Il signor Cherri è davvero patetico nella continua ricerca
di visibilità tramite spam.
30 luglio 2007 0:00 - Marco Cherri
Spero che l'interesse su questo argomento non si sia
attenuato, da tre anni combatto in Italia per far conoscere
il numero unico di emergenza europeo 112 che deve (e
sottolineo deve per legge) divenire l'unico numero di
emergenza con centrali operative unificate di dispatching
(intervista telefonica, registrazione ed inoltro agli enti
interessati all'intervento) e collegate telematicamente
alle centrali di secondo livello (le attuali centrali
operative di Carabinieri, Polizia di Stato, Soccorso
Sanitario e Vigili del Fuoco). Sono riuscito a far
presentare già 2 interrogazioni parlamentari, ma è
necessario che vi sia una mozione parlamentare che impegni
il Governo ad attuare nel migliore dei modi questa Direttiva
Europea che prevede l'istituzione del 112 unico. Se
qualcuno è interessato può contattarmi via email o al
numero 3930118000. Potete trovare ampia documentazione
sul 112 Europeo in Italia sul sito dell'EENA
"www.eena.it".
23 febbraio 2007 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Signor Biagiotti, Lei ha ragione; troppe polizie che a volte
(per non dire spesso) si intralciano a vicenda. Però
rilanciare come fa Lei, secondo me, significherebbe non fare
né quello né quell'altro. In altri termini: per fare
il meglio non si fa neppure il bene (o quel po' di bene
che è immediatamente possibile). Quindi io dico: ben venga
un numero unico per le emergenze, che possa raccogliere
anche altre segnalazioni o fornire almeno a chi chiama il
numero di telefono del servizio interessato a quel certo
problema segnalato da un semplice passante che ha cura di
ciò che lo circonda. Niente vieta, peraltro, che il
grande e reale problema che Lei solleva non venga preso in
considerazione con serietà e avviato a soluzione in tempi
non biblici. Le due cose, a mio avviso, non si
escludono affatto. Io dico: facciamo al meglio ciò che si
può fare nell'immediato (il numero unico europeo
allargato nel senso che suggerisco io) e mettiamo in
cantiere ciò che per forza di cose deve avere un tempo di
realizzazione più lungo.
23 febbraio 2007 0:00 - A.Biagiotti
La vera battaglia politica da fare non e' su un numero
di telefono unico, ma bensi di una polizia unica, che sono
tutte queste fotocopie in giro per le strade? Fotocopie di
comandanti con stipendi alti, impossibilita' di
intervento dinamico per problemi di giuristizione etc
etc.... Questa e' veramente una battaglia politica da
fare altroche' il numero telefonico. Spero che l'On.
Poretti prenda in considerazione la vera battaglia politica
da fare, per'altro in armonia con le direttive Europee,
che non parlano solo di un numero unico, ma di una unica
polizia, con in seno le differenti competenze. ( In Olanda
anche i carri attrezzi sono della Polizia) (POLITI) In
Olanda unica polizia unica divisa unico numero (112).
A.Biagiotti
23 febbraio 2007 0:00 - Donatella Poretti
un solo numero per i vigili urbani? SI! Tutti
dovrebbero appoggiare. Brava Annapaola SI
incondizionato Carletto Coianiz
22 febbraio 2007 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
22 febbraio 2007 Riporto qui di seguito
l'interessante documentazione che l'on. Poretti mi
ha inviato appena ricevuta la mia lettera aperta, mentre
cerca di capire meglio la situazione e il da farsi per usare
al meglio l'idea da me proposta.
Si tratta di
una documentazione relativa al NUMERO UNICO DI EMERGENZA
EUROPEO il 112, che, per disposizione della UE, deve
sostituire tutti gli altri numeri usati per le emergenze (di
polizia, di pronto soccorso, vigili del fuoco, ecc.).
L'Italia è purtroppo indietro nell'attuazione della
normativa europea(rischia addirittura il deferimento alla
Corte di giustizia UE), come si legge nell'articolo che
segue, che si trova a questo indirizzo:
http://www.eena.it/DL191_2006.htm. (l'indirizzo
dello eena è questo: sito http://www.eena.it).
All'articolo, indicato col numero 1, fa seguito il
testo integrale del Decreto Legge (2) e infine
l'interrogazione dell'on. Galeazzi (3), con la
risposta del Governo e la replica del deputato.
1. AUTORIZZATO CON DECRETO LEGGE il convogliamento di
tutte le chiamate di emergenza alle nuove C.O. 112
(Agosto 2006)
Emanato il decreto legge n. 191 del
18 Agosto 2006, a firma dell'ex Ministro delle
Comunicazioni Mario Landolfi, che ha autorizzato il
convogliamento delle chiamate in arrivo oggi alle
numerazioni d'emergenza 112, 113, 115 e 118, alle
istituende centrali operative uniche del 112
Europeo.
Con questo decreto pubblicato solo ad
Agosto sulla Gazzetta Ufficiale e che passerà quasi
inosservato ai più, si fa in realtà un passo avanti
nella istituzione del Numero Unico d'Emergenza Europeo
112 in Italia, infatti se da un lato questo
provvedimento era atteso per l'avanzamento del
progetto sperimentale di Salerno, consentendone così
l'avvio e la "chiusura/deviazione" delle
numerazioni attive attraverso in convogliamento delle
chiamate di emergenza a 112, 113, 115 e 118 alla nuova
centrale operativa del 112, dall'altro evidenzia
all'attuale Governo la necessità di procedere per
arrivare all'attuazione della sperimentazione
pilota attesa da tutta Italia.
La sperimentazione
infatti non può più aspettare, si deve dar seguito
alla normativa Europea, anche per quietare le
insistenti richieste della Commissione Europea su
questo tema e per scongiurare la procedura
d'infrazione avviata dalla stessa nei confronti
dell'Italia a causa della mancata localizzazione
delle chiamate d'emergenza (fisso e mobile).
Da un lato ci permettiamo di criticare però
l'incompletezza del provvedimento che va ad
escludere le chiamate di emergenza che vengono
inoltrate oggi per situazioni particolari, come le emergenze
in mare (il 1530 delle Capitanerie di Porto), le
emergenze ambientali (il 1515 del Corpo Forestale dello
Stato), le emergenze relative a minori (il nuovo 114
per la tutela dell'infanzia che ha sostituito il 196196
di Telefono Azzurro) e le eventuali emergenze collegate
a reati patrimoniali e finanziari o a situazioni di
necessità in zone di confine (il 117 della Guardia di
Finanza che ad esempio effettua operazioni di polizia contro
il contrabbando ed ha anche gruppi preparatissimi per
il soccorso alpino).
Ci auguriamo che il neo
Ministro delle Comunicazioni, On. Paolo Gentiloni,
possa metter mano al provvedimento, ampliandolo alle
numerazioni non considerate "strettamente" di
emergenza sopra indicate e facendosi testimone della
trasformazione e del miglioramento qualitativo delle
operazioni di soccorso e di polizia che seguiranno ad una
corretta implementazione della normativa Europea.
2. TESTO INTEGRALE DEL DECRETO che riassume anche
tutte le fasi del progetto di introduzione del 112 Unico
Europeo in Italia.
****************
Gazzetta Ufficiale N. 191 del 18 Agosto 2006 MINISTERO
DELLE COMUNICAZIONI DECRETO 27 aprile 2006 Servizio
«112» numero unico europeo d'emergenza.
IL
MINISTRO DELLE COMUNICAZIONI Vista la direttiva n.
2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del
7 marzo 2002, che istituisce un quadro normativo comune
per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica
(direttiva quadro) e che ha abrogato, a partire dal 25
luglio 2003, la decisione n. 91/396/CEE del 29 luglio
1991 che prevedeva l'istituzione di un numero unico
telefonico europeo per le chiamate di emergenza;
Vista la direttiva n. 2002/22/CE del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa al servizio
universale e ai diritti degli utenti in materia di reti
e di servizi di comunicazione elettronica (direttiva
servizio universale) che, all'art. 26, impone agli Stati
membri di istituire il numero unico di emergenza
«112» al fine di garantire ai cittadini adeguata
risposta alle chiamate di emergenza; Vista la direttiva
n. 2002/77/CE della Commissione, del 16 settembre 2002,
relativa alla concorrenza nei mercati delle reti e dei
servizi di comunicazione elettronica; Vista la
raccomandazione della Commissione Europea, del 25 luglio
2003, sul trattamento delle informazioni relative alla
localizzazione del chiamante sulle reti di
comunicazione elettronica ai fini della fornitura di
servizi di chiamata di emergenza con capacità di
localizzazione, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
delle Comunità Europee n. L 189 del 29 luglio
2003; Visto il decreto legislativo 1° agosto 2003, n.
259, recante «Codice delle comunicazioni
elettroniche», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana n. 215 del 15 settembre 2003
che detta, all'art. 76, la disciplina relativa ai
numeri di emergenza nazionali ed alla istituzione del
«112» numero unico europeo di emergenza; Visto il
decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante «Codice
in materia di protezione dei dati personali»,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 174 del
29 luglio 2003 ed in particolare l'art. 127, comma 4,
che prevede che con decreto del Ministro delle
comunicazioni, sentiti il Garante per la protezione dei
dati personali e l'Autorità' per le garanzie
nelle comunicazioni, siano individuati i servizi
abilitati in base alla legge a ricevere chiamate di
emergenza; Vista la delibera n. 27 del CIPE, in data 9
maggio 2003, che ha approvato il programma presentato
dal Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie,
comprendente, tra gli altri, anche il progetto «numero
unico per le emergenze», per la sperimentazione del
suddetto servizio nelle regioni obiettivo 1 e nelle
regioni Abruzzo e Molise; Vista la delibera n. 9/03/CIR
del 3 luglio 2003 recante «Piano di numerazione nel
settore delle telecomunicazioni e disciplina attuativa»
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana n. 177 del 23 luglio 2003, e successive
modificazioni, che identifica le numerazioni per i
servizi di emergenza (art. 12); Visto il decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2003
che ha istituito un gruppo di lavoro interministeriale col
compito di realizzare uno studio di fattibilità per
l'istituzione sul territorio nazionale del Numero
unico europeo di emergenza; Visto lo studio di
fattibilità per l'analisi delle problematiche attinenti
all'istituzione sul territorio nazionale del Numero
unico europeo di emergenza realizzato dal gruppo di
lavoro interministeriale e dal medesimo approvato nel
corso della riunione del 15 marzo 2005; Visto il
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30
giugno 2005 che ha istituito presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri - Dipartimento per
l'innovazione e le tecnologie, una struttura di
missione denominata «Unità tecnico-operativa per
l'istituzione del numero unico europeo di
emergenza» con il compito di coordinare le attività per
la sperimentazione del numero europeo di emergenza
nelle province di Salerno, Palermo e Catanzaro sulla
base del predetto studio di fattibilità; Visto il
documento del «Communications committee» CoCom05-07 (DG
INFSO/B2) del 18 marzo 2005; Considerato che, ai
fini della corretta funzionalità del servizio «112»
Numero unico europeo di emergenza e' necessario
abilitarlo al trattamento dei dati relativi
all'ubicazione del chiamante, all'identificazione
della linea chiamante, nonché al trattamento di tutti
i dati personali e sensibili acquisiti nel corso della
gestione della chiamata ai sensi dell'art. 127,
comma 4, del citato decreto legislativo n. 196/2003;
Considerato che l'art. 127 del decreto legislativo 30
giugno 2003, n. 196, prevede che il fornitore di una
rete pubblica di comunicazioni o di un servizio di
comunicazione elettronica accessibile al pubblico
predisponga procedure trasparenti per garantire
l'inefficacia della soppressione
dell'identificazione della linea chiamante, nonché, ove
necessario, il trattamento dei dati relativi
all'ubicazione, nonostante il rifiuto o il mancato
consenso temporanei dell'abbonato o dell'utente, da
parte dei servizi abilitati in base alla legge a
ricevere chiamate d'emergenza; Sentiti
l'Autorità' per le garanzie nelle comunicazioni ed
il Garante per la protezione dei dati personali, ai
sensi dell'art. 127, comma 4, del decreto
legislativo 30 giugno 2003, n. 196;
Decreta:
Art. 1. 1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 127,
comma 4, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n.
196, il servizio Numero unico Europeo di emergenza
e' individuato quale servizio abilitato in base alla
legge a ricevere chiamate d'emergenza provenienti
dalle numerazioni 112, 113, 115, 118.
Roma,
27 aprile 2006 Il Ministro: Landolfi Registrato alla
Corte dei conti il 13 giugno 2006 Ufficio di controllo
atti Ministeri delle attivita' produttive, registro
n. 3, foglio n. 316
3. SEDUTA DELLA CAMERA DEL
25 GENNAIO 2007 5-00574 Galeazzi: Attuazione del
progetto per il numero unico europeo di emergenza 112.
Atto Camera Interrogazione a risposta in
Commissione 5-00574 presentata da RENATO
GALEAZZI giovedì 18 gennaio 2007 nella seduta n.094
GALEAZZI. - Al Ministro delle comunicazioni. -
Per sapere - premesso che: la direttiva CE 2002/22/CE
relativa al servizio universale ed ai diritti degli utenti
in materia di reti e di servizi di comunicazione
elettronica, prevede di rendere disponibili i dati di
localizzazione del chiamante per migliorare i servizi di
emergenza, e l'obbligo per gli Stati membri di informare
adeguatamente i propri cittadini circa l'esistenza del
numero 112 quale numero unico europeo per tutte le
emergenze, nonché sul tipo e numero di servizi di emergenza
ai quali si ha accesso; il codice delle comunicazioni
elettroniche, adottato in Italia con decreto legislativo 1o
agosto 2003, n. 259, recepisce detta normativa comunitaria;
molti cittadini italiani viaggiano in Europa, così
come molti cittadini stranieri visitano l'Italia, ed è
dunque importante disporre di adeguata e diffusa
informazione e, in Italia, di risposte nelle lingue più
diffuse, per rendere il servizio effettivamente fruibile;
è evidente l'importanza di questa iniziativa agli
effetti della sicurezza dei cittadini e della possibilità
di pronto intervento in caso di emergenza e in eventi di
maxiemergenza; il precedente esecutivo aveva previsto
le seguenti entità: a) un «Gruppo di Lavoro per
l'istituzione del Numero Unico Europeo di emergenza»
(decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4
agosto 2003); b) una struttura di missione denominata
«Unità tecnico-operativa per l'istituzione del Numero
Unico Europeo di emergenza» (decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 30 giugno 2005 pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n. 237 dell'11 ottobre 2005);
il cui mandato è terminato con la scadenza del Governo,
senza vedere l'avvio della sperimentazione annunciata
per questo anno 2006; la suddetta unità
tecnico-operativa ha raggiunto risultati condivisi dalle
componenti interessate al progetto, quali: a)
realizzazione ed approvazione da parte di tutte le
amministrazioni partecipanti al progetto (Polizia di Stato,
Carabinieri, Guardia di finanza, Capitaneria di porto,
Soccorso sanitario, Ministero delle comunicazioni, Autorità
di garanzia nelle comunicazioni), dello studio di
fattibilità del progetto; b) realizzazione del
manuale operativo, attualmente in avanzalo stato di
approvazione; c) la definizione della progettazione
esecutiva del servizio di Numero unico di emergenza 112;
d) la definizione del sistema, con la condivisione di
tutti gli operatori di telefonia fissa e mobile che
garantirà di identificare l'esatta localizzazione
dell'origine della chiamata di emergenza da qualsiasi
rete telefonica ed i dati anagrafici del chiamante
[Raccomandazione della Commissione del 25 luglio 2003, sul
trattamento delle informazioni relative alla localizzazione
del chiamante sulle reti di comunicazione elettronica ai
fini della fornitura di servizi di chiamata di emergenza con
capacità di localizzazione (2003/558/CE)]; e)
ottenimento del parere favorevole sul progetto da parte del
Centro nazionale per l'informatica nella pubblica
amministrazione; con delibera del CIPE n. 17, del 9
maggio 2003, è stata approvata la somma di 126.000.000
euro, per progetti del Ministero dell'innovazione
tecnologica, parte della quale destinata al progetto del
numero unico di emergenza 112 per le zone «obiettivo 1» e
le regioni Abruzzo e Molise, con scadenza delle quote di
investimento prevista per la fine dell'anno in corso;
in data 4 aprile 2006, la Commissione europea ha
avviato una procedura d'infrazione (Vedere anche il
comunicato stampa della Commissione Europea «IP/06/464» e
«MEMO/06/158») nei confronti dell'Italia per la
mancata applicazione di quanto previsto nella direttiva CE
2002/22/CE, con riferimento all'articolo 26, terzo
comma, «informazioni relative all'ubicazione del
chiamante». Il Governo italiano, come previsto
nell'articolo 226 del trattato CE, è tenuto a dare
risposta indicando le azioni che intraprenderà, per il
raggiungimento di quanto previsto in detta normativa, entro
il termine ultimo del 4 agosto 2007; l'Italia,
attraverso il Ministero dell'innovazione tecnologica, ha
aderito impegnandosi al rispetto dei tempi al MOU
(Memorandum of understanding) sull'eCall che prevede nel
2009 la commercializzazione di veicoli equipaggiati di un
sistema di chiamata automatica per le emergenze, alle
centrali operative del 112, che pertanto necessitano per
tale data di aver compiuto un upgrade tecnologico di
notevole portata, nonché di test di affidabilità del
sistema (anche incrociati con database e sistemi di altri
paesi); la conoscenza del numero unico di emergenza
europeo è pressoché nulla in Italia, con difficoltà e
confusione nei cittadini anche generata dalla diversa
assegnazione delle numerazioni brevi nel resto d'Europa
(il numero del Soccorso Sanitario 118 è il numero del
servizio informazioni nel resto d'Europa, paragonabile
al nostro 892. Il 112 è l'unico numero contattabile
ovunque gratuitamente in roaming con qualsiasi operatore
nazionale ed estero) e la conseguente messa a rischio anche
dei cittadini italiani all'estero; il precedente
Governo della XIV legislatura non ha dato alcun seguito
all'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-04462,
presentata dall'onorevole Giorgio Panattoni in data 16
giugno 2005, nella seduta numero 639, con simile richiesta
-: come il nuovo Governo intenda mettere mano a tale
progetto del numero unico di emergenza 112, coscienti delle
difficoltà del momento, ma nell'assoluta certezza che
il ritardo accumulato dall'Italia necessiti di un
impegno decisivo per l'avvio del servizio ed il
raggiungimento di standard qualitativi a livello europeo
(multilinguismo, tecnologia della localizzazione, qualità
ed efficacia della risposta, gestione super partes di
coordinamento, eCall). (5-00574)
Il
sottosegretario Giorgio CALÒ risponde
all'interrogazione in titolo nei termini riportati in
allegato (vedi allegato 1). Interrogazione n. 5-00574
Galeazzi: Attuazione del progetto per il numero unico
europeo di emergenza 112.
TESTO DELLA RISPOSTA
Come è noto in attuazione delle disposizioni
comunitarie nel corso della precedente legislatura, con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4
agosto 2003, è stata avviata la fase propedeutica
all'attivazione sul territorio nazionale del numero
unico europeo di emergenza (112) volto a realizzare un
servizio per la raccolta e la gestione centralizzata delle
chiamate di emergenza. In particolare, è stato
costituito, presso il Dipartimento per l'innovazione e
le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
un gruppo di lavoro composto da rappresentanti delle diverse
amministrazioni interessate, con il compito di realizzare
uno studio per l'analisi delle problematiche connesse
all'avvio della sperimentazione e di definire, quindi,
un piano di attuazione e di coordinamento delle conseguenti
iniziative. A seguito dell'approvazione dello
studio di fattibilità del progetto, avvenuta nel marzo
2005, è stata, poi, costituita una struttura di missione
denominata «Unità tecnico-operativa per l'istituzione
del numero unico europeo di emergenza» per definire,
organizzare e coordinare le attività necessarie
all'attuazione del progetto, fornendo, altresì ai
soggetti attuatori gli opportuni indirizzi amministrativi,
organizzativi e tecnici. In attuazione
dell'articolo 127, comma 4, del decreto legislativo 30
giugno 2003, n. 196, il numero unico europeo di emergenza è
stato individuato, con decreto del Ministro delle
comunicazioni (Gazzetta Ufficiale n. 191 del 18 agosto
2006), quale servizio abilitato a ricevere le chiamate di
emergenza provenienti dalle numerazioni 112, 113, 115 e 118.
Fino al termine della scorsa legislatura, tuttavia, la
sperimentazione del numero unico si è bloccata a causa di
problematiche organizzative e tecniche che l'attuale
Governo si sta impegnando a superare per dare impulso
all'attuazione del progetto. Le maggiori
difficoltà operative derivano, in particolare, dalla
circostanza che l'avvio del progetto richiede il
coinvolgimento di una pluralità di istituzioni pubbliche,
centrali e locali, ai fini della necessaria integrazione
delle tecnologie informatiche di hardware e software,
telefoniche e radiofoniche, attualmente utilizzate dai
singoli centri operativi di Carabinieri, Polizia e Vigili
del fuoco. In tal senso, il Ministro per le riforme e
le innovazioni nella pubblica amministrazione ha avviato una
proficua collaborazione con il Ministero dell'interno e
con il Ministero delle comunicazioni che ha già prodotto un
importante risultato. Il progetto è stato profondamente
modificato rispetto all'impostazione precedente: si è
ritenuto, infatti, di non procedere alla fase sperimentale
ed all'attuazione di un call center di primo livello, ma
di prevedere un unico numero di emergenza gestito dalle
centrali operative già esistenti, dalle sale operative di
Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili del fuoco, che
costituiscono il primo terminale per le segnalazioni di
emergenza nella convizione che tale scelta possa ridurre
significativamente i costi di avviamento e di formazione del
personale, in quanto si prevede di utilizzare operatori già
da tempo qualificati nella gestione delle emergenze. Tale
scelta operativa si ritiene possa ridurre sia i tempi di
realizzazione del progetto sia quelli di intervento per la
gestione coordinata delle emergenze, a vantaggio della
collettività rendendo possibile evitare un'ulteriore
fase di sperimentazione e avviare la fase operativa del
progetto entro la fine del 2007. L'accelerazione
appare necessaria anche al fine di dare risposta alle
contestazioni della Commissione europea in particolare per
quanto riguarda l'aspetto della messa a disposizione
delle autorità incaricate dei servizi di soccorso di
informazioni relative all'ubicazione del chiamante per
le chiamate generate sia da terminale fisso, sia dai
telefoni cellulari (articolo 26, paragrafo 3, della
direttiva 2002/22/CE relativa al servizio universale e ai
diritti degli utenti in materia di reti e servizi di
comunicazione elettronica). Va ricordato che
l'articolo 36 del codice delle comunicazioni
elettroniche, di cui al decreto legislativo 1 agosto 2003,
n. 259 che ha trasposto nell'ordinamento nazionale, tra
le altre, anche la direttiva 2002/22/CE suddetta, prevede
che qualora risulti necessario modificare le condizioni
relative alle autorizzazioni generali, il Ministero delle
comunicazioni deve dare notizia dell'intenzione di
procedere alle modifiche agli interessati, concedendo loro
un congruo periodo di tempo (non inferiore a quattro
settimane, tranne casi eccezionali) per esprimere le
rispettive posizioni al riguardo. Preso atto della
necessità di assumere una iniziativa in tal senso, il
Ministero delle comunicazioni ha tempestivamente provveduto
alla costituzione di un tavolo tecnico, con la
partecipazione dei rappresentanti del Ministero delle
politiche europee e degli operatori, finalizzato
all'esame delle proposte degli operatori stessi ed alla
previsione delle tempistica per la realizzazione del
servizio. Proprio oggi 25 gennaio 2007, è fissata una
riunione con gli operatori di telefonia fissa e mobile per
la definizione di due documenti (relativi alle due tipologie
di rete) - nei quali verranno indicate le modalità tecniche
necessarie per fornire le informazioni relative
all'ubicazione del chiamante - propedeutici alla
effettuazione dei successivi adempimenti da parte delle
altre amministrazioni coinvolte, al fine di arrivare
all'attivazione graduale del servizio in questione su
tutto il territorio nazionale.
Renato GALEAZZI
(Ulivo), replicando si dichiara soddisfatto della risposta
fornita dal rappresentante del Governo, atteso che appaiono
superate le problematiche organizzative e tecniche che
avevano, di fatto, bloccato l'attuazione del progetto
del numero unico europeo di emergenza 112. A tale proposito,
nel prendere atto favorevolmente dell'impegno ad
avviare, entro la fine del 2007, la fase operativa del
predetto progetto, auspica che le riunioni del tavolo
tecnico costituito dal Ministero delle comunicazioni possano
effettivamente consentire la celere attivazione del servizio
su tutto il territorio nazionale.