COMMENTI
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25 marzo 2008 0:00 - G.
Il signor Cherri è davvero patetico nella continua ricerca di visibilità tramite spam.
30 luglio 2007 0:00 - Marco Cherri
Spero che l'interesse su questo argomento non si sia attenuato, da tre anni combatto in Italia per far conoscere il numero unico di emergenza europeo 112 che deve (e sottolineo deve per legge) divenire l'unico numero di emergenza con centrali operative unificate di dispatching (intervista telefonica, registrazione ed inoltro agli enti interessati all'intervento) e collegate telematicamente alle centrali di secondo livello (le attuali centrali operative di Carabinieri, Polizia di Stato, Soccorso Sanitario e Vigili del Fuoco).
Sono riuscito a far presentare già 2 interrogazioni parlamentari, ma è necessario che vi sia una mozione parlamentare che impegni il Governo ad attuare nel migliore dei modi questa Direttiva Europea che prevede l'istituzione del 112 unico.
Se qualcuno è interessato può contattarmi via email o al numero 3930118000.
Potete trovare ampia documentazione sul 112 Europeo in Italia sul sito dell'EENA "www.eena.it".
23 febbraio 2007 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Signor Biagiotti, Lei ha ragione; troppe polizie che a volte (per non dire spesso) si intralciano a vicenda. Però rilanciare come fa Lei, secondo me, significherebbe non fare né quello né quell'altro. In altri termini: per fare il meglio non si fa neppure il bene (o quel po' di bene che è immediatamente possibile). Quindi io dico: ben venga un numero unico per le emergenze, che possa raccogliere anche altre segnalazioni o fornire almeno a chi chiama il numero di telefono del servizio interessato a quel certo problema segnalato da un semplice passante che ha cura di ciò che lo circonda.
Niente vieta, peraltro, che il grande e reale problema che Lei solleva non venga preso in considerazione con serietà e avviato a soluzione in tempi non biblici.
Le due cose, a mio avviso, non si escludono affatto. Io dico: facciamo al meglio ciò che si può fare nell'immediato (il numero unico europeo allargato nel senso che suggerisco io) e mettiamo in cantiere ciò che per forza di cose deve avere un tempo di realizzazione più lungo.
23 febbraio 2007 0:00 - A.Biagiotti
La vera battaglia politica da fare non e' su un numero di telefono unico, ma bensi di una polizia unica, che sono tutte queste fotocopie in giro per le strade? Fotocopie di comandanti con stipendi alti, impossibilita' di intervento dinamico per problemi di giuristizione etc etc.... Questa e' veramente una battaglia politica da fare altroche' il numero telefonico. Spero che l'On. Poretti prenda in considerazione la vera battaglia politica da fare, per'altro in armonia con le direttive Europee, che non parlano solo di un numero unico, ma di una unica polizia, con in seno le differenti competenze. ( In Olanda anche i carri attrezzi sono della Polizia) (POLITI) In Olanda unica polizia unica divisa unico numero (112).
A.Biagiotti
23 febbraio 2007 0:00 - Donatella Poretti
un solo numero per i vigili urbani? SI!
Tutti dovrebbero appoggiare.
Brava Annapaola
SI incondizionato
Carletto Coianiz
22 febbraio 2007 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
22 febbraio 2007
Riporto qui di seguito l'interessante documentazione che l'on. Poretti mi ha inviato appena ricevuta la mia lettera aperta, mentre cerca di capire meglio la situazione e il da farsi per usare al meglio l'idea da me proposta.

Si tratta di una documentazione relativa al NUMERO UNICO DI EMERGENZA EUROPEO il 112, che, per disposizione della UE, deve sostituire tutti gli altri numeri usati per le emergenze (di polizia, di pronto soccorso, vigili del fuoco, ecc.). L'Italia è purtroppo indietro nell'attuazione della normativa europea(rischia addirittura il deferimento alla Corte di giustizia UE), come si legge nell'articolo che segue, che si trova a questo indirizzo:
http://www.eena.it/DL191_2006.htm.
(l'indirizzo dello eena è questo:
sito http://www.eena.it).

All'articolo, indicato col numero 1, fa seguito il testo integrale del Decreto Legge (2) e infine l'interrogazione dell'on. Galeazzi (3), con la risposta del Governo e la replica del deputato.


1. AUTORIZZATO CON DECRETO LEGGE il convogliamento di tutte le chiamate di
emergenza alle nuove C.O. 112 (Agosto 2006)

Emanato il decreto legge n. 191 del 18 Agosto 2006, a firma dell'ex
Ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, che ha autorizzato il
convogliamento delle chiamate in arrivo oggi alle numerazioni d'emergenza
112, 113, 115 e 118, alle istituende centrali operative uniche del 112
Europeo.

Con questo decreto pubblicato solo ad Agosto sulla Gazzetta Ufficiale e
che passerà quasi inosservato ai più, si fa in realtà un passo avanti
nella istituzione del Numero Unico d'Emergenza Europeo 112 in Italia,
infatti se da un lato questo provvedimento era atteso per l'avanzamento
del progetto sperimentale di Salerno, consentendone così l'avvio e la
"chiusura/deviazione" delle numerazioni attive attraverso in
convogliamento delle chiamate di emergenza a 112, 113, 115 e 118 alla
nuova centrale operativa del 112, dall'altro evidenzia all'attuale Governo
la necessità di procedere per arrivare all'attuazione della
sperimentazione pilota attesa da tutta Italia.

La sperimentazione infatti non può più aspettare, si deve dar seguito alla
normativa Europea, anche per quietare le insistenti richieste della
Commissione Europea su questo tema e per scongiurare la procedura
d'infrazione avviata dalla stessa nei confronti dell'Italia a causa della
mancata localizzazione delle chiamate d'emergenza (fisso e mobile).

Da un lato ci permettiamo di criticare però l'incompletezza del
provvedimento che va ad escludere le chiamate di emergenza che vengono
inoltrate oggi per situazioni particolari, come le emergenze in mare (il
1530 delle Capitanerie di Porto), le emergenze ambientali (il 1515 del
Corpo Forestale dello Stato), le emergenze relative a minori (il nuovo 114
per la tutela dell'infanzia che ha sostituito il 196196 di Telefono
Azzurro) e le eventuali emergenze collegate a reati patrimoniali e
finanziari o a situazioni di necessità in zone di confine (il 117 della
Guardia di Finanza che ad esempio effettua operazioni di polizia contro il
contrabbando ed ha anche gruppi preparatissimi per il soccorso alpino).

Ci auguriamo che il neo Ministro delle Comunicazioni, On. Paolo Gentiloni,
possa metter mano al provvedimento, ampliandolo alle numerazioni non
considerate "strettamente" di emergenza sopra indicate e facendosi
testimone della trasformazione e del miglioramento qualitativo delle
operazioni di soccorso e di polizia che seguiranno ad una corretta
implementazione della normativa Europea.

2. TESTO INTEGRALE DEL DECRETO che riassume anche
tutte le fasi del progetto di introduzione del 112 Unico Europeo in
Italia.

****************
Gazzetta Ufficiale N. 191 del 18 Agosto 2006
MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI DECRETO 27 aprile 2006
Servizio «112» numero unico europeo d'emergenza.

IL MINISTRO DELLE COMUNICAZIONI Vista la direttiva n. 2002/21/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, che istituisce un
quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione
elettronica (direttiva quadro) e che ha abrogato, a partire dal 25 luglio
2003, la decisione n. 91/396/CEE del 29 luglio 1991 che prevedeva
l'istituzione di un numero unico telefonico europeo per le chiamate di
emergenza;
Vista la direttiva n. 2002/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 7 marzo 2002, relativa al servizio universale e ai diritti degli
utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica
(direttiva servizio universale) che, all'art. 26, impone agli Stati membri
di istituire il numero unico di emergenza «112» al fine di garantire ai
cittadini adeguata risposta alle chiamate di emergenza;
Vista la direttiva n. 2002/77/CE della Commissione, del 16 settembre 2002,
relativa alla concorrenza nei mercati delle reti e dei servizi di
comunicazione elettronica;
Vista la raccomandazione della Commissione Europea, del 25 luglio 2003,
sul trattamento delle informazioni relative alla localizzazione del
chiamante sulle reti di comunicazione elettronica ai fini della fornitura
di servizi di chiamata di emergenza con capacità di localizzazione,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee n. L 189 del 29
luglio 2003;
Visto il decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, recante «Codice delle
comunicazioni elettroniche», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana n. 215 del 15 settembre 2003 che detta, all'art. 76,
la disciplina relativa ai numeri di emergenza nazionali ed alla
istituzione del «112» numero unico europeo di emergenza;
Visto il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante «Codice in
materia di protezione dei dati personali», pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
174 del 29 luglio 2003 ed in particolare l'art. 127, comma 4, che prevede
che con decreto del Ministro delle comunicazioni, sentiti il Garante per
la protezione dei dati personali e l'Autorità' per le garanzie nelle
comunicazioni, siano individuati i servizi abilitati in base alla legge a
ricevere chiamate di emergenza;
Vista la delibera n. 27 del CIPE, in data 9 maggio 2003, che ha approvato
il programma presentato dal Dipartimento per l'innovazione e le
tecnologie, comprendente, tra gli altri, anche il progetto «numero unico
per le emergenze», per la sperimentazione del suddetto servizio nelle
regioni obiettivo 1 e nelle regioni Abruzzo e Molise;
Vista la delibera n. 9/03/CIR del 3 luglio 2003 recante «Piano di
numerazione nel settore delle telecomunicazioni e disciplina attuativa»
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 177 del
23 luglio 2003, e successive modificazioni, che identifica le numerazioni
per i servizi di emergenza (art. 12);
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 agosto
2003 che ha istituito un gruppo di lavoro interministeriale col compito di
realizzare uno studio di fattibilità per l'istituzione sul territorio
nazionale del Numero unico europeo di emergenza; Visto lo studio di
fattibilità per l'analisi delle problematiche attinenti all'istituzione
sul territorio nazionale del Numero unico europeo di emergenza realizzato
dal gruppo di lavoro interministeriale e dal medesimo approvato nel corso
della riunione del 15 marzo 2005;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 giugno
2005 che ha istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri -
Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, una struttura di missione
denominata «Unità tecnico-operativa per l'istituzione del numero unico
europeo di emergenza» con il compito di coordinare le attività per la
sperimentazione del numero europeo di emergenza nelle province di Salerno,
Palermo e Catanzaro sulla base del predetto studio di fattibilità;
Visto il documento del «Communications committee» CoCom05-07 (DG INFSO/B2)
del 18 marzo 2005;
Considerato che, ai fini della corretta funzionalità del servizio «112»
Numero unico europeo di emergenza e' necessario abilitarlo al trattamento
dei dati relativi all'ubicazione del chiamante, all'identificazione della
linea chiamante, nonché al trattamento di tutti i dati personali e
sensibili acquisiti nel corso della gestione della chiamata ai sensi
dell'art. 127, comma 4, del citato decreto legislativo n. 196/2003;
Considerato che l'art. 127 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196,
prevede che il fornitore di una rete pubblica di comunicazioni o di un
servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico predisponga
procedure trasparenti per garantire l'inefficacia della soppressione
dell'identificazione della linea chiamante, nonché, ove necessario, il
trattamento dei dati relativi all'ubicazione, nonostante il rifiuto o il
mancato consenso temporanei dell'abbonato o dell'utente, da parte dei
servizi abilitati in base alla legge a ricevere chiamate d'emergenza;
Sentiti l'Autorità' per le garanzie nelle comunicazioni ed il Garante per
la protezione dei dati personali, ai sensi dell'art. 127, comma 4, del
decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196;

Decreta:
Art. 1. 1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 127, comma 4, del decreto
legislativo 30 giugno 2003, n. 196, il servizio Numero unico Europeo di
emergenza e' individuato quale servizio abilitato in base alla legge a
ricevere chiamate d'emergenza provenienti dalle numerazioni 112, 113, 115,
118.

Roma, 27 aprile 2006 Il Ministro: Landolfi
Registrato alla Corte dei conti il 13 giugno 2006
Ufficio di controllo atti Ministeri delle attivita' produttive, registro
n. 3, foglio n. 316

3. SEDUTA DELLA CAMERA DEL 25 GENNAIO 2007
5-00574 Galeazzi: Attuazione del progetto per il numero unico europeo di emergenza 112.

Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-00574
presentata da
RENATO GALEAZZI
giovedì 18 gennaio 2007 nella seduta n.094

GALEAZZI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
la direttiva CE 2002/22/CE relativa al servizio universale ed ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica, prevede di rendere disponibili i dati di localizzazione del chiamante per migliorare i servizi di emergenza, e l'obbligo per gli Stati membri di informare adeguatamente i propri cittadini circa l'esistenza del numero 112 quale numero unico europeo per tutte le emergenze, nonché sul tipo e numero di servizi di emergenza ai quali si ha accesso;
il codice delle comunicazioni elettroniche, adottato in Italia con decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 259, recepisce detta normativa comunitaria;
molti cittadini italiani viaggiano in Europa, così come molti cittadini stranieri visitano l'Italia, ed è dunque importante disporre di adeguata e diffusa informazione e, in Italia, di risposte nelle lingue più diffuse, per rendere il servizio effettivamente fruibile;
è evidente l'importanza di questa iniziativa agli effetti della sicurezza dei cittadini e della possibilità di pronto intervento in caso di emergenza e in eventi di maxiemergenza;
il precedente esecutivo aveva previsto le seguenti entità:
a) un «Gruppo di Lavoro per l'istituzione del Numero Unico Europeo di emergenza» (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2003);
b) una struttura di missione denominata «Unità tecnico-operativa per l'istituzione del Numero Unico Europeo di emergenza» (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 giugno 2005 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 237 dell'11 ottobre 2005);
il cui mandato è terminato con la scadenza del Governo, senza vedere l'avvio della sperimentazione annunciata per questo anno 2006;
la suddetta unità tecnico-operativa ha raggiunto risultati condivisi dalle componenti interessate al progetto, quali:
a) realizzazione ed approvazione da parte di tutte le amministrazioni partecipanti al progetto (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, Capitaneria di porto, Soccorso sanitario, Ministero delle comunicazioni, Autorità di garanzia nelle comunicazioni), dello studio di fattibilità del progetto;
b) realizzazione del manuale operativo, attualmente in avanzalo stato di approvazione;
c) la definizione della progettazione esecutiva del servizio di Numero unico di emergenza 112;
d) la definizione del sistema, con la condivisione di tutti gli operatori di telefonia fissa e mobile che garantirà di identificare l'esatta localizzazione dell'origine della chiamata di emergenza da qualsiasi rete telefonica ed i dati anagrafici del chiamante [Raccomandazione della Commissione del 25 luglio 2003, sul trattamento delle informazioni relative alla localizzazione del chiamante sulle reti di comunicazione elettronica ai fini della fornitura di servizi di chiamata di emergenza con capacità di localizzazione (2003/558/CE)];
e) ottenimento del parere favorevole sul progetto da parte del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione;
con delibera del CIPE n. 17, del 9 maggio 2003, è stata approvata la somma di 126.000.000 euro, per progetti del Ministero dell'innovazione tecnologica, parte della quale destinata al progetto del numero unico di emergenza 112 per le zone «obiettivo 1» e le regioni Abruzzo e Molise, con scadenza delle quote di investimento prevista per la fine dell'anno in corso;
in data 4 aprile 2006, la Commissione europea ha avviato una procedura d'infrazione (Vedere anche il comunicato stampa della Commissione Europea «IP/06/464» e «MEMO/06/158») nei confronti dell'Italia per la mancata applicazione di quanto previsto nella direttiva CE 2002/22/CE, con riferimento all'articolo 26, terzo comma, «informazioni relative all'ubicazione del chiamante». Il Governo italiano, come previsto nell'articolo 226 del trattato CE, è tenuto a dare risposta indicando le azioni che intraprenderà, per il raggiungimento di quanto previsto in detta normativa, entro il termine ultimo del 4 agosto 2007;
l'Italia, attraverso il Ministero dell'innovazione tecnologica, ha aderito impegnandosi al rispetto dei tempi al MOU (Memorandum of understanding) sull'eCall che prevede nel 2009 la commercializzazione di veicoli equipaggiati di un sistema di chiamata automatica per le emergenze, alle centrali operative del 112, che pertanto necessitano per tale data di aver compiuto un upgrade tecnologico di notevole portata, nonché di test di affidabilità del sistema (anche incrociati con database e sistemi di altri paesi);
la conoscenza del numero unico di emergenza europeo è pressoché nulla in Italia, con difficoltà e confusione nei cittadini anche generata dalla diversa assegnazione delle numerazioni brevi nel resto d'Europa (il numero del Soccorso Sanitario 118 è il numero del servizio informazioni nel resto d'Europa, paragonabile al nostro 892. Il 112 è l'unico numero contattabile ovunque gratuitamente in roaming con qualsiasi operatore nazionale ed estero) e la conseguente messa a rischio anche dei cittadini italiani all'estero;
il precedente Governo della XIV legislatura non ha dato alcun seguito all'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-04462, presentata dall'onorevole Giorgio Panattoni in data 16 giugno 2005, nella seduta numero 639, con simile richiesta -:
come il nuovo Governo intenda mettere mano a tale progetto del numero unico di emergenza 112, coscienti delle difficoltà del momento, ma nell'assoluta certezza che il ritardo accumulato dall'Italia necessiti di un impegno decisivo per l'avvio del servizio ed il raggiungimento di standard qualitativi a livello europeo (multilinguismo, tecnologia della localizzazione, qualità ed efficacia della risposta, gestione super partes di coordinamento, eCall). (5-00574)

Il sottosegretario Giorgio CALÒ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Interrogazione n. 5-00574 Galeazzi: Attuazione del progetto per il numero unico europeo di emergenza 112.

TESTO DELLA RISPOSTA
Come è noto in attuazione delle disposizioni comunitarie nel corso della precedente legislatura, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2003, è stata avviata la fase propedeutica all'attivazione sul territorio nazionale del numero unico europeo di emergenza (112) volto a realizzare un servizio per la raccolta e la gestione centralizzata delle chiamate di emergenza.
In particolare, è stato costituito, presso il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un gruppo di lavoro composto da rappresentanti delle diverse amministrazioni interessate, con il compito di realizzare uno studio per l'analisi delle problematiche connesse all'avvio della sperimentazione e di definire, quindi, un piano di attuazione e di coordinamento delle conseguenti iniziative.
A seguito dell'approvazione dello studio di fattibilità del progetto, avvenuta nel marzo 2005, è stata, poi, costituita una struttura di missione denominata «Unità tecnico-operativa per l'istituzione del numero unico europeo di emergenza» per definire, organizzare e coordinare le attività necessarie all'attuazione del progetto, fornendo, altresì ai soggetti attuatori gli opportuni indirizzi amministrativi, organizzativi e tecnici.
In attuazione dell'articolo 127, comma 4, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, il numero unico europeo di emergenza è stato individuato, con decreto del Ministro delle comunicazioni (Gazzetta Ufficiale n. 191 del 18 agosto 2006), quale servizio abilitato a ricevere le chiamate di emergenza provenienti dalle numerazioni 112, 113, 115 e 118.
Fino al termine della scorsa legislatura, tuttavia, la sperimentazione del numero unico si è bloccata a causa di problematiche organizzative e tecniche che l'attuale Governo si sta impegnando a superare per dare impulso all'attuazione del progetto.
Le maggiori difficoltà operative derivano, in particolare, dalla circostanza che l'avvio del progetto richiede il coinvolgimento di una pluralità di istituzioni pubbliche, centrali e locali, ai fini della necessaria integrazione delle tecnologie informatiche di hardware e software, telefoniche e radiofoniche, attualmente utilizzate dai singoli centri operativi di Carabinieri, Polizia e Vigili del fuoco.
In tal senso, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione ha avviato una proficua collaborazione con il Ministero dell'interno e con il Ministero delle comunicazioni che ha già prodotto un importante risultato. Il progetto è stato profondamente modificato rispetto all'impostazione precedente: si è ritenuto, infatti, di non procedere alla fase sperimentale ed all'attuazione di un call center di primo livello, ma di prevedere un unico numero di emergenza gestito dalle centrali operative già esistenti, dalle sale operative di Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili del fuoco, che costituiscono il primo terminale per le segnalazioni di emergenza nella convizione che tale scelta possa ridurre significativamente i costi di avviamento e di formazione del personale, in quanto si prevede di utilizzare operatori già da tempo qualificati nella gestione delle emergenze. Tale scelta operativa si ritiene possa ridurre sia i tempi di realizzazione del progetto sia quelli di intervento per la gestione coordinata delle emergenze, a vantaggio della collettività rendendo possibile evitare un'ulteriore fase di sperimentazione e avviare la fase operativa del progetto entro la fine del 2007.
L'accelerazione appare necessaria anche al fine di dare risposta alle contestazioni della Commissione europea in particolare per quanto riguarda l'aspetto della messa a disposizione delle autorità incaricate dei servizi di soccorso di informazioni relative all'ubicazione del chiamante per le chiamate generate sia da terminale fisso, sia dai telefoni cellulari (articolo 26, paragrafo 3, della direttiva 2002/22/CE relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e servizi di comunicazione elettronica).
Va ricordato che l'articolo 36 del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259 che ha trasposto nell'ordinamento nazionale, tra le altre, anche la direttiva 2002/22/CE suddetta, prevede che qualora risulti necessario modificare le condizioni relative alle autorizzazioni generali, il Ministero delle comunicazioni deve dare notizia dell'intenzione di procedere alle modifiche agli interessati, concedendo loro un congruo periodo di tempo (non inferiore a quattro settimane, tranne casi eccezionali) per esprimere le rispettive posizioni al riguardo.
Preso atto della necessità di assumere una iniziativa in tal senso, il Ministero delle comunicazioni ha tempestivamente provveduto alla costituzione di un tavolo tecnico, con la partecipazione dei rappresentanti del Ministero delle politiche europee e degli operatori, finalizzato all'esame delle proposte degli operatori stessi ed alla previsione delle tempistica per la realizzazione del servizio.
Proprio oggi 25 gennaio 2007, è fissata una riunione con gli operatori di telefonia fissa e mobile per la definizione di due documenti (relativi alle due tipologie di rete) - nei quali verranno indicate le modalità tecniche necessarie per fornire le informazioni relative all'ubicazione del chiamante - propedeutici alla effettuazione dei successivi adempimenti da parte delle altre amministrazioni coinvolte, al fine di arrivare all'attivazione graduale del servizio in questione su tutto il territorio nazionale.

Renato GALEAZZI (Ulivo), replicando si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, atteso che appaiono superate le problematiche organizzative e tecniche che avevano, di fatto, bloccato l'attuazione del progetto del numero unico europeo di emergenza 112. A tale proposito, nel prendere atto favorevolmente dell'impegno ad avviare, entro la fine del 2007, la fase operativa del predetto progetto, auspica che le riunioni del tavolo tecnico costituito dal Ministero delle comunicazioni possano effettivamente consentire la celere attivazione del servizio su tutto il territorio nazionale.

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