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20 dicembre 2006 0:00 - Sergio Bagnasco
L’impero del bene – chi organizza la lotta alla droga – da sempre è il migliore alleato dell’impero del male – chi organizza il traffico di stupefacenti. In una sorta di eterna eterogenesi dei fini chi combatte la diffusione delle droghe nella realtà ne favorisce la diffusione con tutto il devastante corollario di problemi che ne derivano.
Illegalità significa irresponsabile libertà. Nessuna sostanza è nei fatti più libera della droga: nessun controllo sulla produzione, sulla distribuzione, sulla qualità…
Illegalità significa crescita esponenziale del valore economico: una merce priva di intrinseco valore acquista sul mercato clandestino un prezzo paurosamente alto perché deve remunerare i rischi di che gestisce il mercato.
Illegalità significa criminalità e degrado fisico e morale: chi consuma droga è costretto molto spesso a delinquere o a prostituirsi per procurarsi il denaro necessario per l’acquisto della dose giornaliera; il suo stato fisico risulta gravemente danneggiato più dalle sostanze di “taglio” che dai principi attivi delle droghe.
Illegalità significa rendere più complesso il percorso di uscita dall’inferno droga: la droga per il suo alto costo monopolizza la vita del consumatore; resta poco tempo per attività diverse dal “cosa fare per la dose quotidiana” che costituisce l’assillo perenne del tossicomane.
Illegalità significa enormi costi sociali: una significativa quota delle risorse destinate a forze dell’ordine, magistratura, sistema penitenziario sono assorbite da attività di repressione delle droghe; bisogna poi aggiungere gli altri costi sociali: le vittime dei reati, i costi sanitari…
Illegalità significa proselitismo: chi si droga di vino o di tabacco non va a in giro a vendere vino o tabacco… Chi si droga con sostanze “illegali” è spesso un piccolo spacciatore favorendo così la diffusione delle droghe.
Illegalità significa corruzione: l’enorme massa di denaro che deriva dal traffico di droga è in grado di condizionare l’azione di governo di molti stati e comunque produce fenomeni distorsivi nel mercato, nella finanza, nelle attività imprenditoriali di ogni genere.
Illegalità significa nuove droghe: la ricerca scientifica sulle droghe è stata consegnata alla criminalità organizzata che dispone di strutture all’avanguardia e ci rifila costantemente nuovi prodotti sempre più letali e sempre più facili da trasportare e assumere (…basta una pillola e giù…).
Illegalità significa fallimento: le politiche proibizioniste non hanno ottenuto nessun risultato concreto in oltre un secolo di guerra alle droghe.
Bisogna cambiare approccio al problema nella consapevolezza che è importante lottare perché ogni individuo possa trovare sopportabile la propria esistenza senza il ricorso monopolizzante a sostanze psicotrope (alcol, tabacco, sedativi, stupefacenti di ogni genere): è la tendenza a medicalizzare i problemi che va sconfitta. Bisogna inoltre superare un limite culturale: tolleriamo l’alcolismo perché appartiene alla nostra cultura mentre la cocaina, l’oppio e i suoi derivati… provengono da un mondo che non riconosciamo come il nostro. Eppure i danni provocati dall’alcolismo (incidenti mortali sul lavoro, sulle strade, violenze nelle famiglie, violenza e teppismo in genere) sono di gran lunga superiori a quelli provocati dall’uso delle droghe… ma nei confronti dell’alcol c’è ancora un approccio quasi romantico e lo Stato lucra…

Sergio Bagnasco

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