Gentile Sig. Yates Moretti, sono sicuro che vi saranno dei
problemi nell'attuazione del provvedimento, soprattutto
di natura pratica e qualche inutilità tecnica, considerando
che non esistono metodi tecnicamente inaggirabili per
evitare quanto si vorrebbe. Questo lo sappiamo e
soprattutto lo sanno i tecnici della rete ma seppure mille
possano essere le obiezioni, dovremmo accordarci sul fatto
che qualcosa bisogna pur fare. Nostro malgrado, ci
rendiamo conto che tutto ciò dipende dall'assenza della
volontà di gestione delle questioni morali per fini di
coloro che son ben lungi dall'essere interessati a tale
salvaguardia (quella dell'etica).
Ricordiamoci che la presenza di una forza di controllo e di
repressione e contro la nostra essenza umana, così che
riconosciamo ingiusto l'esser perseguiti nella nostra
vita da tali organi di controllo, perché indignitoso per la
nostra stessa umanità. Però è sacrosantamente vero
che la presenza di tali organi di controllo ce la vogliamo
noi stessi con la nostra incapacità di gestirci
responsabilmente nel nostro ruolo civilmente umano del
rispetto reciproco. Crede che la sua sia
un'opinione? Io credo che sia la giusta reazione di chi
sia cosciente della propria onestà. Però, nostro
malgrado, non è così che va il mondo… Cordiali
saluti.
7 gennaio 2007 0:00 - Silvyo
Che il decreto Gentiloni non serva a stroncare
definitivamente la diffusione della pedopornografia via
internet è possibile, anzi probabile.
Non
capisco invece come potrebbe essere dannoso. Quando il
precedente governo oscurò, se pure in maniera molto blanda
e facilmente aggirabile (ma l'intenzione è ciò
che conta) i siti di scommesse dei broker inglesi, non mi
pare di aver visto tutto questo stracciamento di vesti per i
possibili sviluppi "censori" sulla
"liberta' di pensiero" (sic!) di quel
provvedimento, condivisibile o meno che fosse.