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7 gennaio 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
Gentile Sig. Yates Moretti, sono sicuro che vi saranno dei problemi nell'attuazione del provvedimento, soprattutto di natura pratica e qualche inutilità tecnica, considerando che non esistono metodi tecnicamente inaggirabili per evitare quanto si vorrebbe.
Questo lo sappiamo e soprattutto lo sanno i tecnici della rete ma seppure mille possano essere le obiezioni, dovremmo accordarci sul fatto che qualcosa bisogna pur fare.
Nostro malgrado, ci rendiamo conto che tutto ciò dipende dall'assenza della volontà di gestione delle questioni morali per fini di coloro che son ben lungi dall'essere interessati a tale salvaguardia (quella dell'etica).

Ricordiamoci che la presenza di una forza di controllo e di repressione e contro la nostra essenza umana, così che riconosciamo ingiusto l'esser perseguiti nella nostra vita da tali organi di controllo, perché indignitoso per la nostra stessa umanità.
Però è sacrosantamente vero che la presenza di tali organi di controllo ce la vogliamo noi stessi con la nostra incapacità di gestirci responsabilmente nel nostro ruolo civilmente umano del rispetto reciproco.
Crede che la sua sia un'opinione? Io credo che sia la giusta reazione di chi sia cosciente della propria onestà.
Però, nostro malgrado, non è così che va il mondo…
Cordiali saluti.
7 gennaio 2007 0:00 - Silvyo
Che il decreto Gentiloni non serva a stroncare definitivamente la diffusione della pedopornografia via internet è possibile, anzi probabile.

Non capisco invece come potrebbe essere dannoso. Quando il precedente governo oscurò, se pure in maniera molto blanda
e facilmente aggirabile (ma l'intenzione è ciò che conta) i siti di scommesse dei broker inglesi, non mi pare di aver visto tutto questo stracciamento di vesti per i possibili sviluppi "censori" sulla "liberta' di pensiero" (sic!) di quel provvedimento, condivisibile o meno che fosse.

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