e' rose e fiori, proprio "grazie" all'emergenza valutaria che porto' la lira fuori dal sistema monetario europeo (il vecchio Sme).
Il nostro attuale ancoraggio all'euro allontana il ripetersi dello scenario.
Nonostante queste premesse, azzardo una risposta al quesito: in un sistema democratico e' inevitabile che la spinta iniziale debba toccare alla politica. Poiche' quella che ci troviamo e' traballante, opportunista, populista, ecc. classe politica occorre dargli una spinta.
E' molto piu' facile dire: piu' lavoro per tutti, meno tasse per tutti, piu' assunzioni a tempo indeterminato e altro (anche se poi rimangono proclami), rispetto a chi dice basta ai privilegi che generano inettitudini.
A questa classe politica gli elettori dovrebbero far sentire (in campagna elettorale, con lettere a giornali e a segretari di partito, in pubblici dibattiti) che essi sono disposti a mettere in gioco innanzitutto i propri privilegi, piu' o meno grandi.
La consapevolezza si accresce anche nelle discussioni tra amici/colleghi, evitando i discorsi e' tutto uno schifo (come nell'incipit dell'articolo da cui parte il forum). Ragionare insieme in termini di giochi a somma zero o diversa da zero, potrebbe produrre risultati, perche' per prima cosa occorre liberare le nostre teste da un atteggiamento utilitaristico, ma di corto respiro. Insomma decidere se e' meglio una lenta decadenza o il rischio di una "rivoluzione" liberale.
18 dicembre 2006 0:00 - A.Biagiotti
Eh! lo so Sig Murrone,qui si parla di una rivoluzione culturale, pero'. Tutto giusto ma utopistico per una societa' come quella italiana. Il Taxista che ha contratto un mutuo per la sua villettina, non mette ha rischio la propria attivita' ed essere il primo a "provare" la Teoria dei giochi, perche' se i "giochi" gli vanno male, cioe' meno incasso, la villettina se la rimangia la banca; il taxista il passo lo ha fatto riferendosi alla realta' del suo borsellino, e chiunque mini tale realta' e' un nemico. E lo hanno dimostrato a Roma!! Il discorso, Sig Murrone, vale per tutte le altre categorie, non lasciare la strada vecchia per la nuova, altro che mi si dimostri che la nuova non sia la Salerno-Reggio Calabria ma piuttosto una bellissima autostrada a sei corsie. Quindi Sig. Murrone quando lo stato garantira' i cittadini la realizzazione di leggi veramente eque, mirate al benessere di tutti, forse un po' di fiducia questo stato la otterrebbe e la fiducia e' una cosa seria.
E' dura dia retta a me Sig. Murrone, la realta' e' fatta di mille equilibri, un mestiere e' regolato da moltissime varianti, e chi vive del suo lavoro accetta male intromissioni da gente che sa solo riscaldare le poltrone del parlamento, in Italia manca organizzazioni o meglio uomini che sanno unire la realta' del lavoro con l'istituzioni, non mi dica che i sindacati funzionano, tanto meno sono configurati per categorie come taxisti e lavoratori autonomi.
A.Biagiotti
18 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Semplice, "Angelo Acino" anche se naturalmente l'idea non è mia ma molto, molto più vecchia: Allenarsi costantemente a pensare, finché la cosa ti entri dentro e diventi un tuo modo d'essere: "il tizio che mi sta accanto è più bisognoso di me!".

Tutto qui.


Ah!... dimenticavo! Non c'è bisogno che "comincino prima gli altri a pensarla così, che poi per ultimo gli vado dietro anch'io!... "; funziona anche se sei il primo, e dietro non vedi nessuno a seguirti. Garantito!

(vedi Francesco d'Assisi, vedi Ghandi, vedi Teresa di Calcutta... loro l'hanno fatto, e basta!)
18 dicembre 2006 0:00 - Isaia Kwick
Lucio Musto dimmi la verita' - che cosa sono queste piantine -
Isaia
18 dicembre 2006 0:00 - Angelo Acino
Mi trovo d' accordo con quanto esposto. Tuttavia. Cosa può fare in concreto, nella vita di tutti i giorni, ognuno di noi, per migliorare le cose?
Grazie e cordiali saluti.
15 dicembre 2006 0:00 - Rino
Beh, tanto per cominciare, in riferimento alle principali novità della Finanziaria, le varie parti "danneggiate" potrebbero smetterla di lamentarsi tanto.

Prendendo spunto da un articolo di Altroconumo: <<...perchè non credo che ai Notai e Avvocati dispiaccia prendere un taxi più facilmente, ai farmacisti non dispiacerà pagare di meno per fare una causa, ai tassisti non dispiacerà fare un passaggio di proprietà direttamente al comune, e ai panettieri non dispiacerà curarsi il raffreddore pagando meno l'aspirina del supermarket...>>.

Saluti
15 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Esposizione ineccepibile, semplice e chiara.
Corretto ed ahimé esatto parallelo con la realtà Italiana.

Una sola, malinconica osservazione: sembra che a troppa parte degli italiani non interessi tanto un miglioramento della comunità, ma primariamente sopravanzare di qualcosa almeno il proprio vicino, e per far questo basta rubargli una delle dieci piantine del suo orto per ripiantarla accanto alle mie, dieci piantine; così diventano undici contro nove!
15 dicembre 2006 0:00 - isaia
Eh! Allora che si dovrebbe fare?
Isaia
15 dicembre 2006 0:00 - anticorporativo
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